L’avvocato di Ousseynou Sy ha chiesto la perizia psichiatrica per il suo assistito che, a suo dire, è incapace di intendere e di volere; il dirottatore avrebbe inoltre dichiarato che “non era sua intenzione far del male ai ragazzi”. Eppure il modus operandi da egli messo in atto mostra tutte le caratteristiche di un attentato terroristico ben architettato e scongiurato grazie all’ottimo operato dei Carabinieri accorsi sul posto.

Del resto la carcassa annerita del pullman “parcheggiata” in strada ha fatto tornare in mente quelle dei bus israeliani fatti saltare in aria dai terroristi palestinesi negli anni ’80 e ’90 o quelle dei bus colpiti dai terroristi islamici ceceni nel 2013.

Il bus o pullman può essere considerato un obiettivo particolarmente sensibile per tutta una serie di fattori a partire dagli spazi ristretti che costringono il potenziale elevato numero di passeggeri in pochi metri, rendendo così la situazione devastante in caso di detonazione di ordigno ma anche incrementando la vulnerabilità degli occupanti e le difficoltà in caso di blitz da parte delle forze speciali. Le poche vie di fuga all’interno, se bloccate, rendono poi il mezzo una vera trappola mortale.

Vi è poi la possibilità di utilizzare il pullman non soltanto per il trasporto di ostaggi da luogo A a luogo B, ma anche come “ariete” o “missile incendiario” da scagliare contro obiettivi esterni.

Ousseynou Sy ha colto in pieno tali fattori, bloccando le porte per evitare fughe da parte degli ostaggi; ha intrappolato i ragazzini con le fascette di plastica piazzandoli a ridosso degli ingressi, forse per scongiurare eventuali irruzioni da parte degli agenti. Il dirottatore ha poi cosparso di benzina l’interno del mezzo, minacciando i ragazzini di appiccare un incendio, ma plausibilmente anche per evitare che le forze di sicurezza aprissero il fuoco (in quel caso si sarebbe scatenato il pandemonio).

Sy ha inoltre dichiarato di voler raggiungere l’aeroporto di Linate a bordo del mezzo, facendosi scudo con i ragazzi, per poi imbarcarsi su un volo per l’Africa. Ci sono inoltre alcune testimonianze che riferiscono come non solo Sy avesse già tentato di deviare il percorso qualche giorno prima del fatto, ma anche che nel mezzo si sentiva odore di benzina già nei giorni precedenti. A ciò va ad aggiungersi il video nel quale si vede Sy riempire taniche di benzina a un distributore e il video di rivendicazione che avrebbe preparato.

Tutti elementi, quelli sopra citati, che indicano non soltanto una chiara premeditazione dell’atto, ma che mostrano anche elementi tipici di un dirottamento o “hostage taking” tipicamente di matrice terroristica.





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