Nel corso della Guerra fredda, guidati dal duplice obiettivo di contrastare l’avanzata delle idee e delle ideologie di sinistra e di prevenire una seconda Cuba nelle terre dell’Iberoamerica, gli Stati Uniti trasformarono la loro più grande accademia di formazione militare per il personale straniero, la School of the Americas, in una fabbrica adibita alla sfornatura di aspiranti dittatori, psico-guerrieri e torturatori accomunati da una peculiarità: il feroce anticomunismo.

Scrivere della Scuola delle Americhe equivale a capire una parte significativa del paragrafo latinoamericano della Guerra fredda, dall’operazione Condor alla stagione delle dittature militari. Perché fu qui, in quest’accademia di golpismo, che ricevettero istruzione i protagonisti della generazione delle famigerate guerre sporche.

Origini e obiettivi della Scuola delle Americhe

Le origini della Scuola delle Americhe risalgono al 1946, anno dell’istituzione del Centro di addestramento latinoamericano – Divisione terrestre presso Fort Amador, Zona del Canale di Panama, allo scopo di efficientare l’allora emergente sistema di istruzione statunitense dedicato al personale militare dei paesi iberoamericani.

Il Centro di addestramento latinoamericano, di lì a breve ribattezzato Scuola latinoamericana terrestre, prevedeva due moduli: uno militare e uno di cultura generale. Il primo consisteva nell’erogazione di corsi sull’utilizzo di armi pesanti o moderne di provenienza statunitense, sull’organizzazione militare e su tattiche e tecniche di combattimento. Il secondo era un compendio di lezioni su patriottismo, rapporti Stati Uniti-Latinoamerica, relazioni internazionali e storia globale. Curiosamente, con l’incedere della Guerra fredda, il secondo modulo avrebbe assunto più importanza del primo.

Entro il 1949, dopo soli tre anni di attività, la Scuola delle Americhe avrebbe rilasciato diplomi a 251 studenti provenienti da dieci paesi, iniziato a somministrare corsi interamente in lingua spagnola e ampliato l’offerta formativa, introducendo programmi di ingegneria e scienze.

Entro il 1956, alla luce dell’aggravamento dello scontro egemonico con l’Unione Sovietica e della diffusione del comunismo a sud del Rio Grande, la Scuola delle Americhe avrebbe informalmente cessato di accettare le richieste di iscrizione di soldati con cittadinanza statunitense – almeno fino allo scoppio delle guerre dell’Indocina –, decidendo di dedicarsi solamente ai militari di ogni grado di origine latinoamericana e trasformando lo spagnolo nella lingua ufficiale di insegnamento.



Nel 1959, all’indomani della Rivoluzione cubana, la Scuola delle Americhe avrebbe metabolizzato la nuova dottrina di sicurezza nazionale, investito nell’attrazione di studenti di ognidove, ma in particolare del cono sud, e trasfigurato il secondo dei due moduli sino ad allora somministrati, quello culturale, rendendolo il pilastro portante del percorso formativo.

A partire dal 1959, secondo la celebre latinoamericanista Lesley Gill, autrice del più importante libro mai scritto sulla Scuola delle Americhe – The School of the Americas: Military Training and Political Violence in the Americas –, l’accademia avrebbe dismesso i panni della formazione obiettiva e squisitamente militare per assumere quelli di una fabbrica adibita alla riconfigurazione mentale dei frequentanti.

A partire dal 1959, allo scopo di prevenire una seconda Cuba e di salvaguardare l’integrità della sempiterna dottrina Monroe, il corpo docente della Scuola delle Americhe avrebbe fatto del primo modulo un veicolo per la produzione di specialisti in controinsurrezione, guerre sporche, operazioni psicologiche, propaganda e torture, e del secondo modulo un mezzo per l’americanizzazione culturale e mentale dei cadetti. Una cura Ludovico in funzione anticomunista che, nel ventennio successivo, avrebbe sconvolto l’America Latina.

School of Coups

L’accademia avrebbe assunto il nome di Scuola delle Americhe nel 1963, in concomitanza con il cambio prematuro ai vertici della Casa Bianca – l’omicidio di Jfk –, costruendosi la fama di incubatore di talenti in un campo di nicchia: la guerra nella giungla. Specializzazione che, negli anni della guerra in Vietnam, avrebbe convinto più di ventimila soldati di cittadinanza statunitense ad iscriversi ai moduli dell’istituto.

La Scuola delle Americhe, verso la metà degli anni Sessanta, era diventata la scuola dell’America per le Americhe e il Sudest asiatico. Coloro che ivi si erano diplomati per poi recarsi nei teatri di guerra dell’Indocina, dal Vietnam alla Cambogia, avrebbero risaltato per le spiccate doti dimostrate nei combattimenti nella giungla e in operazioni speciali di infiltrazione ed eliminazione come il programma Phoenix. Coloro che ivi si erano diplomati per poi fare ritorno nelle Americhe Latine, dai Caraibi al cono sud, avrebbero protagonizzato l’epoca delle dittature militari e delle guerre sporche.

Nel corso del turbolento decennio dei Settanta, il più caratterizzato da colpi di stato, un manipolo di paesi avrebbe prodotto la maggior parte degli studenti della Scuola delle Americhe: Bolivia, Cile, Colombia, Honduras, Panama e Perù. La Bolivia della pioggia di golpe, sei fra il 1978 e il 1982. Il Cile di Augusto Pinochet. Il Perù del Limazo e del Tacnazo, alle prese con la guerriglia di Sendero Luminoso.

