Vanto della Nazione ucraina e aereo dei record, l’Antonov An-225 Mriya, operato dalla omonima compagnia Antonov è andato perduto nelle primissime battute del conflitto ucraino, attirando su di sĂ© l’attenzione del mondo, che forse non conosceva la sua affascinante e intricata storia.
Un progetto dei sovietici
Prodotto in Ucraina su commissione dell’Unione Sovietica ma progettato dal’Obk 153, l’Ufficio di progettazione sperimentale alle dipendenze del Cremlino, l’Antonov-225 (codice identificativo Nato “Cossack“) fu pensato per trasportare, su un apposito sostegno esterno, l’intero modulo della navetta spaziale Buran – lo “shuttle” sovietico – fino al cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan. Una concezione analoga a quella dei due Boeing 747 della Nasa soprannominati Shuttle Carrier Aircraft. Partendo dal progetto del piĂą convenzionale An-124 Ruslan, venne quindi sviluppato un mastodontico aereo a sei motori che spiccò il volo per la prima volta nel dicembre del 1988, e venne presentato ufficialmente nel 1989 presso il Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Parigi-Le Bourget. Dove tutto il mondo – americani compresi – poterono ammirarne le capacitĂ .
Il lento terminare della “corsa allo spazio” che aveva scandito l’intera durata della Guerra fredda – e si era resa subdola complice il dissanguamento economico di Mosca – con il successivo crollo dell’Unione Sovietica, destinarono l’Antonov-225 semplicemente il piĂą grande aereo cargo del mondo, nonchĂ© vanto e orgoglio dell’Ucraina indipendente.

L’aereo dei record
Le sue mastodontiche dimensioni e specifiche che si fregiavano giĂ da sole di numeri da record, con 84 metri di lunghezza oltre 88 metri di apertura alare, gli permisero di ottenere nel corso della sua carriera operativa un gran numero di primati storici. Fino al 2019 l’Antonov-225 “Mriya” (che traducendo dell’ucraino significa sogno, ndr) ha mantenuto il primato di aereo piĂą grande del mondo, superando lo Hughes H-4 Hercules progettato durante la Seconda guerra mondiale dall’egocentrico magnate americano Howard Hughes.
Ma sono almeno 240 i record menzionati dal Guinness dei primati, che annovera, tra gli altri, il primato nei trasporti eccezionali, ossia attrezzature di un oleodotto per un peso di 247 tonnellate dalla Repubblica Ceca all’Uzbekistan, portata a termine nel 2004; o quello del trasporto di “blocco unico” di materiale piĂą pesante mai caricato su un aereo, il generatore da 190 tonnellate inviato dalla Germania all’Armenia nel 2009.
La missione nell’emergenza Covid
Tra il 2020 e il 2022, vista la straordinaria capacitĂ di carico di 250mila tonnellate, il Mriya venne chiamato a svolgere il suo compito di aereo cargo durante l’emergenza Covid-19; trasportando – al tempo per conto della Federazione russa che spesso ha impiegato il vettore formalmente operato da una compagnia ucraina – materiale medico e sanitario come i sette milioni di mascherine e centinaia di migliaia di tute protettive acquistate in Cina e destinate alla Polonia.
Allora per molte nazioni l’atterraggio del portentoso aereo bianco con le due lunghe strisce giallo e celesti, che si posava sulle sue 32 ruote di carrello, rappresentò una piccola salvezza. E generava immensa gratitudine nei confronti di Mosca e di Kiev.
Perduto nella battaglia di Hostomel
Nelle primissime battute dell’invasione dell’Ucraina, l’Antonov-225 è andato perso. Distrutto durante il blitz condotto dalle forze speciali aviotrasportate russe con gli spetsnaz nell’assaltato dell’aeroporto di Hostomel. Obiettivo strategico che varrĂ la salvezza di Kiev, difeso strenuamente dalla Quarta Brigata di Risposta Rapida e dalla 45esima Guards Spetnaz Detached Brigade dell’Esercito ucraino.
Durante la battaglia per l’aeroporto una raffica deve aver centrato uno dei serbatoi pieni di carburante del gigante dei cieli posato sulla pista. “Indifeso a terra come l’albatro di Baudelaire”, l’Antonov-225 venne avvolto dalle fiamme che lo ridussero in poche a relitto irrecuperabile. La notizia della distruzione del Mriya confermata in seguito, è avvenuta il 27 di febbraio del 2022.
Nel marzo del 2023 un’indagine condotta dai servizi segreti ucraini attribuirĂ pesanti accuse nei confronti della dirigenza della societĂ aerea Antonov: tacciandola di negligenza per non aver messo in sicurezza l’aereo come altre attrezzature con l’attenuante di un problematiche assicurative. Il sospetto, tuttavia, è quello di una connivenza con i russi e l’ipotesi ha condotto alcuni accusatori a parlare addirittura di “sabotaggio“. Attualmente i servizi segreti ucraini avrebbero anche individuato il comandante dei paracadutisti russi che assaltarono Hostomel, generale Anatoly Kontsevoi, emettendo un mandato di cattura quale responsabile della distruzione del “sogno” dei cieli.
Il Sogno e l’araba Fenice
Le immagini dell’hangar divelto dalla fiamme dove giace ancora il muso crivellato dai colpi dei fucili d’assalto Ak-47 del gigantesco Antonov-225 hanno colpito profondamente il popolo ucraino. Tanto da spingere il presidente Volodymyr Zelensky a promettere la costruzione di un nuovo “Mriya”. Un sogno alato che possa rendersi simbolo della “capacitĂ ucraina di risorgere dalle proprie ceneri” come l’araba Fenice della leggenda.
“Costruire un Mriya per onorare la memoria degli eroi è la giusta posizione”, ha affermato Zelensky in un recente discorso che, andando oltre la non mera questione economica (si parla di oltre 1 miliardo di dollari), ha spiegato come si tratti fondamentalmente di “una questione di ambizione” che deve mandare un messaggio universale.
Per questo progetto l’Ucraina è stata contattata dalla Ukroboronprom, una societĂ affiliata di Antonov che però è nell’occhio del ciclone per le accuse di collaborazionismo. E il preventivo sembra aggirarsi intorno ai 3 miliardi di dollari. Richieste sono state inoltrate anche alla Turchia, e una raccolta fondi è stata avviata in Ucraina, sebbene qualcuno critichi l’obiettivo non essenzialmente prioritario per una Nazione che è ancora sotto le bombe, tra le macerie, e non sa quale sarĂ l’esito di un conflitto che non tende affatto a placarsi; anzi, con l’arrivo di nuovi sistemi d’arma sempre piĂą letali e sofisticati, minaccia un’escalation dalle previsioni incerte. Il sogno di nuovo Antonov-225 Mriya esiste dunque. Per realizzarlo servirĂ del tempo. E la pace soprattutto. Una pace che il mondo invoca a gran voce.