In Bangladesh undici Organizzazioni non governative (Ong) sono finite sotto i riflettori. Per il governo sono sospettate di aver usato ingenti somme di denaro arrivate dall’estero per finanziare gruppi radicali islamici. I finanziamenti incriminati sarebbero giunti dal Kuwait, dal Qatar e dall’Arabia Saudita, ma anche dalla Gran Bretagna. In particolare, le autorità, stanno indagando sui fondi che le associazioni umanitarie avrebbero speso a partire dal 2012.Per approfondire: Il Bangladesh tra Isis e Al QaidaTra le Ong sotto osservazione spiccano nomi importanti come Islamic Relief, l’organizzazione musulmana attiva in quaranta Paesi del mondo e operativa in Bangladesh dal 1991. “Nel corso della nostra storia trentennale – si legge nel loro sito – siamo diventati, grazie ad Allah, una delle più grandi organizzazioni islamiche del mondo”. Ed è vero. Nata nel 1984 in Inghilterra, Islamic Relief gestisce una gran quantità di fondi, tra questi anche quelli che arrivano dai governi occidentali, dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea e non è la prima volta che i suoi membri vengono accusati di aver fatto donazioni a persone e gruppi radicali, mascherandole come aiuti umanitari.Alcune delle altre Ong tenute sotto osservazione degli inquirenti del Paese, sono Muslim Add Bangladesh, Rabata Al-Alam Al-Islmi, Qater Charitable Society e Kuwait Joint Relief Committee. Ma in realtà, secondo Abul Barakat, professore all’Università di Dacca, esperto di economia e di fondamentalismo, sarebbero più di duecento le associazioni che avrebbero ricevuto fondi per aiutare i gruppi terroristici.Nulla di nuovo, certo. Per rimanere in Asia, ad esempio, nelle Filippine del sud, grazie ad un finanziamento di sei milioni di dollari, donato da Osama Bin Laden e fatto passare attraverso alcune organizzazioni caritatevoli musulmane attive nel Mindanao, è nato Abu Sayyaf, la costola filippina di Al Qaeda ora affiliata ai tagliagole del Califfo. O, per avvicinarci più all’Italia, nel Kosovo – la più giovane e malandata repubblica d’Europa, proclamatasi indipendente nel febbraio 2008 – è dal dopo guerra che sono attive Ong che hanno contribuito alla crescita del fanatismo religioso e del terrorismo.Per approfondire: La svolta radicale del BangladeshMa il Bangladesh, uno dei primi Paesi al mondo per presenza di musulmani, dove l’Islam è religione di stato, sta vivendo una pericolosa deriva estremista, che ha portato all’uccisione di quasi 70 persone negli ultimi diciotto mesi e che vede qualsiasi non musulmano radicale come obiettivo. E la cosa più preoccupante è che, con l’attacco del primo luglio scorso all’Holey Artisan Bakery di Dacca, i jihadisti hanno fatto un notevole salto di qualità.Salto di qualità che è stato costruito nel tempo, utilizzando due binari. Il primo è stato quello di aver fondato scuole islamiche, ospedali e centri di formazione, volte a indottrinare le persone più bisognose e ignoranti del Paese. L’altra, invece, quella più preoccupante, è stata la capacità di infiltrarsi nella popolazione più benestante e colta, arruolando tra le loro fila persone dai profili professionali più alti. Come professori, medici, architetti e ingegneri. Un mix letale, di cui anche il governo bengalese – finalmente – sembra accorgersi e iniziare a prendere provvedimenti. Meglio tardi che mai.@fabio_polese





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