Nel 2014 il 5% della popolazione mondiale, 250 milioni di persone fra i 15 e 64 anni, ha fatto uso di droga. I dati emergono dal rapporto World drug report delle Nazioni Unite. Il numero di per sè non è aumentato molto negli ultimi anni. Quello ad essere cresciuto però è il volume delle persone che vengono classificate come tossicodipendenti. Per la prima volta dal 2008 il loro numero è tornato a salire. Nel giro di un anno gli individui con seri disturbi di dipendenza sono passati da 27 a 29 milioni.[Best_Wordpress_Gallery id=”374″ gal_title=”Diffusione droga Bellotto”]Di questi 14 fanno uso di sostanze per via endovenosa e il 14 di loro convive con l’Hiv. Se i tossicodipendenti aumentano rimangono costanti i decessi. Nel 2014 le morti per overdose hanno superato le 200mila unità, un numero tristemente in linea con il 2013. Altro dato significativo è il ritorno dell’eroina. In particolare la sua assunzione, e i relativi decessi, in particolare in Nord America ed Europa centrale e occidentale. Il dato fa riflettere soprattutto se si considera che la produzione mondiale di oppiacei è diminuita del 38% in un anno così come sono scesi gli ettari coltivati (-11%) e sono aumentati i sequestri del 5%.In questo contesto a proliferare sono le organizzazione del narcotraffico. Dalla lunga tradizione delle Farc colombiane fino al consolidamento dei cartelli messicani che controllano tutti i flussi che dall’America latina fluiscono vero gli Usa. Non è un caso infatti che il neo presidente eletto Donald Trump abbia ribadito a più riprese di migliorare il controllo del confine con il Messico, anche con un muro. Oltre ai gruppi storici negli anni anche il terrorismo islamista ha iniziato ad esplorare questo mercato, in particolare dopo lo scoppio del conflitto siriano.
Il fiorente mercato della cocainaUno dei mercati più fiorenti è quello della cocaina. La polvere bianca nel 2014 ha visto prima di tutto un incremento della terra coltivata (+10%) ma soprattutto un picco della produzione, cresciuta di quasi il 40%. A rimanere costanti sono i numeri dei sequestri intorno al mondo. A livello regionale solo gli Usa hanno visto un aumento di sequestri per un totale i 95 tonnellate nell’ultimo anno. Cifre in aumento anche per il Centroamerica (85 tonnellate in crescita) e Perù (30 tonnellate). Il primato dei sequestri resta alla Colombia (191 tonnellate) anche se in calo rispetto all’anno precedente.Proprio la Colombia si conferma come il primo produttore al mondo, con 96 mila ettari di terreno coltivati. Il sorpasso, avvenuto ai danni del Perù, è dovuto anche alla diminuzione del numero di piantagioni distrutte. Nel 2014 sono state eradicati solo 12 mila ettari di piante di coca, a fonte dei 22 mila del 2013. Sul fronte dei consumo Usa e Europa si sono mantenuti costanti mentre è cresciuto in Asia, in particolare tra i nuovi ricchi dell’estremo oriente. Unico dato in controtendenza la quantità consumata. Nel 1998 c’erano 14 milioni di persone che consumavano 36,3 grammi di coca l’anno, mentre nel 2014 i consumatori sono saliti a 18,3 milioni ma la quantità è scesa a 28,6 grammi.Il ritorno dell’eroina e l’outlet afganoCome detto l’eroina ha prosperato negli ultimi anni. Oggi si stima che il suo mercato valga 55 miliardi di dollari l’anno. Attualmente nel mondo ci sono tre grandi poli di produzione degli oppiacei. Il primo, il più ristretto è quello Colombiano e Messicano. Il primo è in diminuzione, soprattutto per quanto riguarda gli ettari coltivati, mentre il secondo gode di una discreta salute. La Dea ha più volte spiegato che ogni anno il Messico produce 26 tonnellate di eroina e rappresenta il primo fornitore per il mercato a statunitense. Basti pensare che quell’eroina difficilmente arriva molto a nord, più facili si fermi nelle grandi città degli Usa. Secondo la Royal Canadian Mounted Police il 