È la nebbia di fine novembre, che abbraccia e nasconde la periferia sud di Milano, il primo sipario da scostare per addentrarsi nel mondo Bdsm (bondage, dominazione e sadomaso). Un’insegna con scritto Club poco distante dalla fermata della metro di San Donato: è questo l’ingresso del Sadika, l’unico locale italiano deputato al sadomaso. All’entrata sono richiesti i documenti e viene controllata l’età, poiché l’accesso è per soli maggiorenni e poi ecco che le porte si spalancano. Un locale dalle luci soffuse, dei divanetti, un bar, degli oggetti a tema come fruste e collari appesi alle pareti e delle scale che conducono in quella che è l’area dove il gioco, lo show, la piéce del sadomaso prende vita. Croci di Sant’Andrea, una gabbia, una gogna, un tavolo con corde: strumenti di tortura in apparenza ma che, ed è qua che già si può cogliere la chiave per aprire le segrete del sadomaso, servono invece per dare e riceve piacere. Sotto forma di dolore? Si, ma per chi né un adepto: piacere.
Montaggio di Roberto Di Matteo