Pubblichiamo un estratto di Sangue occidentale di Matteo Carnieletto e Andrea Indini, disponibile in libreria. Nel libro-inchiesta vengono spiegate le tecniche usate dai jihadisti per colpire l’Occidente.

A marzo del 2015, la propaganda dello Stato islamico dà alle stampe un libro intitolato Come sopravvivere in Occidente. Una guida per i mujaheddin. In esso vengono spiegate le tecniche per mischiarsi agli occidentali senza essere riconosciuti. L’autore del libro è sconosciuto. Si sa solo – perché è lui stesso a dircelo nell’introduzione del libro – che studia il «jihad globale da più di dieci anni. Per questo motivo conosce i diversi gruppi jihadisti nel mondo e sa come hanno raggiunto il successo».

Ed è proprio l’anonimo jihadista a informarci su come devono agire i terroristi in Occidente. Innanzitutto devono nascondere la propria identità di estremisti: è il caso di Salah Abdeslam, che a Molenbeek frequenta bar gay e beve alcool. Lo stesso accade in Francia con Mohamed Bouhlel, bisessuale e dedito alla bella vita. Come è possibile tutto questo? «Un agente segreto – scrive l’anonimo autore di Come sopravvivere in Occidente – ha sempre due vite: una pubblica e una privata. In quella pubblica agisce normalmente, facendo le cose di tutti i giorni e comportandosi come un cittadino normale. La sua vita da agente segreto è invece totalmente diversa». L’aspirante terrorista non deve dare nell’occhio: deve rappresentare una cellula dormiente «che si attiva nel momento giusto, non appena l’Umma ne ha bisogno». I consigli dati dall’anonimo reclutatore di spie sono semplici: vestiti come loro, cambia il tuo nome, il tuo look e perfino la tua voce.

È necessario poi rompere le alleanze: «Alcune persone di diversi Paesi affermano che i musulmani hanno stretto un accordo con i non musulmani per vivere in pace e per questo sono obbligati a non attaccarli».

È fondamentale conservare la propria privacy su internet: in Isis segreto, abbiamo spiegato come i terroristi reclutano sul web. L’anonimo autore però dà importanti consigli su come non farsi identificare: cercare solamente cose normali su internet, controllare la mail, giocare online e cercare qualche ricetta. Mai cercare le parole «jihad» o «Stato islamico». Per questo tipo di ricerche c’è Tor, «un sistema di comunicazione anonima per Internet basato sulla seconda generazione del protocollo di rete di onion routing». Anche utilizzando Tor è necessario non dare mai il proprio nome né la propria mail. «Utilizza il succo di limone come inchiostro per le tue lettere private». Risulterà così invisibile a occhi indiscreti. Chi vorrà leggere il testo, dovrà semplicemente mettere una fiamma sotto il foglio. Il secondo consiglio dell’anonimo è quello di «parlare attraverso i vestiti». Se devi incontrare qualcuno coordinati in modo che sappia qual è il tuo abbigliamento. «Trova degli alleati tra coloro che si sono convertiti all’islam e che non hanno fatto sapere questo loro cambiamento».

È anche necessario saper realizzare bombe fatte in casa perché rappresentano il modo migliore per colpire l’Occidente. Si possono utilizzare bottiglie Molotov – praticamente a costo zero – oppure utilizzare microonde, come hanno fatto i fratelli Džochar e Tamerlan Tsarnaev a Boston il 15 aprile del 2013. Nel manuale viene anche descritto come far diventare il proprio telefono un detonatore. Infine, il modello iracheno, le autobomba, che per ora non sono ancora state utilizzate in Occidente, anche se molti analisti ne prevedono l’utilizzo da parte dei jihadisti in un futuro tragicamente prossimo.





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