Un agente della polizia della Catalogna, i Mossos d’Esquadra, ha avuto una conversazione telefonica con uno degli attentatori di Barcellona, Younes Abouyaaqoub, poche ore prima della strage delle Ramblas. La notizia è stata dal quotidiano locale, Okdiario. Secondo le informazioni ottenute dalle indagini, la telefonata sarebbe partita da una sede dei Mossos di Barcellona tra le 15 e le 16 del pomeriggio in cui è avvenuta la strage che ha insanguinato le Ramblas. Secondo quanto sostenuto dagli investigatori che si occupano di questa telefonata, nel momento in cui è avvenuto il contatto telefonico fra l’ignoto agente catalano e l’attentatore marocchino di 22 anni, quest’ultimo si trovava probabilmente in macchina per le strade del capoluogo catalano. Poche ore dopo quella telefonata, il furgone su cui viaggiava Abouyaaqoub sarebbe stato lo strumento di morte di uno dei peggiori attentati della storia spagnola, fra Eta e Al Qaeda.
La telefonata sospetta è stata notata dagli agenti della polizia quando hanno intrapreso le attività d’indagine per ricostruire tutte le telefonate avute dagli attentatori. I registri telefonici mostravano, infatti, tra le varie chiamate una partita proprio da un commissariato dei Mossos d’Esquadra di Barcellona – non si sa esattamente quale – non lontano dal luogo della strage. Una scoperta che destato perplessità e sgomento fra gli investigatori che adesso devono comprendere che cosa sia avvenuto in quei quattro minuti di telefonata, cosa si siano detti l’ignoto agente e l’attentatore e perché questa telefonata sia stata compiuta poche ore prima dell’attentato. Chiaramente il tutto è avvenuto senza che i Mosso ne fossero a conoscenza. Su ordine del giudice che segue le indagini, Fernando Andreu, gli agenti hanno operato nel totale segreto senza che nessuno potesse sapere cosa stessero tentando di scoprire quei membri della polizia all’interno del commissariato dei Mossos. E per ora, ancora non si è giunti a una risposta, poiché sembra impossibile, per motivi tecnici, risalire al telefono esatto da cui è partita la telefonata. Si può sapere la centralina telefonica ma non l’apparecchio, dunque è impossibile risalire tramite questo strumento d’indagine all’autore della chiamata.
Le domande che tutti si pongono sono le stesse: perché un agente dei Mossos ha telefonato all’attentatore di Barcellona prima che colpisse le Ramblas? Chi ha effettuato la telefonata e soprattutto, in caso fosse stata una telefonata ordinata da un comandante a un agente, chi ne ha dato l’ordine? Finora non vi sono state risposte. Sono almeno due le possibilità scandagliate sdagli investigatori spagnoli e catalani. La prima è che quel numero di telefono sia stato rinvenuto nelle varie perquisizioni nel covo di Alcanar, a Tarragona, dopo l’esplosione del 16 agosto, in cui si ritiene che sia stata fatta esplodere la bomba che avrebbe dovuto colpire il piazzale della Sagrada Familia e dove si pensa sia morto l’imam di Ripoll. Secondo quest’ipotesi investigativa, un comandante dei Mossos avrebbe ordinato a un agente di verificare il numero trovato. Una seconda ipotesi, vagliata dagli investigatori, è che Abouyaaqoub fosse un informatore della polizia catalana. Un informatore doppiogiochista? Non sarebbe la prima volta. Sta di fatto che il 22enne marocchino avrebbe potuto essere un informatore dei Mossos e, allo stesso tempo, continuare la sua vita da jihadista, nel tipico atteggiamento dissimulatore di molti terroristi islamici. A quel punto, dopo l’esplosione di Alcanar, il comando catalano potrebbe aver forzato la mano sul terrorista chiedendo informazioni e, una volta scoperto il piano, al terrorista non rimaneva altra soluzione che finire quanto preparato e uccidere i passanti che affollavano la via pedonale di Barcellona. C’è poi una terza ipotesi, che non si può purtroppo scartare: e cioè che un agente dei Mossos fosse legato alla cellula terroristica. Ipotesi che non è considerata molto credibile dalle indagini ma che non va, in ogni caso, bollata come completamente inverosimile. Il terrorista potrebbe essere stato avvertito delle indagini facendo attivare il piano di attacco.
Le risposte, per ora, non sembrano arrivare. È impossibile rintracciare l’autore della telefonata ed è soprattutto impossibile saperlo dallo stesso jihadista visto che è stato ucciso dalla polizia a Subirats. Anche quest’uccisione getta alcune ombre inquietanti sulla vicenda. Abouyaaqoub era l’unico attentatore riuscito a sopravvivere ed era riuscito a fuggire da Barcellona. Arrivato a Subirats, 50 chilometri circa dal capoluogo, è stato riconosciuto da una signora e freddato dai Mossos intervenuti: si dice perché in possesso di un cinturone esplosivo falso. Ma c’è chi giura quella risposta violenta dei Mossos contro il terrorista sia stato più frutto della scelta di non lasciare testimoni. E quella telefonata non aiuta a dissipare i dubbi.