Durante gli anni Ottanta, data la securizzazione del cono sud a mezzo del piano Condor, la presidenza Reagan avrebbe riorientato il focus dell’istituto verso l’America centrale. Regione sottoposta a un crescendo di stress, dalla “guerra civile mesoamericana” alla Rivoluzione sandinista, dove lo spettro di una seconda Cuba sembrava più in grado che altrove di dare vita ad un poltergeist e dove, perciò, era necessaria la presenza di solidi regimi militari filoamericani. El Salvador, Honduras, Messico, Nicaragua e Panama sarebbero diventati i nuovi bacini di reclutamento dell’istituto.

I laureati con lode della Scuole dei golpe

La School of the Americas, alla luce del ruolo-chiave giocato nella nascita e nell’alimentazione dell’epoca buia delle dittature militari latinoamericane, durante l’era Reagan sarebbe stata dispregiativamente ribattezzata School of Coups, la scuola dei colpi di stato.

L’elenco dei laureati eccellenti in studi golpisti e scienze delle torture presso la School of Coups è lungo, probabilmente incompleto, ed è uno dei motivi per cui, nel 1984, il diffidente dittatore Manuel Noriega ne ordinò l’espulsione da Panama, cagionandone lo spostamento a Fort Benning, in Georgia. Mossa che Noriega, anch’egli un ex studente della scuola di golpe, avrebbe pagato a caro prezzo sei anni più tardi, perché detronizzato a seguito dell’operazione Just Cause.

Il dittatore panamense Manuel Noriega dopo essere stato deposto dall’esercito statunitense.

Tra le creazioni più perverse della Scuola delle Americhe figurano squadroni della morte e battaglioni paramilitari, mentre l’albo dei laureati con lode e bacio accademico annovera capi di stato – dieci dittatori –, narcotrafficanti e personaggi condannati per gravi violazioni dei diritti umani. Un elenco utile a comprendere l’impatto storico dell’istituto potrebbe essere il seguente:

  • Hugo Banzer Suárez, dittatore della Bolivia dal 1971 al 1978;
  • Roberto D’Aubuisson Arrieta, cofondatore dell’Alleanza Repubblicana Nazionale e mandante dell’assassinio dell’arcivescovo Oscar Romero;
  • Luis Alonso Discua e Gustavo Adolfo Álvarez Martínez, ufficiali delle forze armate honduregne e capi dello squadrone della morte Battaglione 3-16;
  • Leopoldo Fortunato Galtieri Castelli, dittatore dell’Argentina dal 1981 al 1982;
  • Alberto Quijano, colonnello delle forze speciali dell’esercito colombiano entrato nella Scuola delle Americhe in qualità di docente nel 2003-04, successivamente diventato il braccio destro di Diego León Montoya Sánchez, capo del cartello di Norte del Valle e nella FBI Ten Most Wanted Fugitive fra il 2004 e il 2007;
  • Guillermo Rodríguez Lara, dittatore dell’Ecuador dal 1972 al 1976;
  • Anastasio Somoza García, patriarca dell’omonima dinastia e dittatore del Nicaragua dal 1937 al 1956, esclusa la breve parentesi democratica del 1947-50;
  • Omar Torrijos, dittatore di Panama dal 1968 al 1981;
  • Juan Velasco Alvarado, dittatore del Perù dal 1968 al 1975;
  • Roberto Eduardo Viola Prevedini, brevemente dittatore dell’Argentina nel 1981 e condannato nel 1985 a diciassette anni di carcere nel Processo alla Giunta;
  • Battaglione Atlácatl, unità di élite inquadrata nelle forze militari salvadoregne, fondata nelle aule della Scuola delle Americhe, responsabile, tra i vari crimini, dei massacri di El Mozote – 1000+ civili assassinati nel 1981 –, del Calabozo – 200+ civili uccisi nel 1982 – e dell’Uca – sei gesuiti e due civili trucidati nel 1989;
  • Tonton Macoute, corpo paramilitare al servizio della famiglia Duvalier, responsabile, tra i vari crimini, della strage di Saint-Jean Bosco – 20+ cattolici uccisi nel 1988.

Dal 1989 ad oggi

Che la Scuola delle Americhe abbia avuto una responsabilità alquanto forte nella stagione delle dittature militari latinoamericane e delle guerre sporche è sempre stato un segreto di Pulcinella dentro e fuori gli Stati Uniti, ma le indagini e i tentativi di ottenere sanzioni e punizioni per i maestri di dittatori, terroristi, guerriglieri e torturatori non sono partite che nel dopo-Reagan.

Le pressioni delle commissioni d’inchiesta del Congresso e delle organizzazioni nongovernative, come School of the Americas Watch e Amnesty International, hanno avuto come esito la revisione ex novo dei curricoli scolastici, che sono stati arricchiti di corsi su democrazia e diritti umani, e la modifica delle regole di assunzione. Anche se il caso del colonnello Alberto Quijano insegna che il rischio di produrre dei Frankenstein non è stato azzerato.

La Scuola delle Americhe ha gestito più dittatori di ogni altra scuola nella storia del mondo.

Joseph P. Kennedy II

Il processo di rebranding della Scuola delle Americhe è culminato, nel 2001, nell’adozione di un nuovo nome: Istituto dell’Emisfero occidentale per la Cooperazione nella Sicurezza. I vertici dell’Istituto, oggi più che in passato, dialogano con la stampa e con gli attivisti più scettici di quello che viene discusso e insegnato nelle aule.

La parola d’ordine dell’Istituto è trasparenza. La finalità è la promozione dei valori liberal-democratici tra le nuove generazioni di militari latinoamericani. Motti e obiettivi suadenti che, però, non hanno convinto del tutto figli e nipoti delle vittime dell’era delle dittature. Come dimostrato dal fatto che, da quando la Scuola delle Americhe ha cambiato nome, Argentina, Bolivia, Ecuador, Uruguay e Venezuela hanno smesso di inviare le loro forze dell’ordine e armate a Fort Benning.

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