90% dell’eroina che è entrata in Canada non proveniva dal Sudamerica ma dall’Afghanistan.Il paese dei talebani infatti è il primo produttore al mondo di oppio. Si calcola infatti che ogni anno oltre 375 tonnellate di eroina fluiscano dal Paese nel resto del mondo. In particolare un terzo della produzione viaggia verso l’Europa attraverso la rotta balcanica. L’elemento forse più significativo è che la lotta ai talebani portata avanti dall’amministrazione Usa fin dagli anni 2000 non ha di fatto sortito alcun tipo di effetto sulla produzione di oppio. Nel 2002 c’erano 72 mila ettari coltivati a papavero da oppio mentre nel 2012, dieci anni dopo i terreni per la produzione di eroina sono saliti a 154 mila e adesso hanno superato i 180 mila ettari.Il terzo polo della produzione di oppiacei è il cosiddetto triangolo d’oro composto da Laos, Thailandia e Myanmar con quest’ultimo che rimane il secondo Paese produttore con 50 tonnellate esportate ogni anno.Il boom delle anfetamineChi non conosce crisi è il mercato delle droghe sintetiche. Nel 2014 tutti gli indicatori hanno riportato indici positivi. La produzione è cresciuta e con essa anche i sequestri. +21% per le metanfetamine, +15 per le anfetamine e +122% per l’ecstasy. In generale nel giro di sei anni, fra il 2008 e 2014, i sequestri sono passati da 52 tonnellate a oltre 160. In questo caso i centri di produzione delle metanfetamine sono sparsi per il mondo. Dato che non necessitano di piantagioni ma laboratori, le attività possono essere spostate e nascoste.Secondo la Dea il 90% delle pillole che entrano negli Usa vengono prodotte in Messico mentre gli punti caldi del mercato si trovano in Cina, che solo nel 2013 ha sequestrato oltre 100 tonnellate di pasticche e in Europa. Anche se pure l’Africa ha iniziato a produrre in proprio. Le autorità nigeriane hanno chiuso diversi laboratori nella zona di Asaba nel sud del Paese, che erano in grado di produrre 4 tonnellate di pillole alla settimana.I gruppi del narcotraffico e il nuovo hub sirianoIn tutto questo a guadagnarci sono grandi gruppi del narcotraffico. Fra questi al primo posto rimangono le Farc colombiane che hanno fatto del traffico di droga. La pace siglata con il governo di Bogotà per il momento non ha sortito gli effetti sperati anche il presidente Juan Manuel Santos è convinto di poterle usare per combattere il narcotraffico.Ci sono però anche dei gruppi in ascesa, in particolare quelli africani. Nel Golfo di Guinea i flussi di cocaina provenienti dal Sud America sono diventati via via sempre più consistenti, basti pensare che tra il 2009 e 2014 fra Capo Verde, Gambia, Nigeria e Ghana i volumi dei sequestri sono aumentati di oltre il 70%. I flussi che hanno colpito questa zona, e che si diffondono poi in tutta l’Africa occidentale fino all’Europa, anche grazie alle operazioni di al-Qaeda nel Maghreb che usa il traffico degli stupefacenti per finanziare le proprie attività.C’è infine un ultimo gruppo di nuovi narcotrafficanti che hanno trovato terreno fertile fra Libano e Siria. In particolare per quanto riguarda la produzione di un particolare tipo di anfetamine, il Captagon. La zona della valle di Bekaa, in Libano è uno dei centri di maggiore produzione destinata a due principali mercati: quello siriano e quello del Golfo. Nel primo caso i principali acquirenti sono i combattenti della guerra civile, nel secondo caso si tratta dei ricchi figli delle petromonarichie, in Qatar, Emirati arabi e Arabia Saudita. Nel corso degli ultimi anni la produzione di Captagon si è progressivamente spostata in Siria. Il governo di Damasco in più di un occasione ha accusato i ribelli di trarre profitto dalla vendita delle anfetamine. Gli stessi combattenti non hanno mai nascosto di farne uso.Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove?
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