Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, presunto leader dell’Isis, è stato ucciso nelle scorse ore in Siria a seguito di un bombardamento Usa. A darne notizia sono state fonti del Pentagono, mentre dalla Casa Bianca si è appreso che è previsto un discorso del presidente Joe Biden per rendere noti alcuni dettagli. Funzionari statunitensi hanno poi fatto sapere che il numero uno dello Stato Islamico era stato individuato in una località del nord ovest della Siria. Si tratta probabilmente di una delle province in mano agli ex esponenti del fronte Al Nusra, non lontano dal confine con la Turchia. Dopo l’individuazione, forze speciali Usa avrebbero quindi fatto irruzione e, sentendosi braccato, Al Qurayshi si è fatto esplodere.
Chi era Al Qurayshi
Una settimana dopo il raid che ha ucciso Abu Bakr Al Baghdadi, nell’ottobre 2019, sono stati gli stessi miliziani jihadisti ad annunciare il nome del successore del califfo. Si trattava per l’appunto di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Di lui si sapeva poco e si sa poco ancora adesso. Figura quasi misteriosa dell’Isis, secondo diverse indiscrezioni sarebbe stato scelto dal consiglio della Shura dell’organizzazione jihadista proprio per via della sua riservatezza. Nato in Iraq nel 1976, il suo vero nome era Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi. Tuttavia negli ambienti islamisti era noto con il nome da battaglia e alla fine anche nelle schede delle varie intelligence accanto al suo volto è sempre spuntata la dicitura “Al Qurayshi”. Dopo l’annuncio della sua nomina a successore non tutti hanno creduto a una reale designazione. Una parte dei servizi di sicurezza, al contrario, ha spesso ritenuto fasullo il comunicato dell’Isis dell’ottobre del 2019.
Solo nel 2020 si è avuta maggiore certezza circa il suo ruolo e la sua identità. In particolare, è stato riconosciuto come un ex informatore dell’esercito Usa in Iraq negli anni della prigionia a Camp Bucca, lì dove ha incontrato Al Baghdadi. Al Qurayshi si trovava lì in quanto si era unito, a partire dal 2004, alla lotta di Al Qaeda contro la presenza occidentale nel post Saddam Hussein. Secondo funzionari della difesa degli Stati Uniti che all’epoca lo avevano conosciuto, il futuro leader dell’Isis era ostile contro gli stranieri reclutati da Al Qaeda in Iraq. Da qui la sua decisione di diventare per un breve periodo informatore. Evaso dalla prigione, si hanno notizie di lui nuovamente nel 2014, quando ha avuto un ruolo importante per la conquista di Mosul da parte dell’Isis. La conoscenza del territorio, la sua appartenenza alla minoranza turcomanna, ben radicata nel nord dell’Iraq, gli hanno dato una posizione di protagonista nell’ingresso del califfato nella seconda città del Paese. In quell’anno Al Qurayshi si è reso protagonista anche di una delle pagine più nere della storia dello Stato Islamico. Sono sue infatti le fatwe contro la minoranza yazida. Le sue invettive hanno scatenato le offensive contro civili yazidi, dando luogo a un genocidio all’interno della piana di Ninive di cui ancora oggi non sono noti diversi aspetti.
Il luogo del blitz
L’incursione delle forze di sicurezza Usa è avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 febbraio nella località siriana di Atimah. Una zona inusuale: qui infatti il controllo del territorio è in mano alle forze un tempo appartenenti ad Al Nusra, costola di Al Qaeda in Siria e nemiche dell’Isis. Tuttavia non si è distanti da Barisha, villaggio in cui ha trovato la morte il suo predecessore Al Baghdadi. Il contesto è quindi quello della provincia di Idlib, l’unica ancora parzialmente fuori dal controllo dell’esercito siriano. Il confine con la Turchia non è distante. Le forze Usa avrebbero individuato Al Qurayshi in una villetta e, approfittando del buio della notte, hanno iniziato l’incursione durata alcuni istanti. Il leader dell’Isis si è fatto saltare in aria, uccidendo anche alcuni civili presenti a pochi passi dal suo ultimo bunker.
Biden: “Tolta una minaccia per il mondo”
Poco dopo le 16:15, ora italiana, Joe Biden si è presentato al cospetto dei giornalisti accreditati alla Casa Bianca per annunciare alcuni dettagli dell’operazione condotta ad Atimah. In primo luogo, ha confermato la mancanza di dubbi sul fatto che la persona che si è fatta esplodere durante il blitz era proprio il leader dell’Isis. Il presidente Usa si è soffermato poi sulla presenza di vittime civili durante l’intervento: “Abbiamo preso ogni precauzione per evitare vittime civili – ha dichiarato – ma il capo dell’Isis si è fatto saltare in aria assieme alla sua famiglia e ai suoi figli”.
L’intervento di Biden è durato pochi minuti. Nel suo discorso spazio anche a un riferimento sulla sicurezza e sulla prosecuzione della lotta al terrorismo: “La morte di Al Qurayshi ha tolto una minaccia dal mondo – sono state le sue parole – ma dobbiamo adesso restare vigili e preparati”. Infine una minaccia verso gli altri leader delle sigle jihadiste ancora liberi: “Vi verremo a prendere ovunque, vi troveremo”.
Fonti della Cnn hanno ricostruito i dettagli dell’incursione. Sembra, in particolare, che già da mesi i servizi di sicurezza fossero sulle tracce del terrorista. Martedì sera, nel corso di una riunione, il Segretario alla Difesa Lloyd Austin e il generale Mark Milley, capo degli Stati Maggiori riuniti, hanno reso note al presidente Biden le ultime indiscrezioni riguardo il nascondiglio di Al Qurayshi. Una volta avuta la certezza della presenza ad Atimah del leader dell’Isis, il numero uno della Casa Bianca ha dato il via libera definitivo al blitz, scattato nella notte tra mercoledì e giovedì. Nessuno dei militari Usa coinvolti nell’azione è rimasto ferito.