Quando perfino gli acchiappa-turisti di L’Avana Vecchia, sempre intenti a cercare qualche preda nel quartiere vicino al mare della capitale di Cuba, si rifiutano di parlare di Fidel Castro nonostante un’offerta di dieci pesos, si capisce come la politica sia ancora un tabù per i cubani. La morte del Lider Maximo il 25 novembre scorso ha scosso l’isola, ma pochi giorni a L’Avana bastano per capire come la situazione generale della nazione caraibica sia in realtà molto più problematica del cordoglio per il decesso dell’ex presidente. Insieme all’amico Che Guevara, Fidel Castro fu in grado di ribaltare la dittatura a Cuba di Fulgencio Bautista nel 1959 usando solo poche decine di uomini e partendo dalla sua Santiago, dove ora è stato sepolto alla fine di un corteo funebre che ha attraversato tutta l’isola. A lui e ai suoi compagni non andava bene che Bautista avesse stretto accordi economici con gli Stati Uniti e inoltre il dittatore aveva già fatto uccidere vari avversari politici creando un clima di terrore fra i cittadini. Reportage di Andrea Indiano