Sabato prossimo ci sarà la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio. Ma assieme all’attesa per l’apertura dei Giochi olimpici, cresce l’allarme terrorismo. Da alcune settimane, infatti, rivela il New York Times, gli uomini del sedicente Califfato hanno iniziato a diffondere la propria propaganda in portoghese, per mobilitare i “lupi solitari” brasiliani e i cosiddetti terroristi “home grown”.banner_occhi_sotto_attaccoSOSTIENI IL REPORTAGE SUI CRISTIANI SOTTO TIROPer questo motivo, spiega il quotidiano statunitense, gli uomini dell’Fbi e dei servizi di sicurezza americani starebbero da mesi cooperando a stretto giro con i colleghi brasiliani, al fine di garantire la massima sicurezza sulle Olimpiadi.Gli esperti americani stanno addestrando gli uomini dell’antiterrorismo brasiliano per rispondere sia ad eventuali “attacchi chimici e biologici” o “con materiale radioattivo”, uno dei punti deboli della sicurezza brasiliana secondo i funzionari statunitensi, sia alla minaccia verso i cosiddetti “soft targets”. Ovvero, bar, ristoranti, locali notturni, negozi, centri commerciali o mezzi di trasporto. Insomma, tutti quegli obiettivi che, come mostra la tragica esperienza europea, sono meno sorvegliati e, di conseguenza, considerati più facili da colpire.Messi da parte i vecchi rancori legati allo scandalo dello spionaggio dei leader brasiliani da parte dell’Nsa (National security agency), quindi, gli uomini della sicurezza brasiliana hanno accettato i suggerimenti degli agenti statunitensi per garantire l’incolumità di atleti e spettatori durante tutti i Giochi olimpici, partecipando anche all’organizzazione di importanti eventi sportivi negli Stati Uniti, come il Super Bowl dello scorso febbraio. La cooperazione tra i due servizi di intelligence, ed in particolare l’aiuto dell’Fbi, ha già consentito di arrestare 13 persone appartenenti ad un gruppo legato all’Isis, i “Difensori della Sharia”, che volevano mettere a segno attacchi proprio durante i Giochi di Rio.Per approfondire: Rio è nelle mani dei narcosMa la propaganda jihadista non si è fermata. E corre, come al solito, su Telegram. Lo scorso 19 luglio i servizi di sicurezza americani e brasiliani hanno intercettato un canale in portoghese dedicato ad “Ispirare i credenti”, attraverso il quale i jihadisti chiamavano a raccolta in Brasile i “lupi solitari di tutto il mondo” per costruire una rete locale capace di mettere a segno attacchi. L’obiettivo, infatti, è sempre lo stesso. Colpire le Olimpiadi. E nel canale interno alla app di messaggistica, quindi, secondo quanto rivela il sito che monitora la comunicazione dell’Isis, il Site, i jihadisti dispensavano consigli su come attaccare singolarmente cittadini americani, britannici, francesi e israeliani, uccidendoli “mettendo veleno o medicinali nei cibi e nelle bevande”. Un’altra delle modalità di attacco suggerita è quella che prevede l’impiego di “droni giocattolo”, equipaggiati con piccole quantità di esplosivo. E tra le ipotesi prese in considerazione dai jihadisti ci sarebbe pure un assalto in stile “Settembre Nero”. Alcuni utenti del gruppo, infatti, citano come esempio da imitare l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, dove entrò in azione il commando palestinese che, dopo aver fatto irruzione nel villaggio olimpico, sequestrò e uccise undici atleti della squadra israeliana.Per approfondire: Il piano dell’Isis per colpire RioIl Brasile, a pochi giorni dall’apertura dei Giochi, cerca, quindi, di rispondere in maniera più efficace possibile alle minacce. La presidente Rousseff, lo scorso marzo, aveva firmato una legge che concedeva il potere di arrestare e tenere in carcere le persone anche solo sospettate di pianificare attacchi terroristici. Oltre a questa misura, il Brasile ha quindi rafforzato la cooperazione con l’intelligence americana ed anche con i servizi francesi. Parigi, ormai uno degli obiettivi privilegiati dell’Isis, ha infatti inviato le sue forze speciali per addestrare i colleghi brasiliani nella protezione di aeroporti e scali ferroviari. Così il Brasile si prepara alla sfida più difficile. Quella contro il terrorismo islamico.Ora i cristiani sono sotto tiro non solo in Medio Oriente, Africa, Asia ma anche qui da noi. Per questo vogliamo continuare a raccontare le storie dei cristiani sotto attacco ovunque si verificassero episodi di discriminazioni, persecuzioni, violenze. Per farlo abbiamo bisogno anche di te. SOSTIENI IL REPORTAGE SUI CRISTIANI SOTTO TIRO QUI





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