L’uomo è uno dei comandanti dello Stato islamico che ha rapito Ashwaq, le sue quattro sorelle e cinque fratelli a Sinjar, nel nord dell’Iraq, nell’estate del 2014. Una storia incredibile, raccontata in un’inchiesta dal Daily Telegraph e che testimonia le fragilità dell’Europa dell’accoglienza. Per Ashwaq Ta’lo, ragazza yazida accolta come rifugiata in Germania, non ci sono dubbi: quell’uomo barbuto, incontrato in una strada di Stoccarda, è proprio lui: il suo sequestratore ed ex miliziano dello Stato islamico.
Ashwaq Ta’lo ha 15 anni quando la sua famiglia viene sequestrata. Viene poi venduta insieme a sua sorella e ad altre giovani adolescenti ad uomo chiamato Abu Humam. Qualche mese dopo, nel 2015, riesce finalmente fuggire dai suoi rapitori e si dirige verso la Germania come rifugiata per raggiungere sua madre e altri membri della sua famiglia. Poi, lo scorso febbraio, quei giorni terribili riemergono quando viene fermata da un uomo, a Stoccarda. “Mi sono bloccata quando ho osservato attentamente la sua faccia”, ha detto a Bas News, un’agenzia curda. “Era Abu Humam, con la stessa barba spaventosa e la sua brutta faccia. Sono rimasta senza parole quando ha iniziato a parlare in tedesco, chiedendomi se ero proprio io”.
“Centinaia di miliziani dell’Isis scappati e accolti in Europa”
Come racconta il Corriere della Sera, quello di Ashwaq Ta’lo non è affatto un caso isolato. Secondo gli attivisti yazidi e siriani presenti in Germania, infatti, sarebbero almeno 60mila le ragazze che hanno trovato rifugio in Europa, dove sono arrivate per sentirsi una volta per tutte al sicuro e per lasciare alle spalle un incubo durato mesi. Purtroppo, insieme alle ragazze anche decine di terroristi dello Stato islamico sono riusciti a scappare in Europa e sono stati accolti. Alcuni hanno rubato l’identità ad altri siriani e hanno fatto richiesta di asilo nel 2015, approfittando della decisione di Angela Merkel di aprire le porte del Paese ai siriani.
Vittime e carnefici sono riusciti incredibilmente a godere degli stessi diritti. E questo è accaduto in Germania, nel cuore dell’Europa. Com’è potuto accadere un fatto simile? “In Europa sono fuggiti o rientrati almeno 900 membri di Isis”, spiega al Corriere Aghiad Al Kheder, siriano e portavoce dell’associazione Sound and Picture. Ora la speranza degli attivisti yazidi e siriani è quella di riuscire a denunciare gli ex miliziani dell’Isis e portarli a processo, magari davanti alla Corte dell’Aja, affinché paghino una volta per tutte per i crimini commessi in Iraq e in Siria.
“Comprata per 100 dollari all’asta”
Molti yazidi, in particolare le giovani donne, sono ancora prigionieri dello Stato islamico, compresa la sorella di Ashwaq. Il giorno dell’attacco dell’Isis, la ragazza è stata catturata insieme a 65 membri della sua tribù, sul confine tra Iraq e Siria. Suo padre, sua madre e alcuni parenti anziani e disabili sono riusciti a raggiungere il monte Sinjar, dove migliaia di yazidi si sono accampati, fino all’arrivo dei soccorsi.
Cinque dei fratelli di Ashwaq Ta’lo sono tuttora dispersi e si presume che sua sorella sia ancora prigioniera dei terroristi. Nel 2014 moltissime donne, come ha confermato Ashwaq, sono state portate in Iraq e vendute all’asta a Mosul: è lì che la giovane yazida viene comprata per 100 dollari da Abu Humam, il jihadista che ha rivisto anni dopo a migliaia di chilometri di distanza, a Stoccarda, in un luogo che credeva sicuro.