Questa volta sembrava già di intravedere la luce in fondo al tunnel. Quando qualche giorno fa la virologa cinese Li Meng Yan era apparsa in un programma britannico per denunciare l’origine artificiale del nuovo coronavirus – un virus, secondo lei, creato nel laboratorio di Wuhan – si pensava che la risoluzione del mistero fosse ormai a portata di mano. Anche perché Miss Li aveva promesso di pubblicare prove inconfutabili a sostegno delle sue parole.

E, in effetti, un paper di 26 pagine, dettagliato e ricco di grafici, era stato condiviso da un profilo Twitter riportante il nome della dottoressa. Nel documento si sottolineava come Sars-CoV-2 mostrasse “caratteristiche biologiche che non sono coerenti con un virus zoonotico presente in natura”. Tre sarebbero le prove che contraddirebbero la teoria dell’origine naturale del virus: genomiche, strutturali e mediche.

La dottoressa aveva definito il virus un “prodotto di laboratorio” creato impiegando uno o più coronavirus presenti nei pipistrelli (ZC45 oppure ZXC21). La posizione di Miss Li aveva quindi smosso l’opinione pubblica globale e, dicevamo, sembrava davvero che il giallo sulla nascita del virus fosse arrivato a un punto di svolta. E invece, a distanza di pochi giorni dalle rivelazioni della virologa, ecco la doccia fredda.

Giù la maschera

Li Meng Yan – e con lei la sua teoria sulle origini del virus – è stata letteralmente smascherata dal web. Partiamo dall’inizio. Innanzitutto chi è Miss Li? Sappiamo che la virologa cinese ha lavorato presso la Hong Kong School of Public Health, un laboratorio di riferimento in loco per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Sappiamo inoltre che, come ha sostenuto lei stessa in diretta tv, quando lo scorso dicembre ha lanciato l’allarme sulla presunta trasmissione da uomo a uomo di un misterioso virus, sarebbe stata messa a tacere dai suoi supervisori. La signora è così fuggita in America per sensibilizzare il mondo sulla pandemia, secondo il proprio punto di vista. Un punto di vista che, a detta di molti esperti, farebbe acqua da tutte le parti (o quasi).

Come ha sottolineato Italia Oggi, la credibilità della dottoressa deriva dalla sua storia personale di rifugiata politica. Il mondo scientifico, tuttavia, giudica il suo report privo di fondamenti scientifici. E questo è un bel problema per chi, come lei, intende dimostrare la presunta origine artificiale del nuovo coronavirus.

L’ombra di Steve Bannon e del miliardiario Guo Wengui

Una volta approdata negli Stati Uniti, Miss Li sarebbe diventata una delle più strette collaboratrici di Guo Wengui. Chi è costui? Un miliardario cinese fuggito in America nel 2014 per evitare di essere arrestato dalla polizia cinese. Sul suo capo pendevano varie accuse, tra cui sequestro di persona, corruzione, frode, riciclaggio e stupro. Dall’altra parte dell’Oceano, Mr. Guo ha avuto modo di stringere amicizie importanti. Una su tutte: quella con Steve Bannon. Proprio lui, l’ex stratega del 2016 della campagna elettorale di Donald Trump.

Non solo: pare che quando Guo riceva nella sua abitazione di New York i repubblicani vicini a The Donald, tutti rigorosamente anti cinesi, anche Miss Li sieda a tavola con loro. La prova starebbe in una foto pubblicata su Twitter da un certo Robbie Martin. Nell’immagine si riconoscono Bannon, l’ex sindaco repubblicano di New York, Rudy Giuliani e Li Meng Yan. Tutti e tre intenti a partecipare a quella che sembrerebbe una cena a casa di Mister Guo.

Nel frattempo Twitter ha rimosso l’account della dottoressa, e non certo per un semplice discorso di “censura”. Dulcis in fundo, ecco la mazzata decisiva che smaschererebbe completamente le tesi della “virologa scomoda a Pechino”. Secondo quanto riportato dal sito di fact-checking Open.online, l’editore della ricerca di Li Meng Yan non sarebbe altro che Steve Bannon. O meglio, due società: una costituita dall’ex mente di Trump, l’altra da Mister Guo. Lo si può leggere sulla copertina della stessa ricerca diffusa dalla dottoressa: “Rule of Law Society & Rule of Law Foundation, New York”. A quanto pare nessuna di queste società aveva mai pubblicato un documento scientifico, prima del paper di Miss Li. Altri due aspetti da sottolineare. Primo: Li Meng Yan sarebbe stata del tutto sconosciuta fino al 14 luglio 2020 e avrebbe raggiunto una certa fama dopo essere stata rilanciata dal podcast di Bannon. Secondo: l’università nella quale ha dichiarato di lavorare ha definito le accuse di Miss Li, in merito alla propria storia, false e infondate.

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