Da Beirut. Più di 700 persone detenute dai militanti di Boko Haram nel nord-est della Nigeria sono sfuggite alla prigionia. Un portavoce dell’esercito, il colonnello Timothy Antigha, ha dichiarato che sono fuggite da diverse isole del lago Ciad, dove lavoravano come contadini, e sono arrivate nella città di Monguno, nello stato del Borno.
In un post sulla pagina Facebook dell’esercito nigeriano, Antigha ha spiegato che i 700 fuggiaschi comprendevano “contadini, pescatori e membri delle loro famiglie”. Secondo alcune fonti locali, le fughe sono probabilmente avvenute in un periodo di tempo prolungato, non in un colpo solo.
I militari sostengono anche che una recente operazione delle forze armate, Deep Punch II, ha indebolito il gruppo islamista. A conferma di ciò nel suo discorso di Capodanno, il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha affermato che il gruppo è stato duramente “colpito”.
Antigha ha chiarito che la recente operazione “era mirata a distruggere l’infrastruttura e la logistica di Boko Haram, come centri di comunicazione, cantieri di fabbricazione, attrezzature per la fabbricazione di bombe, veicoli e altri mezzi di sostentamento”. “Il conseguente collasso della loro struttura di comando e dei mezzi di sopravvivenza – conclude Antigha – ha quindi innescato la fuga dei rapiti”.
Il colonnello ha anche rivelato che i fuggiaschi sono stati profilati per assicurare che non ci fossero militanti nascosti tra loro e che due donne tra i prigionieri fuggiti hanno partorito in modo sicuro in una struttura di detenzione militare.
Boko Haram, il cui nome si traduce approssimativamente in “L’educazione occidentale è proibita”, ha intrapreso una campagna armata per creare uno stato islamico nella Nigeria nord-orientale. Da più di otto anni, Boko Haram ha ucciso oltre 20.000 persone e sfollato circa 2,6 milioni.
Il gruppo islamista ha acquisito notorietà internazionale dopo che i suoi combattenti hanno rapito più di 200 studentesse nella città di Chibok. Nelle mani degli estremisti rimangono ancora un centinaio di altre giovani, molte delle quali sono state costrette a matrimoni forzati o a compiere attentati kamikaze.
Al suo apice, il gruppo controllava vaste aree di territorio nella regione del Lago Ciad, ma l’esercito nigeriano, con l’assistenza di Ciad, Camerun e Niger, ha spinto i jihadisti fuori da un certo numero di province nel nord-est. Ma nonostante l’insistenza delle autorità sul fatto che il gruppo sia stato sconfitto, negli ultimi mesi i suoi combattenti hanno intensificato i loro attacchi a obiettivi militari e civili.