La lotta al terrorismo di matrice islamica è centrale nel dibattito sulla sicurezza interna degli Stati. In particolare, i recenti attentati che hanno colpito Regno Unito, Francia e Belgio, dimostrano, sicuramente, che il problema non è soltanto di strettissima attualità, ma anche che i sistemi di sicurezza presentano falle di una certa importanza. A destare particolare allarme nella società è soprattutto la difficoltà da parte dei servizi di sicurezza degli Stati di prevenire il processo di attuazione di un attacco terroristico. Una difficoltà purtroppo connaturata alla minaccia, dal momento che la radicalizzazione e la successiva pianificazione di un attacco possono avvenire anche soltanto dentro le mura domestiche, o nel breve tragitto che intercorre fra la sua casa e un luogo considerato a rischio jihadista. In questa continua lotta per arrivare prima degli altri, il coinvolgimento della cittadinanza può avere un ruolo non secondario, e i fatti di Manchester, Londra e delle altre città colpite dal terrorismo dimostrano quanto siano importanti soltanto le segnalazioni dei residenti della zona allertati da alcuni comportamenti dei sospetti jihadisti.
In Spagna la questione del coinvolgimento dei cittadini nella lotta al terrorismo è da anni stata posta al centro delle politiche del governo nel contrasto ai fenomeni tipici di manifestazione della minaccia jihadista. Il governo Rajoy ha varato da anni un piano per offrire alla cittadinanza maggiori metodi di comunicazione con le forze dell’ordine, al fine di aiutarli nella segnalazione di manifestazioni di estremismo, radicalizzazione, ma anche per segnalare la semplice scomparsa di persone sospette di poter appartenere a frange estremiste. In questi ultimi tre anni, in Spagna sono sorti un numero verde per la lotta al radicalismo islamico, un sito internet (Stop Radicalismos) per denunciare possibili minacce e infine un’applicazione per smartphone: AlertCops.
AlertCops nasce nel 2014 come applicazione collegata direttamente al Ministero dell’Interno per offrire al cittadino la possibilità di denunciare persone sospette di aver commesso o di partecipare alla commissione di determinati delitti, che non sono solo inerenti alla sfera del terrorismo. In due anni, circa 370mila persone hanno scaricato l’applicazione sul proprio telefono, e le denunce per sospetti reati legati al terrorismo di matrice islamica sono state circa cento. Nella maggior parte dei casi, le segnalazioni si sono dimostrate poi fortunatamente prive di una specifica minaccia, ma ci sono stati almeno sei casi di denunce e di arresti grazie alle segnalazioni avvenute con questa applicazione da parte dei normali cittadini. Un risultato non secondario, poiché spesso i cittadini non denunciano fisicamente al vicino commissariato quello che per loro è un semplice sospetto. Al contrario, la facilità di un’app su un telefono aiuta nel rompere il muro di timore e anche di sfiducia nel recarsi a una centrale di polizia e serve da tramite con le forze dell’ordine.
Il Ministero dell’Interno di Spagna ha deciso di puntare molto su quest’applicazione, tanto da voler intraprendere una campagna pubblicitaria per invogliare i cittadini a scaricarla sui loro smartphone o tablet in modo da rendere sempre più capillare la diffusione di questa possibilità di denuncia. Chiaramente, il rischio, che è poi il contraltare di quest’applicazione, è quello di giungere a un sistema di “delazione” in cui i cittadini, a prescindere dal reale rischio, comunque segnalano un soggetto che secondo loro è potenzialmente in grado di compiere un delitto. Tuttavia, al netto di questo rischio, che è comunque connaturato a qualsiasi sistema di denuncia, l’importanza dell’applicazione è di aver reso la cittadinanza coinvolta e partecipe nella lotta al crimine, in generale, ma in particolare a quella contro il terrorismo islamico.
Gli ultimi attentati hanno dimostrato, infatti, la necessità che i governi mutino il loro metodo d’azione. Questo nuovo terrorismo, che si sviluppa in contesti urbani complessi, necessita di cittadini attenti, ma soprattutto che la polizia si adegui al rischio e torni, insieme all’intelligence, al controllo fisico dei sospetti. Le segnalazioni del singolo personaggio sospetto, soprattutto in chiave di lotta al fenomeno dei cosiddetti “lupi solitari”, risultano particolarmente utili, perché all’apparenza, dietro di essi, non c’è una rete criminale. Coinvolgere la cittadinanza in questa lotta, significa da un lato responsabilizzare il singolo cittadino di fronte alla minaccia che coinvolge tutto un Paese, ma significa anche controllare in modo più capillare una realtà sociale che diventa sempre più difficile da sorvegliare e in cui molto spesso si arriva sempre dopo, nonostante le denunce dei cittadini.