Sette estremisti islamici sono stati condannati a morte, in Bangladesh, per il sanguinoso attacco terroristico del luglio del 2016 che provocò la morte di 22 persone, tra cui 18 stranieri e nove italiani. Il commando prese d’assalto un bar nel quartiere Gulshan, situato nella capitale Dacca ed aveva l’intenzione, secondo quanto stabilito dalla corte che li ha condannati, di destabilizzare il Paese e trasformarlo in uno Stato islamico. Gli imputati sarebbero stati presenti in aula al momento della lettura della sentenza e potranno comunque presentare appello contro la sentenza, uno di loro, invece, sarebbe stato assolto. Il numero di persone coinvolte, in realtà, sarebbe più alto ed ammonterebbe ad un totale di 21 individui, la maggior parte dei quali, però, avrebbe perso la vita immediatamente o subito dopo l’episodio terroristico.

Una nazione cruciale

I terroristi apparterrebbero al gruppo jihadista bengalese Jamaat-ul-Mujahideen e, nel momento in cui sono stati condannati, hanno gridato “Allahu Akbar“, convinti di non aver commesso alcun reato. Tra il 2013 ed il 2016 il Bangladesh è stato oggetto di una serie di attacchi di matrice jihadista che hanno colpito scrittori e blogger atei o laici, stranieri, omosessuali, le minoranze religiose dello Stato e che hanno portato alla morte di decine di persone. L’esecutivo centrale, per diverso tempo, non era riuscito a contenere il fenomeno adottando pessime strategie difensive ma in seguito, grazie ad una serie di efficaci operazioni antiterrorismo eseguite dal 2016 in poi, il fenomeno jihadista è stato ridimensionato. Numerose cellule dello Stato islamico presenti nel Paese sono state smantellate e si è registrato un netto decremento degli attacchi terroristici. I rischi per il Bangladesh, però, non sono terminati: cinque giovani radicalizzati e pro-Stato islamico sono stati infatti arrestati dalle autorità nel mese di agosto 2019 nella capitale Dacca mentre a luglio due ordigni, posti vicino a stazioni di polizia, erano stati disattivati dalle autorità. La nazione rappresenta, con tutta probabilità, un bottino piuttosto ghiotto per gli elementi jihadisti locali e per quelli attivi su scala mondiale: la vicinanza all’India è strategica ed il grande numero di abitanti può fornire un ampio bacino di reclutamento per la pianificazione e l’esecuzione di attentati terroristici.

L’estremismo islamico

Il Bangladesh è uno dei Paesi islamici più popolosi del mondo: più di 160 milioni di abitanti, infatti, convivono in un territorio pianeggiante e di scarse dimensioni, soggetto a fenomeni atmosferici estremi, come le inondazioni derivanti dai cicloni e destinato a subire le conseguenze di un possibile innalzamento del livello del mare. L’economia della nazione , negli ultimi anni, è cresciuta in maniera sostenuta e ciò ha reso possibile un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione: il tasso di povertà si è ridotto dal 44% del 1991 al 14 del 2016/2017 mentre altri indici come l’aspettativa di vita ed il tasso di alfabetizzazione hanno fatto registrare passi in avanti. Questi sviluppi positivi sono stati facilitati dal balzo in avanti compiuto dall’apparato produttivo del Paese che è cresciuto di oltre il 6% per un intero decennio ed ha raggiunto il +7,3% nel 2016/2017. Progressi importanti, dunque, che non possono, però, far dimenticare i problemi e le incertezze.

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