Controffensiva ucraina

Tra la prima e la seconda settimana di giugno 2023, dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka, l’esercito ucraino ha lanciato, seppur parzialmente, un massiccio contrattacco prendendo di mira le postazioni difensive russe nel sud e nel sud-est del Paese. L’armata di Mosca ha avuto oltre un anno per costruire le sue fortificazioni intorno ai territori conquistati e occupati nel 2022, in particolare nell’oblast meridionale di Zaporizhzhia e di Donetsk, dove si trova la città-simbolo di Mariupol.

La controffensiva ucraina, che secondo gli esperti dovrebbe svilupparsi in più mesi e dunque non esaurirsi in un attacco lampo di poche settimane, è stata resa possibile dagli imponenti aiuti bellici forniti dalla Nato. Carri armati Leopard, blindati Bradley e munizioni di artiglieria fabbricate in Occidente stanno venendo dispiegate in questi primi scorci di offensiva. Le forze di Kiev hanno inoltre potuto usufruire dell’addestramento di decine di migliaia di soldati da parte degli alleati occidentali, formando così un numero cospicuo di brigate con training Nato che esordiranno già quest’estate.

Attraverso la liberazione dei territori occupati, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky spera di poter guadagnare una maggiore influenza negli eventuali negoziati con la Russia. Un successo come quello raggiunto nell’autunno scorso a Kherson e a Kharkiv allenterebbe infine la pressione dei partner occidentali sull’Ucraina, che hanno condizionato l’invio futuro di armamenti all’esito positivo della controffensiva.

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