“Una mancanza di trasparenza che mina la fiducia nell’esecutivo”. Dalle colonne del quotidiano francese Libération, un’inchiesta – a firma di Biseu, Moulillard, Le Devin e Halissat – torna a soffiare sul fuoco delle polemiche acceso dalla tragica notte in cui Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha travolto e ucciso ottantaquattro persone sul lungomare di Nizza.Per approfondire: Valls: “Ci saranno altri attacchi”“L’ingresso al perimetro pedonale della Promenade de Angleis non era protetto dalla polizia nazionale”. Lo rivela Libération corredando il suo pamphlet accusatorio di immagini e testimonianze che sbugiardano le dichiarazioni con cui il primo ministro Valls e il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve hanno risposto a chi, come Christian Estrosi, ex sindaco di Nizza e attuale presidente del Consiglio regionale, gli ha domandato: “Come mai il camion è stato in grado di accedere alla zona pedonale?”.“Il controllo del perimetro era affidato, nei punti più sensibili, a squadre della polizia nazionale rinforzate da effettivi di quella municipale. Era il caso del punto d’entrata del camion, dove vigeva un divieto d’accesso materializzatosi nel posizionamento di veicoli che bloccavano l’ingresso. Il camion ha forzato il passaggio salendo sul marciapiede”: questa è la versione ufficiale che le prove raccolte da Libération smontano pezzo dopo pezzo. E adesso quel “vigliacchi”, con cui lo stesso Valls aveva apostrofato la folla di contestatori che al grido di “vergogna” lo aveva accolto sulla Promenade, indigna i francesi.Pochi minuti prima dell’irruzione del tir omicida sulla Promenade, non c’è traccia della polizia nazionale e del “posizionamento di veicoli che bloccavano l’ingresso”. Come documenta uno scatto dell’inchiesta, in corrispondenza dell’intersezione tra il lungomare e il Boulevard Gambetta, a presidio dell’accesso alla zona pedonale c’erano solo due agenti della polizia municipale e un’esile transenna metallica.Per approfondire: I mandanti dell’attentatoQuando alle 22:33 qualcuno si accorge di Bouhlel, che ha già iniziato la sua folle corsa omicida poche centinaia di metri più a ovest, è tardi. L’allarme viene dato via radio, da alcuni agenti che si trovano nei pressi del Centro universitario Mediterraneo, ma i colleghi stanziati poco prima dell’Hotel Negresco non hanno nemmeno il tempo di sfoderare i loro revolver.Inoltre, come racconta Yves Bergerat, della polizia municipale nizzarda, la armi in dotazione alle pattuglie “non consentono di attraversare il parabrezza o forare le gomme”, tant’è che, nonostante il tentativo di fermare l’attentatore sparandogli attraverso il finestrino laterale, saranno i colpi di una nove millimetri Sig-Sauer esplosi da una poliziotta federale a neutralizzare Bouhlel. Il tir bianco, che ha già percorso più di due chilometri, viene finalmente arrestato all’altezza del palazzo del Mediterraneo.Un nuovo guaio per l’Eliseo. Le rivelazioni di Libération arrivano pochi giorni dopo la relazione conclusiva con cui la Commissione Fenech-Pietrasanta ha bocciato i servizi di sicurezza francesi, in relazione alla scarso coordinamento dimostrato dall’intelligence transalpina negli attacchi del 2015, e rilevato la presenza sinora sottaciuta dei segni di “torture abominevoli” sui corpi di alcune delle ottantanove vittime del Bataclan.





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