Al via la campagna di coscrizione stagionale in Russia, l’Ungheria non vede di buon occhio l’adesione ucraina all’Unione europea, la normalizzazione tra Riyad e Tel Aviv potrebbe procedere senza affrontare il nodo principale del patto: la creazione di uno Stato per i palestinesi. Un attacco dinamitardo contro una processione di musulmani fa più di 50 vittime in Pakistan; l’uranio proveniente dalla Russia arriva a Rooppur, in Bangladesh, per avviare un nuovo impianto nucleare costruito da Rosatom. Ecco le cinque notizie del giorno.

L’Ungheria non ha una “voglia irresistibile” di accettare Kiev nell’Unione

All’Ucraina è stato assegnato lo status di Paese candidato all’Unione europea lo scorso anno in un processo insolitamente veloce rispetto all’approccio tradizionale dell’organizzazione che si è mossa contro l’invasione russa. Oggi, il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban ha espresso forti dubbi sul fatto che Kiev inizierà veramente i negoziati nel prossimo futuro, definendo “irrealistico” un avvio dell’iter ora che il Paese è in guerra. In un discorso trasmesso via radio, Orban ha ricordato che per ammettere un nuovo Stato nell’Unione è necessario il sì di tutti e 27 i membri e che nel panorama istituzionale ungherese, il via libera dovrebbe essere dato dal parlamento. Tuttavia, il premier ha confidato: “quando sono in aula, non percepisco un irresistibile desiderio di votare per l’adesione ucraina entro i prossimi due anni. Pertanto ci andrei cauto con questi piani ambiziosi”. Alcuni fondi europei per l’Ungheria sono stati congelati per via delle presunte violazioni dello stato di diritto e per corruzione, e il Paese ha una contesa aperta con Kiev per i diritti della minoranza etnica ungara nell’Ucraina occidentale. Budapest è l’unica tra i 27 ad aver mantenuto stretti rapporti con Mosca e ad aver osteggiato l’invio di armi e di assistenza economica all’Ucraina.

Al via la coscrizione autunnale: Putin convoca 130mila uomini

Il presidente della Russia Vladimir Putin ha firmato un decreto che stabilisce l’inizio dell’ordinaria campagna di coscrizione autunnale, che normalmente coinvolge 130mila cittadini per il servizio militare obbligatorio. Tutti gli uomini in Russia sono tenuti a prestare servizio militare per un anno tra i 18 e i 27 anni d’età, o una formazione equivalente nel corso degli studi superiori, e la coscrizione avviene normalmente in autunno e in primavera. La campagna di quest’anno comincia mentre le forze armate russe insistono con l'”operazione speciale” in Ucraina, che entra nel suo ventesimo mese. Oggi il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, numero due del dipartimento Organizzazione e mobilitazione dello Stato Maggiore russo, ha precisato che i nuovi coscritti verranno dispiegati sul territorio russo ma nessuno di loro andrà nelle cosiddette “nuove regioni“, cioè le zone occupate degli oblast ucraini di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson.

La normalizzazione saudita potrebbe procedere anche senza i palestinesi

L’Arabia Saudita non bloccherà il processo di pace con Israele anche nel caso in cui questo non facesse grandi concessioni ai palestinesi rispetto al loro tentativo di creare un’entità statale. È quanto riferisce Reuters, citando fonti regionali al corrente dei negoziati in corso. Il popolo palestinese potrebbe quindi vedere le restrizioni che gli sono imposte allentate, ma tali decisioni non avrebbero niente a che fare con le loro aspirazioni statali. Come per altri accordi arabo-israeliani siglati negli anni, la principale richiesta palestinese scalerebbe così in secondo piano. “La normalizzazione avverrà tra Israele e Arabia Saudita. Se i palestinesi si opporranno, il Regno proseguirà sulla sua strada”, ha sottolineato una delle fonti regionali sentite dall’agenzia che ha continuato: “Riyad sostiene un piano di pace per i palestinesi, ma questa volta vuole qualcosa per sé, non solo per i palestinesi”. L’unica certezza che rimane rispetto all’accordo è che casa Saud non accetterà alcun patto che non includa la garanzia vincolante di avere uno scudo americano, quasi sicuramente nella forma di un trattato militare.

Grave esplosione durante una processione musulmana in Pakistan: oltre 50 le vittime

È salito ad almeno 52 morti e 66 feriti il bilancio dell’esplosione che ha avuto luogo nel sud-ovest del Pakistan, dove un’attentatore suicida ha fatto deflagrare una bomba lungo una processione religiosa. L’attacco è avvenuto vicino alla moschea di Mastung, in una zona instabile della provincia del Baluchistan, e ha coinvolto i musulmani che si sono radunati per celebrare la nascita del Profeta Maometto. Tra le vittime, secondo quanto riportato dal vice commissario del distretto, anche un ufficiale di polizia di alto rango. Il ministro dell’Interno Sarfaraz Ahmed Bugti ha condannato l’episodio di violenza contro i devoti, ricordando che “i terroristi non hanno né fede né religione”. Nessun gruppo per ora ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, che si è verificato in un’area dove sono attive numerose cellule affiliate al gruppo Stato Islamico (Is-Khorasan o Is-K). In questo stesso mese, una bomba stradale ha ucciso 11 persone nella stessa zona, incluso un leader religioso, e in quell’occasione Is-K ha rivendicato l’attacco.

In Bangladesh arriva l’uranio russo per avviare la centrale costruita da Rosatom

Shakwat Akbar, direttore della centrale elettrica di Rooppur ha confermato l’arrivo del primo carico di uranio proveniente dalla Russia, previsto dal progetto nucleare del Bangladesh. Il carico è giunto attraverso una speciale via aerea controllata dall’esercito, sulla quale non sono stati diffusi i particolari per motivi di sicurezza. Il combustibile radioattivo giunto all’aeroporto di Dacca è stato trasportato a bordo di veicoli speciali. Il direttore generale di Rosatom (corporazione pubblica russa attiva nel settore dell’energia nucleare, che raggruppa oltre 360 imprese) e il presidente russo Vladimir Putin dovrebbero unirsi virtualmente alla cerimonia che avrà luogo il prossimo 5 ottobre nella capitale bengalese per ufficializzare la consegna. Rosatom stessa è stata coinvolta nella costruzione dell’impianto nucleare di Rooppur, che comprende due unità capaci di produrre 1200 Megawatt ciascuna. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov si è recato a Dacca all’inizio del mese per controllare i progressi dell’impianto e programmare l’invio del combustibile.

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