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È passata una settimana esatta da quando in Israele si sono tenute le elezioni legislative, con i cittadini dello Stato ebraico chiamati alle urne per la seconda volta nel giro di appena cinque mesi. Domenica, presso la residenza del presidente Reuven Rivlin, sono invece iniziate le consultazioni, forse le più difficili degli ultimi anni: da un lato, non c’è una maggioranza chiara né di centro – destra e né di centro – sinistra su cui poter contare per la formazione di un governo, dall’altro c’è l’esigenza espressamente dichiarata dal capo dello Stato di evitare nuove elezioni. In mezzo, l’unica soluzione sembra essere quella di un governo di unità tra le principali forze politiche.

Trattative in corso tra Gantz e Netanyahu

I risultati delle elezioni hanno visto la vittoria della lista Blu & Bianco guidata dall’ex capo di stato maggiore Benny Gantz, che ha conquistato 33 seggi. Al secondo posto si è piazzato il Likud dell’uscente Benjamin Netanyahu: il principale partito di centrodestra israeliano ha ottenuto 31 seggi nella nuova Knesset, il parlamento dello Stato ebraico. Nessuna delle due principali formazioni si avvicina però ai 61 seggi necessari per ottenere la maggioranza in una Camera composta da 120 deputati. Quota 61 è lontana dalla portata sia di Gantz che di Netanyahu anche sommando, ai loro rispettivi risultati, quelli dei partiti tradizionalmente ad essi più vicini. Una coalizione di centrosinistra con Gantz premier, formata da Blu & Bianco, dalla lista araba unita, dai laburisti e dai democratici, otterrebbe tra i 54 ed i 57 seggi. Sull’altro versante, le cose non sembrano procedere meglio: il Likud potrebbe avere l’appoggio dei due partiti religiosi (lo Shas, che porta in dote 9 parlamentari, e l’Utj con i suoi 8 seggi), così come della formazione della Destra Unita denominata “Yamina“, che nella nuova Knesset ha 7 deputati. Il totale fa 55 seggi.

Ecco perché il compito del presidente Rivlin appare molto difficile. Come detto, le consultazioni sono iniziate e vedono alcune sorprese. La lista araba unita ha indicato al capo di Stato il nome di Gantz, una circostanza storica visto che i parlamentari arabo-israeliani dal 1992 non appoggiano alcun candidato premier. Tuttavia, tre dei 13 neo deputati della lista hanno detto di smarcarsi da questa scelta. L’altra sorpresa, più annunciata, riguarda Avigdor Lieberman: il leader di Yisrael Beiteinu, non dà alcuna indicazione. Lui, che con i suoi otto deputati potrebbe essere decisivo e far pendere la bilancia su uno dei due principali protagonisti di queste elezioni, opta per una sorta di astensione in fase di consultazione. La sua posizione da questo punto di vista, appare netta già dalle prime dichiarazioni post elettorali: il partito sosterrà soltanto un governo di unità nazionale.

Spinto da queste circostanze, il presidente Rivlin preme affinché Blu & Bianco e Likud inizino a parlarsi ed a mettere in piedi una coalizione di governo unitaria. Lunedì sera, dopo un preavviso sia privato che per mezzo stampa, il capo dello Stato convoca sia Gantz che Netanyahu. I due avrebbero discusso dell’ipotesi di formare insieme un esecutivo, promettendo di rincontrarsi anche nei prossimi giorni e dare precise indicazioni al presidente della Repubblica. La via sembra dunque tracciata: Blu & Bianco e Likud sarebbero prossimi a formare una “grande coalizione” in salsa israeliana e scongiurare un nuovo ricorso alle urne.

Ma a chi andrà l’incarico?

I nodi da sciogliere però di certo non mancano. Gantz aspira a diventare premier al pari di Netanyahu, quest’ultimo poi ha tutta la volontà di confermarsi dopo dieci anni ininterrotti di incarico. E non è soltanto una questione di “blindare” il proprio record di longevità politica: nelle prossime settimane, il leader del Likud potrebbe subire la richiesta di incriminazione nel processo che lo vede imputato per corruzione, circostanza che rischia politicamente di avere conseguenze non indifferenti. Ma al netto del fatto che in Israele oramai in tanti concordano sulla necessità di dare vita ad un esecutivo di unità, il numero di seggi ottenuti alla Knesset nelle ultime elezioni ha comunque una sua importanza in fase di consultazione. E, sotto questo profilo, i due seggi in più rispetto al Likud conquistati da Blu & Bianco darebbero a Gantz un vero e proprio “diritto di prelazione” sull’incarico.

Lieberman, in un’intervista pubblicata su Haaretz, afferma che si va verso una “rotazione dell’incarico”: in pratica Gantz e Netanyahu attuerebbero una staffetta, alternandosi nella conduzione del governo. Ma non tutti sono d’accordo: Blu & Bianco, alla vigilia delle elezioni, ha dato disponibilità ad un’eventuale esecutivo di unità soltanto se il Likud si priva di Netanyahu. Difficile prevedere un passo indietro indolore da parte del premier uscente. In poche parole, la strada per un nuovo governo in Israele è ancora tutta in salita.

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