Nell’inferno di Mosul

MOSUL – “Benvenuti all’inferno. Questo è il pronto soccorso avanzato della 9° divisione dell’esercito iracheno. Oltre ai soldati feriti arrivano i civili ed io sono la componente pediatrica. Visito anche 100 bambini al giorno”. Si presenta così, Marino Andolina, triestino, non più un giovincello, con il camice verde ed un pizzetto grigio in stile Mefistofele. Uno dei pochi, se non l’unico volontario italiano così a ridosso della battaglia di Mosul, che volge al termine. Il pronto soccorso avanzato serve per stabilizzare i feriti ed evacuarli verso ospedali da campo più attrezzati. Andolina è noto alle cronache per il metodo Stamina, il controverso utilizzo di cellule staminali su pazienti senza speranze. A Mosul da giugno è volontario dell’organizzazione umanitaria Road to peace dell’eroina inglese Sally Becker. Reportage di Fausto Biloslavo