Gli attacchi da parte dei lupi solitari rappresentano la forma più sconcertante ed imprevedibile del terrorismo. Sono un incubo per le organizzazioni antiterrorismo, in quanto estremamente difficili da fermare.Ad oggi non è ancora possibile creare modelli o metodi ricorrenti per catalogare il lupo solitario. Le loro azioni particolari rientrano in un diverso stile di terrorismo: atti casuali di violenza che possono essere solo in parte ispirati dall’islam radicale.A differenza di al-Qaeda, che propende per operazioni scrupolosamente pianificate, lo Stato Islamico ha fin da subito incoraggiato chiunque nel prendere le armi in suo nome, utilizzando la più complessa ed efficace campagna di reclutamento sui social mai creata da un gruppo terroristico.Nel lupo solitario, il processo di radicalizzazione avviene solitamente in tempi brevi. Raramente, gli esecutori ricevono supporto esterno, anche se lo Stato islamico cerca di trasformare qualsiasi fatto di sangue, casuale e non, in propaganda.Per approfondire: Il manuale per uccidere i crociatiPoche ore dopo la strage di Orlando, lo Stato islamico ha diramato una nota, lodando le gesta del fratello Omar Mateen per la sua grande vittoria sui crociati. Nonostante possiedano lo svantaggio di un supporto professionale dei gruppi terroristici, l’attacco del lupo solitario si dimostra letale.Con il senno di poi i sospetti, che divengono poi indicatori, si tramutano in prove schiaccianti, ma non esiste ad oggi un’analisi predittiva che possa identificare l’imminente azione di un lone wolf. Solo a strage compiuta, azioni ed indizi, si tramutano in prove inconfutabili. E questo è il pericolo di un’analisi retrospettiva. Gli stessi indicatori possono fare accendere un campanello d’allarme, ma sfociano raramente in violenza. Piuttosto, sono i comportamenti banali ad essere correlati ad un episodio di violenza.Per approfondire: La kill list del Califfo ora passa dai socialIn realtà, se da un lato è possibile identificare alcuni comportamenti potenzialmente osservabili, dall’altro è impossibile stabilire se possano sfociare o meno in minaccia. Si tratta propria di una prevenzione senza una previsione specifica.È particolarmente difficile distinguere tra gli estremisti solitari che intendono commettere attacchi e quelli che semplicemente esprimono convinzioni radicali. Perché se è abbastanza vero che la maggior parte dei terroristi sono radicali, è altrettanto corretto affermare che non tutti i radicali sono terroristi. È quindi estremamente difficile individuare i lupi solitari che effettueranno un attacco vero e proprio prima che colpiscano, anche con l’ausilio dei più sofisticati strumenti tecnici di raccolta delle informazioni. Certo, la cronologia delle ricerche sulla rete, ad esempio, potrebbe rivelare una fissazione. Pubblicazioni, condivisioni e foto potrebbero rivelare l’identificazione così come i dati per la geo-localizzazione, ma produrre dei protocolli automatici che possano rilevare sulla rete dei comportamenti anomali, tipici di un lupo solitario, è praticamente impossibile.Ma chi potrebbe essere il lupo solitario? Chiunque. È una risposta abbastanza corretta. Intanto le sue azioni: rientrano nel terrorismo individuale che agisce senza ricevere gli ordini diretti di un leader. Per definizione, quindi, il lone wolf si muove senza alcuna connessione. Un errore comune è quello di considerare il lupo solitario alla stregua delle cellule dormienti. Queste ultime si infiltrano e restano in sospeso fino a quando non ricevono l’ordine di agire.Presupposti che non rientrano nel modo di agire del lupo solitario, mosso dalla sola ispirazione e connessione ideologica con individui che probabilmente non conoscerà mai. Il terrorista individuale si ispira ad un certo gruppo, anche se non strutturato gerarchicamente all’interno di essa. Il lupo solitario potrebbe essere chiunque perché con le sue azioni violente esemplifica le variazioni in termini di orientamento e modus operandi. Sono attori solitari, le cui intenzioni sono difficili da discernere perché solitamente evitano il contatto con gli altri. Questo rende l’identificazione, il monitoraggio e l’arresto estremamente difficile. Rispetto alle forme convenzionali di terrorismo sponsorizzato, gli operatori solitari hanno un vantaggio fondamentale: non condividono i loro piani con altre persone. I lupi solitari, per definizione, sono idiosincratici: il loro contesto è vario così come lo sfondo politico ed ideologico che li ispira. Il lupo solitario potrebbe essere un fanatico religioso, ma anche un anarchico. Un estremista di destra o sinistra, un radicale cattolico o il classico jihadista. E ancora potrebbe essere uno psicopatico o uno sano di mente. Una varietà di sfondi quindi, con un ampio spettro di ideologie e motivazioni. Ecco perché non esiste profilo unico per il lone wolf. Possiamo, invece, distinguere diverse categorie di terroristi solitari in base al loro background ideologico o religioso. Anche se è possibile identificare alcune caratteristiche comuni condivise, il numero degli episodi resta statisticamente basso per catalogare, schematizzare e prevedere l’attentato di un lupo solitario. In alcuni casi, non sarebbe nemmeno corretto parlare di lupo solitario, ma di cigno nero: l’individuo che diventa esecutore materiale di una strage e poi inserito volente o nolente nella propaganda di un’organizzazione terroristica.Come capire il lupo solitario?Lo studio dei processi di radicalizzazione potrebbero fornire indizi sulla minaccia solitaria, mentre una tattica in sintonia con il contesto potrebbe suggerire efficaci contromisure per un evento o un luogo catalizzatore. Infine, un primo screening potrebbe e dovrebbe essere compiuto su coloro che riescono ad ottenere equipaggiamento militare, come i fucili automatici.
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