Il mese di maggio è stato infernale per l’Isis, che ha perso importanti città in Siria e in Iraq. Lo riporta Al Masdar. La sconfitta peggiore si è registrata nella periferia occidentale del governatorato di Raqqa, per mano delle Sdf, le forze democratiche siriane, l’alleanza curdo araba sostenuta dagli Stati Uniti che dieci giorni fa ha riconquistato la città di Tabqa, la sua diga e alcuni villaggi limitrofi.Foto da Al Masdar NewsL’Isis ha subito una cocente sconfitta anche a Jirah, nel nord della Siria. L’avanzata dell’esercito di Damasco era iniziata il 9 marzo scorso e si è conclusa il 12 maggio, quando i lealisti hanno riconquistato l’aeroporto della città. Bashar Al Assad, insieme alle milizie sciite, sta cercando di tagliare i collegamenti delle bandiere nere nel sud del Paese, al confine tra Iraq e Giordania. Secondo quanto fa sapere Al Arabiya, citata dall’agenzia Nova, “l’obiettivo è di prendere il controllo della zona controllata dallo Stato islamico dove passa la strada che collega Damasco a Baghdad. Si tratta di un’arteria importante per il governo di Damasco in quanto è la via principale per far entrare le armi dall’Iran direttamente in Siria. Gli osservatori arabi ritengono che la presenza di truppe di Assad al confine con la Giordania sia anche una risposta al possibile piano dei ribelli siriani di lanciare un attacco partendo dal confine giordano dopo le polemiche sorte nelle scorse settimane tra il governo di Damasco e quello di Amman”.[Best_Wordpress_Gallery id=”495″ gal_title=”SDF A RAQQA OK”]Ma è nella provincia di Raqqa che l’Isis sta subendo le perdite peggiori. Secondo quanto fa sapere Tim Ramadan, un attivista che vive a Raqqa sotto pseudonimo ed è legato ai ribelli del gruppo anti Califfato “Sound and Picture”, “la città è ora sotto il completo controllo di combattenti arabi, per la prima volta dal 2013. Non ci sono più occidentali”. A Raqqa, secondo le informazioni filtrate da Ramadan, non ci sarebbero quindi più foreign fighters. Questi dati sarebbero confermati anche da Aghiad al Kheder, che, contattato dal Telegraph, afferma che “Daesh ha bisogno di tenere al sicuro i suoi combattenti stranieri. Sono importanti per ragioni di propaganda, utili per reclutare nuovi aderenti in Europa e negli Stati Uniti”. Secondo gli attivisti di “Sound and Picture”, l’Isis avrebbe momentaneamente spostato la sua “capitale” a Deir Ezzor, una ottantina di chilometri a sud di Raqqa, sulla strada che collega la Siria all’Iraq. A Raqqa sarebbero rimasti circa 3000 combattenti dell’Isis. Le Sdf, dopo aver ripreso Tabqa, hanno circondato la capitale del Califfato su tre lati.Secondo il ricercatore dell’International Center for the Study of Violent extremism, Asaad Almohammad, citato da Nova, gran parte delle riserve di denaro dello Stato islamico sarebbero state già trasferite nella città di Mayadin, nella provincia di Deir Ezzor. La fuga dei foreign fighters da Raqqa è confermata anche da Shervan Derwish, portavoce delle Sdf: “Sappiamo che molti combattenti, sopratutto stranieri, si sono spostati verso Deir Ezzor lo scorso 26 aprile, perché in vista dell’avanzata della coalizione su Raqqa, Deir Ezzor risulta meglio protetta. Questo però significa anche che rimarranno in Siria ancora a lungo”.La fuga dei jihadisti preoccupa non poco i Paesi occidentali in quanto molti combattenti sono in contatto con sostenitori che vivono in Europa. Tra le file dei combattenti dell’Isis ci sarebbero ancora circa 250-300 britannici.
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