(Barcellona) “Il terremoto è un evento che spezza vite, distrugge opere d’arte, e che restringe l’orizzonte esistenziale. Che farò domani? Ha senso rimanere a vivere, a lavorare, a studiare, ad amare, in questa città? E la città è solo ferita, o questo dramma è l’epilogo del suo lento declino economico?”, si chiedeva nel maggio 2009 il professor Salvatore Santangelo, aquilano di nascita, parlando su Limes del futuro della città devastata dal terremoto solo un mese prima. “Ora c’è la sfida della ricostruzione… una ricostruzione che dovrà coniugare nel rigore tradizione e innovazione, una ricostruzione identitaria per ridare vita a questa città e per rispondere a quelle domande:Si! Vale la pena rimanere a vivere, a studiare, a lavorare, ad amare a L’Aquila”, era la speranzosa promessa con cui l’autore concludeva il suo articolo. Ricostruzione, tradizione, innovazione: un trittico che forma un tutt’uno pensando al capoluogo abruzzese ferito dodici anni fa dal sisma che ne ha cristallizzato la storia e messo in forse il futuro. Ma in cui oggi, grazie alla tecnologia innovativa di ultima generazione, si può pensare a ripartire.
Al padiglione Zte del Mobile World Congress di Barcellona incontriamo Lucio Fedele, Chief Operating Officer della filiale italiana della multinazionale tecnologica cinese e tra i principali promotori delle attività con cui Zte ha stretto una partnership con le istituzioni e l’ateneo de L’Aquila per portare nel capoluogo abruzzese l’innovazione di frontiera. Partnership culminata nell’inaugurazione nell’aprile scorso del primo Centro italiano di innovazione e ricerca sul 5G, che si è insediato al Tecnopolo d’Abruzzo del capoluogo, in località Boschetto di Pile. Due anni prima, proprio mettendo in collegamento L’Aquila con il Mwc catalano, Zte ha contribuito a realizzare il primo collegamento telefonico 5G attraverso il Mediterraneo.
Questa corsa all’innovazione di frontiera in un territorio dell’Italia profonda così colpito negli scorsi anni da un disastro come il terremoto non aiuta solo ad attivare il circolo virtuoso tra ripresa economica, sviluppo industriale e corsa alla rinascita, ma permette anche di garantire una maggiore sicurezza consentendo il continuo monitoraggio delle aree a rischio sismico, la continua sorveglianza degli edifici e, se necessario, la messa in pratica di interventi preventivi di manutenzione e messa in sicurezza. Sfruttando una combinazione di tecnologie che grazie alle potenzialità di connessione garantite dal 5G potranno avere un’ulteriore accelerazione.
“Esistono due tipologie di monitoraggio”, spiega Fedele. “La prima è quella statica, ogni infrastruttura ha un modello ingegneristico sottostante su cui ci si può basare per misurare la variazione di un’infrastruttura nel tempo per capire quanto sia sana”. Se, soprattutto in caso di edifici antichi, non si ha a disposizione tale modello “è possibile misurare l’elasticità con cui una costruzione risponde alle vibrazioni per costruire una mappa interattiva”.
C’è poi il monitoraggio dinamico che “serve a capire cosa succede quando ci si trova di fronte a un evento catastrofico”. E qui entra in gioco con forza il 5G e le necessità che ha L’Aquila: la tecnologia può essere utilizzata per segnalare tempestivamente ogni possibile scossa impattante attraverso appositi sensori. I sensori, spiega Fedele, possono mettere pienamente all’erta una città posta a rischio sismico e aiutare a prevenire gli effetti di un sisma. “Un’onda d’urto di un terremoto arriva, a meno che non ci si trovi nel punto dell’epicentro, tra i sei e i sette secondi dopo l’avvenimento. Questo tempo può sembrare limitato, ma in caso di allarme immediato in città come L’Aquila abbiamo dimostrato che di giorno è sufficiente per permettere, in luoghi come gli uffici pubblici, alle persone di raggiungere i punti di maggiore protezione”.
Discutendo con la Protezione Civile, continua il manager di Zte, “abbiamo anche sviluppato ulteriori idee che potrebbero sfruttare la coniugazione tra la trasmissione dati a 5G e le tecnologie più innovative. Nei preziosi secondi di preallarme, ad esempio, un sistema potrebbe bloccare l’erogazione del gas negli edifici o sbloccare i dispositivi come i cancelli elettrici. Si verrebbe così a costituire un meccanismo di risposta che appare estremamente utile, ma non è l’unico vantaggio di questo tipo di monitoraggio. Esso può fornire anche una più efficace capacità di risposta alle emergenze permettendo di capire quali siano i luoghi o gli edifici più colpiti”, ma anche creare importanti risultati sotto il profilo psicologico. La Protezione Civile spiegava che avere “gli allarmi continuamente in grado di funzionare può dare un maggiore senso di protezione e sicurezza a cittadini di aree come l’aquilano fortemente soggette ad attività sismiche”. Dunque ricapitolando “si può passare a una previsione e a una riduzione ex ante dei rischi legati ad eventi catastrofici da un lato e migliorare notevolmente la condizione psicologica delle persone dall’altro”.
Spiegare le applicazioni concrete del 5G e l’impatto reale che può avere sulle nostre vite concrete e sulla quotidianità di tutti noi, ma anche sulla sicurezza collettiva, permette di capire la portata della rivoluzione in atto. “Fino al 4G la crescita era rivolta soprattutto all’aumento delle connessioni tra persone e cose; ora si mettono in connessione le cose tra loro per migliorare la percezione umana dell’ambiente e dei sistemi di riferimento in cui ci muoviamo”. Per migliorare benessere, qualità della vita, sicurezza. Ponendo la tecnologia sempre e in ogni caso al servizio dell’uomo e del benessere collettivo. Anche grazie al 5G e alle nuove tecnologie, vale la pena tornare a rianimare come un tempo una città come L’Aquila.