Le forze di sicurezza del Mozambico hanno reso noto che i ribelli islamisti, attivi nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, hanno conquistato la strategica città di  Mocimboa da Praia. Gli insorti avrebbero attaccato l’abitato prima dell’alba riuscendo ad occupare la città ed anche la vicina base militare. L’operazione è stata condotta su due fronti: una parte del commando ha attaccato via mare mentre altri  si sono mossi via terra riuscendo a vincere le resistenze delle forze di sicurezza. I ribelli sono poi riusciti ad impossessarsi di un discreto quantitativo di armamenti ed hanno distrutto edifici governativi, banche e negozi (dopo averli saccheggiati). Secondo alcune fonti i combattenti si sarebbero poi ritirati. L’operazione non è stata rivendicata ma gli insorti islamisti attivi nel nord del Mozambico sono di certo dietro a questa azione di terrorismo.

Una minaccia per il Mozambico

La provincia di Cabo Delgado è segnata, ormai da oltre due anni, dall‘insurrezione dei ribelli islamisti. Questa regione è tra le più povere del Mozambico ma è in realtà ricca di gas naturale: Maputo ha infatti individuato, nel 2010, la presenza di cospicui giacimenti sottomarini. La compagnia petrolifera ExxonMobil ha annunciato, nell’ottobre del 2019, un piano d’investimento di oltre 500 milioni di dollari  per costruire le infrastrutture necessarie per lo sfruttamento di questi giacimenti e pertanto il governo del Mozambico è particolarmente interessato alla pacificazione di Cabo Delgado. Una pacificazione che, però, sembra ancora lontana: le azioni dei terroristi hanno portato, nel corso degli anni, alla morte di oltre 700 persone mentre più di 100mila cittadini sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni ed a divenire rifugiati interni. L’insurrezione islamista è passata dall’essere un problema strettamente locale ad una consolidata minaccia regionale ed il quadro ha subito un peggioramento anche a causa della crescente presenza di terroristi stranieri. A Cabo Delgado sembra sia attiva anche una delle branche dello Stato Islamico, la cosiddetta Iscap (Islamic State Central African Province). L’Iscap avrebbe contribuito a rendere più pericolosi e mortali gli attacchi degli islamisti mentre  l’esercito di Maputo non è riuscito a contenere l’insurrezione ed è stato accusato di eccessiva brutalità.

Le prospettive

La questione di Cabo Delgado è stata recentemente evidenziata dal Capo di Stato Filipe Nyusi che ha affermato come il suo esecutivo non avrà pace finché la provincia settentrionale non verrà stabilizzata. Secondo Alex Vines, sentito da Voanews ed a capo dell’Africa Program presso la Chatam House, il presidente ha finalmente riconosciuto la necessità di ricorrere al supporto internazionale per cercare di pacificare la provincia. Lo stesso Vines ha poi affermato come le forze di sicurezza del Mozambico necessitino di riforme urgenti e di un addestramento migliore. Secondo Joseph Hanlon, un giornalista ed accademico inglese sentito dallIrish Times, le radici dell’insurrezione non sarebbero da ricercare nell’ideologia islamista ma piuttosto nelle condizioni di povertà e diseguaglianza che permeano la provincia e che contribuiscono a fomentare un crescente malcontento sociale. L’evoluzione dello scenario dipenderà, dunque, dalla capacità di Maputo di combinare la pianificazione di operazioni militari efficaci e di politiche economiche di integrazione e di sviluppo.

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