La visita di Sua Santità Francesco in Egitto è un appuntamento che ha destato molte perplessità in termini di sicurezza da parte delle forze dell’ordine e dell’intelligence egiziana. Il motivo è ovvio, scontato. La sua presenza in un Paese con forti tensioni sociali e confessionali non può essere sottovalutata nell’ottica del rischio terrorismo. L’attentato che ha devastato le chiese copte ed ha insanguinato la vigilia dell’incontro tra il Papa e la comunità cattolica egiziana è stato di importanza enorme. In molti hanno chiesto a Francesco di desistere, e di non rischiare il viaggio. In molti hanno paura della sicurezza del Pontefice, altri delle persone che assisteranno alle celebrazioni, altri ancora sono preoccupati per tutti gli uomini della sicurezza impegnati su vari fronti.La continua sensazione di terrore, gli attentati contro la comunità copta, fino agli attentati di Parigi di ieri notte, hanno innalzato il livello di allerta al massimo, ed hanno costretto il Comitato organizzatore a modificare i piani del viaggio di Francesco nel Paese.Per evitare incidenti e rischi d’infiltrazioni, il vescovo di Luxor ha annunciato nelle ultime ore un cambio di programma che fa comprendere quanto in Egitto sia sentito il problema di come proteggere la comunità cristiana e il Papa dopo gli attentati. Il prossimo 29 aprile, la messa non sarà più nel luogo prefissato, cioè la sala attigua allo stadio del Cairo, ma direttamente nello stadio dell’aeronautica militare. Il vescovo, monsignor Bishay, presidente del Comitato organizzatore della visita di Francesco in Egitto ha tenuto a spiegare la scelta del cambio di sito per due ragioni.Una prima ragione, logistica. Dalle 18mila persone del primo sito, si è passati alla capienza di 25mila persone. Le richieste di partecipazione, infatti, sono state altissime, merito soprattutto della forte valenza simbolica di questa visita nel Paese. La comunità cristiana e cattolica vive da anni una situazione molto difficile nel Paese, e il Papa in quella terra così devastata dal terrore e dal fondamentalismo islamico, diventa un faro per molti credenti fiaccati da questo periodo di rabbia e di terrore.Ma c’è poi una seconda ragione, che ovviamente, è quella della sicurezza. Un sito militare garantisce naturalmente una serie di difese e di protezioni che permettono al governo egiziano di gestire molto meglio il flusso di gente, ed il deflusso, facendo sì che il pontefice ed i suoi collaboratori siano disposti in luoghi sicuri e ermetici. Inoltre, la base militare è fuori dal centro del Cairo. E questo è particolarmente importante per il controllo del territorio. Un luogo esterno aiuta il controllo del flusso, del deflusso, ma soprattutto evita pericolosi ingorghi di traffico in cui si potrebbe annidare la minaccia di un attacco terroristico per colpire la comunità cristiana ancora una volta.Un segno dei tempi che cambiano, con un Pontefice, messaggero di pace, che deve dire messa in una base dell’Aeronautica militare. Un segnale di come la tensione sia forte, la situazione incandescente e di come l’Egitto stia sempre più comprendendo il rischio di un viaggio che potrebbe essere insanguinato da un attacco che sarebbe tra i più vili. Contro una comunità in festa che aspetta solo il proprio capo spirituale.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.