Ha destato particolare curiosità l’accordo anti terrorismo tra il Marocco e l’Unione Europea. Non si tratta della prima intesa su questo tema tra le due sponde del Mediterraneo, ma rispetto ai precedenti ha una natura diversa. Infatti, nell’accordo tra Rabat e Bruxelles non sono previsti solo programmi relativi alla difesa. Al contrario, si parla soprattutto di programmi educativi, volti a evitare la diffusione delle idee estremiste tra i più giovani.
L’accordo concluso a Il Cairo
Marocco e Ue hanno sottoscritto l’intesa durante l’ultima riunione del Global Counterterrorism Forum, in corso di svolgimento a Il Cairo. Le parti puntano sull’educazione e sul ruolo di scuola e programmi formativi per arginare la diffusione del pensiero jihadista. Un approccio non nuovo, ma certamente diverso rispetto a quello di molti altri programmi sottoscritti negli anni con i Paesi arabi.
“L’educazione ha una funzione importante ed è un potente strumento per prevenire e contrastare il radicalismo e l’estremismo violento – ha infatti dichiarato il ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita – e per sradicare le ideologie estremiste che prosperano negli ambienti più difficili”. L’educazione quindi, secondo gli intenti dei rappresentanti marocchini e dell’Ue, viene vista come la vera base di partenza per prevenire fenomeni terroristici. “L’accesso all’istruzione – ha proseguito Bourita – consente alle persone di sviluppare le competenze necessarie per sfidare le narrazioni e le ideologie estremiste e promuovere la pace”.
Soddisfazione per l’accordo è stata espressa anche dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borell. “Questa iniziativa – ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo comunitario – contribuirà a sviluppare società più tolleranti e resilienti di fronte al terrorismo e all’estremismo violento”.
Le speranze riposte sul programma
L’accordo nello specifico prevede una collaborazione con il think tank Hedayah, basato negli Emirati Arabi Uniti e considerato uno degli istituti più all’avanguardia nel monitoraggio delle diffusione delle idee estremiste e nella promozione della lotta al terrorismo. Si partirà con un programma biennale 2023 – 2025, in cui è previsto lo sviluppo di progetti di formazione e non solo. Previsto infatti anche un programma di monitoraggio e valutazione dettagliata delle politiche di prevenzione. Chiaro l’obiettivo delle parti: prevenire prima ancora di combattere il terrorismo jihadista.