Si riporta qui di seguito un breve estratto del libro di Matteo Giusti, “L’omicidio Attanasio, morte di un ambasciatore”

La tragica morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, che gli faceva da scorta, sono stati soltanto l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere crudele l’Africa. Un agguato su una strada sterrata nella regione più orientale e travagliata della Repubblica Democratica del Congo ha messo la parola fine alla vita di persone che in Africa, oltrechè rappresentare l’Italia, ogni giorno facevano del bene.

Era la mattina del 22 febbraio e da tre giorni con un convoglio del World Food Programme il diplomatico italiano stava visitando la regione del Kivu per incontrare i pochi italiani residenti. Sei uomini armati sono usciti dalla boscaglia ed hanno iniziato a sparare contro le due auto che avevano sulle fiancate i simboli delle Nazioni Unite. L’autista è morto sul colpo, mentre i nostri connazionali sono stati feriti gravemente. Iacovacci è morto poco dopo nel tentativo di proteggere l’ambasciatore, mentre Luca Attanasio è spirato nel drammatico viaggio verso l’ospedale di Goma.

Un fatto gravissimo, soprattutto perché quella strada non era considerata così pericolosa da richiedere una scorta armata secondo le Nazioni Unite, scorta invece fornita ad un diplomatico belga pochi giorni prima. Per nascondere le proprie gravi carenze organizzative il governo di Kinshasa è arrivato a dire di essere all’oscuro del viaggio, ma documenti ufficiali smentiscono queste bugie. Di vero c’è invece ciò che il nostro ambasciatore ha lasciato in Congo, il nitido ricordo di una persona speciale, che viveva il proprio lavoro come una missione.

Tante le voci che hanno voluto partecipare a questo ricordo dai missionari saveriani che lo ospitavano ogni volta che si recava nell’est, ai cooperanti con cui divideva una pizza a Goma. Da persone uniche come il Dott. Denis Mukwege, Premio Nobel per la Pace 2018, che non ha voluto mancare alla lista delle persone che hanno scritto il proprio nome in questo volume, oppure la dottoressa Chiara Castellani Nobel Missionario e Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, che ha speso parole franche e bellissime. Tutto il suo mondo dove non esisteva la formalità della sua carica, ma la serietà della sua missione.

Molti di coloro che vivono e conoscono il Congo hanno puntato subito il dito contro il Ruanda. Una ridda di voci di interessi minerari, fosse comuni e volgari ammanchi nelle casse del Programma Alimentare Mondiale sono altre piste che i tanti cercatori della verità hanno battuto. Senza contare un testimone oculare che non parla in una regione in cui viene dichiarato lo stato d’assedio, dove la popolazione è così disperata da voler scacciare i caschi blu delle Nazioni Unite e dove si arruolano ancora migliaia di bambini soldato.

In questo desolato quadro Luca Attanasio era una delle poche luci, con la sua sorridente semplicità e con la buona volontà di chi crede nel proprio lavoro. Il primo libro uscito in Italia che tenta di ricostruire la dinamica di quella tragica mattina e cerca soprattutto di spiegare le cause di questo tragico evento è stato scritto da Matteo Giusti, un giornalista che lavora da anni come africanista per la rivista di geopolitica Limes e che ha visto con i propri occhi quella terra che sembra dannata.

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