Armi come merce di scambio per comprarsi le milizie e rafforzare la propria presenza sul territorio. Una forma di valuta utilizzata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per tenere sotto controllo milizie e tribù nello Yemen devastato da anni di guerra civile. È quanto riportato dalla Cnn che ha rivelato come le armi americane siano così finite non solo tra le mani di gruppi vicini alla coalizione a guida saudita, ma anche ai combattenti legati ad Al Qaeda e ai ribelli sostenuti dall’Iran.
Missili, artiglieria di ogni tipo e veicoli corazzati prodotti negli Stati Uniti arrivano in Yemen nel 2015, quando Riad dà inizio alle operazioni contro gli Houthi. L’Arabia Saudita – alla guida di una coalizione formata da Bahrein, Emirati, Kuwait, Marocco, Giordania, Egitto e Qatar (questi ultimi due si sono poi ritirati dal Paese) – prende di mira fin da subito i principali obiettivi dei ribelli. Per Riad sarebbe dovuta essere una guerra lampo, da vincere in pochi mesi: il conflitto in Yemen sta invece per entrare nel suo quinto anno di combattimenti.
Un Paese che diventa ogni giorno più instabile, dove gli Houthi, la milizia sciita supportata dall’Iran, si scontrano con la coalizione di Stati arabi. E ad approfittare di questo quadro frammentato ci sono i gruppi terroristici. Al Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap), che nello Yemen è già presente da anni, inizia fin da subito ad espandersi sul territorio. Tra il 2016 e il 2017 anche lo Stato Islamico si insedia nel Paese, mettendo in atto numerosi e sanguinosi attacchi.
Armi dall’Occidente
Un guerra che non sembra volersi placare, combattuta con armi occidentali. Da Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Italia partono armamenti verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti che vengono poi utilizzati per distruggere lo Yemen. Dopo l’uccisone del giornalista saudita Jamal Khashoggi, numerosi Paesi annunciano lo stop alla vendita di armi ai Saud. Annunci, appunto. Perché in verità nessuno blocca gli affari con Riad e Abu Dhabi: gli armamenti continuano così a viaggiare verso il Golfo. Armi che ora, spiega la Cnn, finiscono anche nelle mani di diverse fazioni che combattono da anni in Yemen. Il tutto in violazione degli accordi tra Saud e Stati Uniti, i maggiori fornitori di missili e mezzi corazzati alla coalizione.
Secondo analisti e comandati locali, la coalizione a guida saudita usa le armi per comprare la lealtà di clan locali e milizie in modo da fortificare la sua presenza nel Paese. Così gli armamenti fabbricati in Occidente iniziano a girare sul territorio senza possibilità di essere rintracciati: aumentano i commercianti di armi, nelle città si moltiplicano i mercati illegali di ogni tipo di attrezzatura militare e i gruppi terroristici arricchiscono i loro arsenali con strumenti di ultima generazione. Un mercato nero che risponde alle esigenze del singolo ma che può rifornire anche intere milizie nemiche: così i combattenti impugnano armi americane e viaggiano su mezzi il cui numero di serie rimanda al produttore che si trova in Texas.
A denunciare il comportamento della coalizione a guida saudita anche Amnesty International. L’organizzazione punta il dito in particolare contro gli Emirati Arabi Uniti: “Deviando illegalmente e irresponsabilmente le consegne ricevute, gli Emirati sono diventati il principale fornitore di veicoli blindati, sistemi di mortaio, fucili, pistole e mitragliatrici a milizie presenti in Yemen che compiono crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani in modo del tutto impunito”, si legge in una nota. Secondo i dati disponibili, dal 2015 ad oggi sono stati forniti agli Emirati armi per un valore di oltre 3,5 miliardi di dollari.
Armamenti in mano all’Iran
Nel caso specifico degli Stati Uniti, ai destinatari di armi americane è vietato il trasferimento di qualsiasi apparecchiatura a terzi, senza autorizzazione. Un via libera che non è mai stato dato dall’amministrazione Trump. “Gli Usa non hanno mai autorizzato l’Arabia o gli Emirati a trasferire le attrezzature a partiti interni”, ha specificato il portavoce del Pentagono. La coalizione, da parte sua, nega di aver violato i termini degli accordi e di aver fornito armi a milizie fuori dalla sua supervisione.
Le “vendite” illecite di mezzi sofisticati, ordigni e missili espongono anche le tecnologie militari americane ai nemici di Trump, l’Iran in primo luogo. Questo potrebbe rappresentare un pericolo per le truppe in loco e in altre zone di conflitto. “L’intelligence iraniana sta valutando molto attentamente la tecnologia militare degli Stati Uniti – ha rivelato una fonte alla Cnn -. Di ogni arma americana provano a scoprire i dettagli: come è fatta, come funziona”.
Emergenza umanitaria
Sconvolto da quattro anni di guerra civile, lo Yemen è in piena emergenza umanitaria. Secondo i dati dell’Oxfam, il bilancio del conflitto fino ad ora è di oltre 17mila civili tra morti e feriti. Più di 3 milioni di persone sono state costrette a fuggire dal Paese, mentre 18 milioni di yemeniti vivono “sull’orlo della carestia”. Lo Yemen sta inoltre affrontando la peggiore epidemia di colera mai registrata al mondo: in questi anni di conflitto sono stati segnalati più di 1,2 milioni di casi, oltre 2.500 le vittime.