Sogni di diventare fotografo?
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Quali saranno le prossime mosse dello Stato Islamico? A poche ore dall’attentato che ha fatto tremare le fondamenta dell’aeroporto di Istanbul e, con esse, le nostre già traballanti certezze, è inevitabile domandarsi dove ancora ci porterà tutto questo. La risposta all’angoscioso interrogativo potrebbe esser contenuta in un video.Apparso in rete poche ore prima dell’attentato all’aeroporto di Ataturk, il documento sembrerebbe rivelare – dopo il locale gay Pulse ad Orlando – quali potrebbero essere i prossimi obiettivi dei terroristi negli States. Forse il Golden Gate Bridge di San Francisco. Forse Las Vegas Strip, la strada di Las Vegas famosa per l’altissima concentrazione di hotel e casinò.Entrambi gli scenari compaiono, infatti, nel filmato con cui Jasmin Keserović, foreign fighter bosniaco conosciuto con il nome di battaglia di Abu al Bosnia, ritorna a minacciare l’Occidente e la cristianità.Per approfondire: Così l’Isis recluta con un click“Alzatevi mussulmani! Uccidete i cristiani ed i loro dipendenti! Nelle loro città e stati. Piazzate esplosivi sotto le loro auto, nelle loro case, nei loro uffici. Uccideteli con fucili di precisione e silenziatori. Uccideteli come si presenta l’occasione … anche con il coltello”, dice Keserović, mentre la fotocamera mette a fuoco il California Street Tower, secondo edificio più alto della città, ed un tram che “scala” le pendenze di San Francisco.Keserović ha ventidue anni ed è uno dei 330 cittadini bosniaci che, secondo i dati raccolti dall’International Centre for the Study of Radicalisation and Political Violence, sono partiti alla volta dell’autoproclamato Stato islamico. Il giovane Jasmin, vecchia conoscenza dell’intelligence di Sarajevo, avrebbe lasciato la città di Zavidovići, nel cuore della Bosnia, per giurare fedeltà a Baghdadi nel gennaio 2013.Non è la prima volta che Jasmin compare in un video simile. Ben prima di lui, altri suoi connazionali si erano già cimentati in questo “macabro rituale”. Nihad Berković, trentaquattrenne partito da Tuzla – zona che ospita i campi di addestramento per jihadisti – e arrivato, con la moglie, ad ottobre 2013 in Siria dove è diventato Abu Jihad al Bosnia. Il ventiseienne Midžić, originario di Bihać  – sul fiume Una – e conosciuto con il nome di Salahuddin al Bosnia. Sono solo alcuni dei vee-jay bosniaci di cui si è servito il Califfo in passato.Per approfondire: I “cuccioli” di Al Baghdadi“Non bisogna far distinzione tra civili e militari, così come i loro aerei non distinguono tra soldati dello Stato islamico e civili. Bisogna saldamente contare su Allah. E aiutare i propri fratelli senza dubitare della correttezza delle proprie azioni. Quando punirete, punite come siete stati puniti”. Con queste parole, formulate dopo aver elogiato il martirio di Omar Mateen, l’attentatore di Orlando, ed il gesto di Larossi Abballa, il killer suicida dei due poliziotti di Parigi, Keserović si interrompe.

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