C’è un filo che collega il New Irish Repubblican Army (Nira) a Hezbollah e, se per il momento appare sottile, le autorità britanniche non escludono che le indagini in corso possano rivelarne un ben maggior spessore.

Tutto nasce da un’indagine, denominata “Operation Arbacia” e condotta dall’MI5 insieme al Metropolitan Police Service, alla Scotland Police e dalla An Garda Siochana (la polizia irlandese) che il mese scorso ha portato all’arresto di dieci persone, otto delle quali con ben 34 capi d’accusa legati al terrorismo che includono la pianificazione di attentati e il tentativo di impadronirsi di armi ed esplosivi, come reso noto dal Police Service of Northern Ireland (Psni) sia sul proprio sito che in conferenza stampa. Nel contempo scattavano una serie di retate e perquisizioni a Belfast, Newry, Londonderry e Dingannon; tra gli obiettivi delle forze di sicurezza anche gli uffici del partito Saoradh, indicato come braccio politico del New IRA.

Gli arrestati, di età compresa tra i 26 ed i 62 anni, sono stati identificati come Kevin Barry Murphy (vecchia conoscenza dell’MI5 e definito come leader della New Ira a East Tyrone), Damien McLaughlin, Mandy Duffy, David e Sharon Jordan, Shea Rynolds, Gary Hayden, Joe Barr, Paddy McDaid e Issam Hijjawi Bassalat. Quest’ultimo, un 62enne cittadino scozzese di origini palestinesi e residente a Edinburgo, è stato arrestato all’aeroporto londinese di Heathrow lo scorso 22 agosto mentre era in procinto di lasciare il Paese. Il Dr. Bassalat, la cui famiglia è originaria della Cisgiordania, è un noto attivista per i diritti dei palestinesi ed è accusato di aver partecipato a un incontro clandestino con alcuni membri del New IRA che era però monitorato dall’MI5.

Il ruolo del palestinese Issam Hijjawi Bassalat

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Bassalat manteneva da anni contatti con il gruppo finito nel mirino degli inquirenti e nel novembre del 2019 aveva anche partecipato a un incontro organizzato a Newry dal Saoradh, partito estremista repubblicano indicato da diversi analisti come “ala politica del New Ira”; per l’occasione aveva sottolineato un parallelismo tra la causa palestinese e quella irlandese: “Compagni, state certi che siamo dalla parte giusta della storia, che si tratti della Palestina o dell’Irlanda; la lotta di quasi un secolo per la libertà, l’autodeterminazione, la dignità e la giustizia sociale prevarrà e i poteri imperialisti e colonialisti saranno presto o tardi sconfitti, è solo questione di tempo”.

Il profilo Facebook, a nome “Issam Hijjawi”, rivelerebbe posizioni ben più vicine al Fronte popolare per la liberazione della Palestina, piuttosto che a gruppi islamisti, come confermato anche da alcuni analisti del think-tank britannico “Islamic Theology of Counter-Terrorism”. In aggiunta, il sito “Samidoun – Palestinian Prisoner Solidarity Network”, legata proprio al filone del Fplp (come documentato da NGO-Monitor) nel mese di settembre ha pubblicato aggiornamenti sullo stato di detenzione degli arrestati nell’operazione “Arbacia” e in particolare sul Dr. Bassalat, incluse notizie sullo sciopero della fame in atto.

Il soggetto in questione ha però affermato di essere stato attirato in un tranello dall’MI5, precisando che in seguito alla richiesta del rilascio del passaporto inoltrata dalla figlia, in modo da poter viaggiare con tutta la famiglia a Dubai, l’ufficio passaporti avrebbe contattato Bassalat comunicandogli di ritirare il documento a Belfast; fatto a suo dire insolito visto che c’è un ufficio passaporti anche a Glasgow, ben più vicina a Edimburgo, dove egli risiede. Quasi nel contempo, Bassalat sarebbe stato contattato da un personaggio poi rivelatosi agente dell’MI5 in incognito che lo avrebbe invitato a tenere un discorso presso un non meglio specificato “incontro pubblico” da tenersi a Belfast proprio nei giorni in cui si doveva recare in città per il ritiro del passaporto della figlia.

Bassalat si sarebbe dunque recato a Belfast con tutta la famiglia e sarebbe stato ricevuto al porto della città nord-irlandese dall’agente sotto copertura che li avrebbe accompagnati presso un appartamento affittato per loro nei pressi della Queen’s University. Due giorni dopo, quello stesso contatto lo avrebbe invece accompagnato a un incontro del Nira a Tyrone, incontro che era sotto sorveglianza dell’MI5.

Vi è però altro, perché, secondo quanto riportato dall’inchiesta, Bassalat nel 2018 si sarebbe recato in Libano con alcuni esponenti della Nira e con Kevin Barry Murphy, già citato in quanto indicato come leader dell’organizzazione per la zona di Tyrone. Fonti britanniche indicano che il reale obiettivo del viaggio sarebbe stato un incontro con esponenti di Hezbollah, fatto che preoccupa non poco.

I legami tra NIRA e Hezbollah

I timori di Londra riguardano il possibile ottenimento da parte del Nira di materiale e capacità per la costruzione di ordigni esplosivi in grado di penetrare i veicoli blindati britannici in Irlanda del Nord e l’intelligence non può certo escludere che il viaggio dei militanti irlandesi a Beirut avesse proprio questo scopo. Fonti dell’intelligence indicano un possibile accordo con Hezbollah per l’acquisto di armi non andato però in porto mentre l’analista britannico Bill Duff ha aggiunto che l’Iran non avrebbe grosse difficoltà a far arrivare un container carico di armi a Dublino, magari utilizzando lo scalo di Karachi. Fonti di polizia in Irlanda del Nord sostengono inoltre che i contatti tra Nira e Hezbollah sarebbero “curati” da vecchi membri dell’Ira poi passati al New Ira.

Un altro elemento che ha poi insospettito le autorità britanniche è la visita di una delegazione del partito Saoradh presso l’ambasciata iraniana di Dublino lo scorso gennaio, ufficialmente con lo scopo di fare le condoglianze per l’uccisione in Iraq del Generale Qasem Soleimani e per firmare un registro di commemorazione. L’ambasciata ha confermato la visita per la firma ma ha negato qualsiasi incontro con lo staff diplomatico.

Durissima l’accusa di Doug Beattie, ufficiale dell’esercito britannico e ora membro dell’Ulster Unionist Party, che ha accusato il Nira di aver stretto alleanza con Iran e Hezbollah e di essere in cerca di tecnologie e armi avanzate per colpire obiettivi britannici.

È bene ricordare che all’epoca dei cosiddetti “The Troubles” (il lungo conflitto in Irlanda del Nord tra gli anni Sessanta e fine anni Novanta) l’Irish Republican Army riceveva supporto (in molti casi mutuo) da altri gruppi come Eta, Olp, Fplp, le Farc colombiane e la Libia di Gheddafi. Non si può dunque escludere che il New Ira abbia deciso di utilizzare un simile piano con Hezbollah e Iran, facendo curare le relazioni da chi all’epoca faceva lo stesso con gli altri gruppi.





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