La sfida è iniziata un anno fa: portare il nostro modo di fare giornalismo – con analisi, approfondimenti e reportage – all’estero. Se in Italia ha funzionato – questo è stato il nostro ragionamento – perché non tentare l’ignoto, provando a parlare a tutto il mondo? Così, Gli Occhi della Guerra sono diventati InsideOver. Così ai giornalisti e ai reporter italiani che già collaboravano con noi si sono affiancati giornalisti e reporter da tutto il mondo: dagli Stati Uniti ad Hong Kong, passando per Regno Unito e Sud Africa.

In questo anno sono successe molte cose, sia dentro sia fuori la redazione di InsideOver: abbiamo scritto oltre 6mila articoli, in italiano e in inglese, per cercare di spiegarvi ciò che accadeva intorno a noi. Siamo stati in tutti quei Paesi che ospitavano una storia da scoprire, fosse essa grande o piccola, e che meritava di essere raccontata.

Se ci guardiamo alle spalle, e ripercorriamo i mesi passati insieme, notiamo che sono costellati da fatti di un’importanza incredibile, i cui effetti stiamo vivendo ancora oggi. E non parlo solo del coronavirus, che è un evento tutto sommato nuovo e con il quale conviviamo dallo scorso dicembre, quando hanno cominciato ad esser noti i primi casi in Cina. Parlo per esempio di quello che sta accadendo in Israele. Pensate che Tel Aviv è riuscita solo ieri a creare un nuovo governo. Ci sono infatti volute ben tre elezioni per arrivare a una soluzione che ha cambiato poco, o forse tutto. Benjamin Netanyahu, il “mago” della politica israeliana dato per spacciato da molti analisti, è riuscito a rimanere al potere, condividendolo, però, con Benny Gantz, lo sfidante nato con un unico scopo: mettere fine all’era di Bibi. Il fatto che Netanyahu sia rimasto al potere significa che non è cambiato nulla in Israele? È presto per dirlo.

Ricordate poi cosa è successo a inizio anno? Una mattina di inizio gennaio ci siamo svegliati credendo di essere sul baratro di una guerra mondiale. Il 3 gennaio, infatti, un drone americano ha colpito l’auto che accompagnava il generale Qassem Soleimani verso il centro di Baghdad. Un atto impensabile fino a pochi mesi fa, che ha alzato tantissimo l’asticella del confronto tra Stati Uniti e Iran. La replica di Teheran non si è fatta attendere e le potenze internazionali hanno fatto il possibile per smussare gli angoli e abbassare i toni. Il confronto ora, complice l’emergenza coronavirus, sembra essere passato in secondo piano. Ma non è così. Per l’amministrazione di Donald Trump, infatti, è fondamentale arrivare a un nuovo accordo con Teheran e, per farlo, il tycoon è disposto a tutto. In un messaggio criptico, subito dopo l’uccisione di Soleimani, Trump ha infatti detto che l’Iran “non ha mai vinto una guerra, ma non ha mai perso un negoziato”.

E poi c’è la Cina, l’altro fronte in cui sono confrontati gli Stati Uniti. La vera sfida per la supremazia mondiale si gioca infatti tra Pechino e Washington, impegnati in una vera e propria guerra economica a distanza. Ma non solo. Il 2019 è stato un anno molto complesso per la Cina: le proteste di Hong Kong hanno aperto vecchie ferite e puntato i riflettori della politica internazionale sui metodi utilizzati dalla polizia per fermare i rivoltosi. Il coronavirus, poi, ha fatto il resto. Attorno al Covid-19 si gioca infatti la grande partita di domani. Non solo perché è già iniziata la guerra delle accuse alla Cina, ma anche perché chi riuscirà ad arrivare per primo al vaccino avrà una posizione di superiorità sugli altri.

Questo, per sommi capi, quello che è successo in questo primo anno di InsideOver.
Queste sono le grandi storie che ci hanno accompagnato quotidianamente. Ma ci sono anche altre storie, spesso dimenticate dai giornali, che abbiamo voluto raccontare in presa diretta. Mentre le agenzie guardavano altrove, noi abbiamo voluto andare sul campo per raccontare l’epidemia di ebola, che preoccupa l’Africa. Abbiamo voluto raccontare un problema che affligge sempre più giovani cinesi, la ludopatia, che spesso vengono chiusi in veri e propri centri di recupero simili a caserme per esser rieducati. E poi l’inferno dei narcotrafficanti in quel paradiso infernale che è il Messico, il male che ancora si nasconde ad Auschwitz e il tentativo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di mettere in ginocchio una minoranza, quella curda, privandola del bene necessario per antonomasia: l’acqua.

Questo è l’anno che abbiamo passato insieme, raccontandovi e spiegandovi ciò che stava accadendo attorno a noi. Per questo motivo, accanto ai formati che conoscete già, articoli, approfondimenti e reportage, abbiamo deciso di aggiungere anche degli approfondimenti settimanali in modo tale da conoscere e approfondire meglio le notizie più importanti che ogni giorno raccontiamo. La scorsa settimana abbiamo parlato dei mille misteri della Corea del Nord, mentre a partire da oggi tratteremo la guerra del petrolio che, nei giorni scorsi, ha fatto tremare il mondo.

In questo periodo difficile, inizia il secondo anno di InsideOver. Cosa succederà è impossibile dirlo. Le certezze di ieri sono state momentaneamente messe da parte da una pandemia che ha cambiato le regole del gioco. O meglio: alcune regole. Per noi una resta fondamentale: mettere, al centro del nostro racconto, il lettore. Ed è quello che vogliamo continuare a fare. Con voi e per voi.

Per continuare a fare buon giornalismo
SOSTIENICI