I dati di quest’ultima settimana fotografano un rallentamento dai contagi nel Regno Unito. Non è il caso di cantare vittoria, ma il fenomeno statistico ed epidemiologico non può non essere notato. La variante Delta è, tra le varie mutazioni del virus, l’avversario contro cui ci stiamo misurando. Mentre gli esperti discutono su quanto la Delta sia contagiosa rispetto alle versioni precedenti del Sars-CoV-2 e mentre non è (purtroppo) possibile escludere che ulteriori varianti emergano da qui in poi, la preoccupazione maggiore continua a riguardare la variante divenuta a mano a mano prevalente. Un timore che vale sia per l’Inghilterra sia per altre nazioni.

Le due strategie di BoJo

Come riporta il Times, Boris Johnson, nel commentare l’andamento del bollettino, dunque più di qualche miglioramento, è già stato chiaro: sì, i contagi stanno diminuendo, ma questo non significa che la popolazione possa “rilassarsi”. Perché la pandemia non è terminata. Gli sbalzi epidemiologici hanno già dimostrato quanto la politica sia costretta a navigare a vista. Bo-Jo, rispetto al Sars-Cov2, ha alternato diverse strategie in questi anni. Se l’iniziale tattica che mirava all’immunità di gregge in tempi brevi si è rivelata del tutto fallimentare, il fatto di aver puntato ad una vaccinazione di massa in tempi altrettanto rapidi ha pagato eccome. Nel frattempo, la comparsa della Delta, ha messo a dura prova l’ottimismo sugli obiettivi raggiunti. Quelli che sono stati celebrati con il “freedom day”.

C’è un po’ di tensione in giro. La percepisce chiunque. L’autunno è alle porte e le considerazioni dei più, sia tra i cittadini sia tra i governanti, vertono sul “cosa accadrà” dopo l’estate. É una domanda cui le istituzioni stanno cercando di rispondere ora, per evitare il lockdown, le quarantene, le chiusure e tutto quello con cui abbiamo preso confidenza. La Gran Bretagna è un metro di paragone niente male: come abbiamo imparato dalle fluttuazioni pandemiche dell’ultimo anno e mezzo, sappiamo che quello che oggi accade altrove, domani può influire su quello che succederà o addirittura replicarsi con caratteristiche simili.

Cosa dicono gli ultimi numeri

Come lasciato intendere da Pillole di Ottimismo, che su Facebook ha approfondito la notizia relativa al calo dei contagi in Uk, le riaperture di Johnson sono state considerate azzardate da più di qualcuno: “Boris Johnson – scrivono – si è fidato della scienza ed ha insistito con la pianificata riapertura totale senza ascoltare le solite cassandre che danno i numeri al lotto (vedi la storia dei 1.300 morti al giorno a luglio). Tanto di cappello quindi allo “scap’cciat” di Downing street, che sui vaccini ha certamente fatto la scommessa giusta”. Il calo dei contagi ha quindi un protagonista assoluto, che è la vaccinazione. E per quel che riguarda gli accadimenti statistici inglesi si inizia a parlare del fattore “coraggio”, che ha contraddistinto il leader conservatore in queste settimane.

Vediamo adesso i numeri in ogni loro aspetto. Stando a quanto riportato dall’Adnkronos, i casi del 27 luglio 2021 sono 23.511, mentre i decessi sono ancora 131. Non sono cifre basse, ma sono statistiche diverse da quelle di una settimana fa, quando la Gran Bretagna era costretta a confrontarsi con un quadro che definire preoccupante non rende: il 21 luglio scorso i contagi registrati erano più di 40mila. Quello che interessa, come sempre, è la curva e la sua andatura: chi è ottimista non può che confidare in una fase calante. Lo stesso Johnson però, come ripercorso dalla fonte britannica sopracitata, ha chiesto alla popolazione di non giungere a “conclusioni premature”. Il tempo fornirà qualche risposta in più, ma il rischio di un lockdown non sembra del tutto scongiurato. É soprattutto il numero delle persone decedute, del resto, che invita alla prudenza, oltre che alla riflessione. Vedremo se e come i numeri cambieranno.

Un altro fattore cui badare nel contesto britannico, però, è il calo del tasso di mortalità. Sempre Pillole di Ottimismo  annota che è “importante notare che la letalità calcolata di questa ondata estiva di Sars-CoV-2 a “variante Delta” in UK sia al momento dello 0,12% contro il 2,19% dell’ondata dell’autunno/inverno scorso”. Si tratta di un crollo bello e buono. Ma perché? Come motivare una variazione statistica così evidente? La pagina cita la vaccinazione, ma anche un’ipotesi legata all’estate. Poi viene fotografata un’eventualità scientifica, che è già dibattuta ma che ancora deve trovare risconti: possibile che la variante Delta sia meno mortale delle precedenti? Una suggestione, ma forse pure una speranza. Per comprendere meccanismi e natura delle varianti occorre tempo.

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