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Si è conclusa con l’uccisione di tre terroristi e il fermo di un quarto l’operazione antiterrorismo delle forze speciali georgiane andata avanti per circa 20 ore alla periferia della capitale Tbilisi.

Il blitz delle “teste di cuoio” georgiane nel condominio di dieci piani di via Gabriela Salosi, nel quartiere di Isani, è iniziato nella serata di martedì. È qui che, dopo aver evacuato e perquisito l’edificio, gli uomini delle forze speciali hanno invitato quattro presunti terroristi che occupavano uno degli appartamenti a costituirsi. Ma i membri del gruppo armato, per tutta risposta, hanno aperto il fuoco contro gli spetsnaz. L’eco degli spari e delle esplosioni è risuonata in tutta l’area completamente isolata dagli uomini delle forze speciali. Gli scontri si sono protratti per ore ed è stato necessario l’intervento sul posto di diversi veicoli militari blindati. L’operazione si è conclusa solo quando i corpi di tre terroristi sono rimasti a terra senza vita. Un quarto uomo è stato, invece, arrestato e consegnato alle autorità.

Secondo quanto ha riferito la portavoce dei servizi di sicurezza di Tbilisi, Nino Giorgobiani, citata dall’agenzia di stampa russa Interfax, nell’operazione ha perso la vita anche un membro delle forze speciali, deceduto in ospedale a causa delle gravi ferite riportate nello scontro a fuoco. In tutto quattro membri delle forze di sicurezza, due spetsnaz e due poliziotti, sono rimasti feriti. I componenti del gruppo terroristico, ha fatto sapere la donna, non sarebbero di nazionalità georgiana ed erano monitorati dalle forze dell’ordine già da alcune settimane. I servizi di sicurezza georgiani stanno ora lavorando con gli 007 stranieri per dare un nome ai volti dei quattro miliziani che hanno tenuto sotto scacco per un’intera giornata le “teste di cuoio” di Tbilisi. Secondo alcune indiscrezioni circolate sulla stampa locale, e pubblicate dalla stessa agenzia russa, i quattro sarebbero miliziani ceceni legati allo Stato Islamico, arrivati illegalmente in Georgia. Per ora, tuttavia, non ci sono conferme in questo senso da parte delle autorità.

Sulla vicenda è intervenuto anche il premier georgiano, Giorgi Kvirikashvili, il quale ha confermato che all’invito ad arrendersi degli spetsnaz, i presunti terroristi hanno aperto il fuoco e che, dunque, l’operato delle forze speciali è da considerarsi “assolutamente legittimo”. Il premier di Tbilisi ha poi chiarito che l’operazione si è prolungata al fine di assicurare la sicurezza di tutti i cittadini residenti nella zona. Negli ultimi anni decine di giovani jihadisti georgiani hanno scelto di unirsi all’esercito del Califfato in Siria e in Iraq. La maggior parte di loro è partita dai villaggi della Gola di Pankisi, nel nord-est del Paese, dove la maggioranza della popolazione professa la fede musulmana e dove risiedono numerosi immigrati ceceni fuggiti durante le guerre del ’94 e del 2000. È da qui, ad esempio, che proveniva Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, uno dei comandanti più famosi e spietati dell’Isis in Siria, meglio conosciuto come Abu Omar al Shishani.

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