Con il passaggio della pandemia di coronavirus, le economie europee (specularmente a quelle del resto del Mondo) si sono trovate di fronte ad una fortissima crisi causata dalle misure restrittive volte al contenimento dei contagi e dal calo delle capacità di spesa delle famiglie. Mentre le aziende operanti nel digitale sono riuscite infatti a districarsi nella giungla della recessione, le industrie tradizionali si sono trovate di fronte ad un evento non calcolato che non si sono rivelate in grado di affrontare al meglio.
Vuoi per carenze organizzative o vuoi per reale impossibilità nel portare avanti il modello tradizionale di business, le società operanti nel commercio di beni non di prima necessità, nei servizi alla persona e nel turismo-ristorazione hanno visto i propri profitti crollare, in certi casi, anche di oltre l’80%. Lo stesso scenario che ha caratterizzato l’Europa tutta nel 2020, purtroppo, potrebbe però riproporsi quasi speculare anche nel 2021. E come messo in evidenza dalle prime rilevazioni circa l’andamento dell’economia tedesca nel primo trimestre dell’anno, anche la locomotiva economica di Berlino potrebbe non uscire indenne dalla crisi causata dalla pandemia di coronavirus.
La ripresa di fine 2020 è già stata “bruciata”
Come riportato dalla testata tedesca Der Spiegel, nell’ultimo trimestre del 2020 e contrariamente alle aspettative iniziali l’economia della Germania era riuscita a segnare un leggerissimo rialzo del pil (pari allo 0,3%), accrescendo le speranze degli addetti ai lavori. L’euforia causata da queste rilevazioni ha avuto tuttavia una vita molto breve, dovendo infatti fare i conti con i rendimenti già al di sotto delle attese del primo trimestre del 2021 e che potrebbero portare ad una contrazione attesa tra l’1,5 e il 3% nel periodo gennaio-marzo.
Nonostante il sostegno diretto messo in campo da Berlino e nonostante i fondi in arrivo dall’Unione europea, dunque, anche la locomotiva tedesca sembra in procinto di segnare una notevole battuta d’arresto. A pesare sono soprattutto infatti il settore turistico, seguito però a ruota dalla ristorazione e dall’importante settore manifatturiero del Paese, alle prese con una carenza endemica della domanda interna che con la pandemia è stata ulteriormente accresciuta. In uno scenario che, sulla base delle stime effettuate sino a questo momento, potrebbe dare vita ad una bella gatta da pelare per il futuro governo federale tedesco.
Vaccini e imprese zombie, le due incognite di Berlino
Nello scenario catastrofico all’interno del quale è calata l’economia della Germania, l’unica speranza di vedere una luce in fondo al tunnel sembra in questo momento essere legata all’immunizzazione di massa della popolazione tedesca. Soltanto con una capillare diffusione dei vaccini, infatti, sarà possibile riprendere la vita “il più vicino possibile” al quotidiano, permettendo in questo modo al settore del turismo e della ristorazione di ripartire. E soprattutto, soltanto la riuscita del piano vaccinale tedesco potrebbe permettere quella normale ripresa della circolazione delle persone e del lavoro che darebbe la spinta definitiva alla ripresa dei consumi.
Ma non solo il vaccino. Come sottolineato infatti anche per tutti gli altri Paesi d’Europa e per gli Stati Uniti, essenziale in questi mesi al fine di elargire in modo più mirato gli aiuti sarà una corretta identificazione di quelle che possono essere considerate “imprese zombie“. Ossia, di tutte quelle attività destinate a fallire in ogni caso col venir meno degli aiuti statali e le quali, di conseguenza, andrebbero “abbandonate” il più presto possibile per non intaccare oltremodo le finanze federali.
In conclusione, dunque, il modo in cui è stata economicamente gestita la pandemia in Germania non è stato in grado di sorreggere adeguatamente quelli che storicamente sono i pilastri del Paese, dando luogo allo scenario attuale che vede la locomotiva tedesca apparentemente correre lungo un binario morto. E soprattutto, ancora una volta ha confermato come anche la Germania, dall’alto della sua forza industriale, messa di fronte alle sfide di caratura mondiale non si possa considerare invincibile.