La Spagna non diminuisce il livello di allerta nei confronti della minaccia del terrorismo e si prepara all’arrivo di centinaia di migliaia di turisti sulle sue spiagge. Secondo quanto riporta il quotidiano online El Confidencial, che cita fonti autorevoli del dipartimento di pubblica sicurezza, il governo spagnolo avrebbe dato l’avvio a un rafforzamento della presenza delle forze di polizia in tutte le località marittime più interessate dal turismo di massa. Dopo la scorsa estate, quando Nizza fu colpita per mano di un terrorista su un camion, anche i luoghi del divertimento dell’estate sono diventati a rischio di attacchi, e la Spagna non può permettersi alcuna falla nel sistema di sicurezza soprattutto per un settore trainante come quello del turismo.
Con gli attentati di Manchester, Parigi e Londra, lo Stato Islamico ha dimostrato di avere interesse a colpire aree a forte affluenza di pubblico, a prescindere dal luogo in cui esse siano. Le forze di sicurezza francesi e britanniche hanno dovuto scegliere la strada della militarizzazione di molte aree delle zone a più alto rischio attentati. In questo, la Spagna, che ha già avviato un processo d’inserimento dei militari negli aeroporti, avrebbe dunque deciso di rafforzare la presenza della polizia sulle spiagge, simbolo del turismo spagnolo. Un rafforzamento che però presenta notevoli problematiche inerenti soprattutto alla logistica. A differenza delle grandi città, le località turistiche presentano difficoltà di manovra e soprattutto un numero di poliziotti notevolmente inferiore. Per questo motivo, il governo avrebbe deciso di inviare le forze antisommossa e le unità d’intervento rapido, capaci di spostarsi rapidamente in un raggio di svariati chilometri.
La decisione di inviare le forze speciali rispetto a quelle di polizia comune nelle località turistiche sarebbe dunque originata da due distinte esigenze. Da una parte l’esigenza logistica e numerica: l’impiego di reparti che non dovrebbero essere utilizzati a scopo di controllo nasce dal fatto che le località di mare non hanno il numero di agenti adeguato. Dall’altra parte, c’è un fattore dissuasivo e soprattutto di sicurezza non indifferente. Il motivo è che le località di mare presentano, in particolare le spiagge, peculiarità per le quali, in caso di attentato, i reparti speciali avrebbero migliori capacità di reazione. La strage di Nizza, così come l’attacco sulle spiagge di Tunisi, hanno dimostrato quanto fosse difficile per i reparti della polizia cittadina intervenire in contesti che sono difficilmente inquadrabili nel tipico contesto urbano e che necessitano di una capacità d’intervento differente.
La minaccia jihadista in Spagna è un fenomeno studiato da tempo dall’intelligence di Madrid. Gli arresti per attività vicine al terrorismo islamico, dal proselitismo al crimine, sono in aumento, a dimostrazione di un radicamento che fino a pochi anni fa si credeva difficile da realizzare. Non sono solo le enclave marocchine di Ceuta e Melilla a destare preoccupazione, ma anche la crescita di radicalizzazione all’interno delle grandi città, in particolare Barcellona. Soltanto nel 2015, uno studio condotto sui centri islamici e le moschee in territorio spagnolo, aveva dimostrato che almeno il 30% divulgava idee non troppo distanti da quelle considerate vicine al terrorismo di stampo salafita. Ma è soprattutto nelle case che si annida la minaccia più grave: in quella self-jihad che per le intelligence mondiali rappresenta la minaccia più temibile ed anche quella più complicata da gestire. Proprio dalla self-jihad, dal fenomeno dei cosiddetti “lupi solitari” si origina il pericolo di attentati in luoghi magari meno noti, ma comunque potenzialmente devastanti. Le spiagge piene di bagnanti rappresentano, in questo senso, obiettivi più facili da colpire per il terrorismo contemporaneo, legato all’azione del singolo, e molto più difficili da prevenire e neutralizzare per le forze dell’ordine.