“I vaccini contro il coronavirus stanno arrivando”: tante volte, negli ultimi mesi, abbiamo sentito i governanti di mezzo mondo ripetere questa formuletta magica. Adesso quel momento sta per arrivare sul serio, anche se qualcuno ha già bruciato le tappe. È il caso del Regno Unito, primo Paese europeo a inaugurare la somministrazione degli antidoti anti Covid ai propri cittadini, della Russia, dove migliaia di persone hanno potuto usufruire dell’ombrello protettivo generato dallo Sputnik V, della Cina, in cui la vaccinazione, su base volontaria e solo per alcune categorie di persone, è iniziata in estate, degli Emirati Arabi e degli Stati Uniti, ultimi ad aggiungersi alla lista dei privilegiati.

Il prossimo 27 dicembre scatterà il Vaccine Day, il giorno simbolico in cui un primo gruppo di Paesi europei, tra cui l’Italia, inietteranno le prime dosi ad alcuni cittadini. Restando in Europa, sappiamo che Bruxelles ha stretto accordi con diverse case farmaceutiche per accaparrarsi quante più dosi possibili. Ciascun Paese, quindi, riceverà il proprio stock di dosi in relazione ad ulteriori accordi sulla base – aveva spiegato la Commissione Ue – della popolazione rispetto al totale degli abitanti dell’Ue. L’Italia ha diritto al 13,5% delle dosi complessive previste dagli accordi preliminari d’acquisto stretti da Bruxelles.

Il tweet rimosso

Tra i vaccini acquistati dai Paesi dell’Unione europea troviamo quelli realizzati da Pfizer-BioNTech, AstraZeneca-Oxford, Sanofi-GSK, Johnson & Johnson e Moderna, in attesa di altri attori protagonisti, come il siero di CureVac. Sul costo dei vaccini non sapevamo pressoché niente, fino a quando la sottosegretaria al Bilancio belga, Eva de Bleeker, ha twittato una tabella con prezzi e dati relativi agli antidoti anti Covid. Un’informazione che avrebbe dovuto restare riservata, a uso delle autorità, e che non sarebbe dovuta circolare sui social network.

La sottosegretaria ha cancellato il cinguettio poco dopo averlo scritto, ma il danno era ormai fatto. Il giornale fiammingo Het Laatste Nieuws ha immortalato quello schema, che presto ha fatto il giro del continente (e non solo). Certo, resta da capire se quelle sono effettivamente le reali cifre pagate dai Paesi dell’Unione per ogni dose. Per l’eurodeputato tedesco Peter Liese (Cdu), responsabile per la Salute del gruppo Ppe, quei prezzi sono realistici. Dunque, con il beneficio del dubbio, diamo un’occhiata.

Il costo dei vaccini

Stando alla tabella diffusa dalla sottosegretaria de Bleeker, i Paesi dell’Ue pagheranno 12 euro a dose per il vaccino Pfizer-BioNTech (per intenderci: quello che sarà iniettato durante il Vaccine Day). Il siero sviluppato da Moderna, invece, ha un costo di 18 dollari a dose. Il più economico di tutti? Sembrerebbe essere quello di AstraZeneca-Oxford, a 1,78 euro a dose. Più caro CureVac, con 10 euro a dose. Per una dose del vaccino Sanogi-Gsk è necessario sborsare 7,56 euro a dose, mentre per Johnson & Johnson 8,5 dollari a dose.

I prezzi, come detto, erano rimasti riservati. L’opinione pubblica non avrebbe dovuto conoscere queste cifre, così come non avrebbe dovuto conoscere i contratti di preacquisto stretti dalla Commissione Ue con le singole case farmaceutiche. In attesa di saperne di più, è importante ricordare che i prezzi per dose sono frutto di un misterioso negoziato e che poco o niente, ad eccezione di qualche annuncio di facciata, è stato diffuso da Bruxelles. I vaccini più cari (è senza dubbio un caso) sono quelli targati Pfizer-BioNTech e Moderna, gli stessi pronti a essere autorizzati. L’Italia ha ipotecato 202 milioni di dosi di vaccino. Calcolatrice alla mano – sempre affidandoci alla suddetta tabella – avrebbe speso 1,53 miliardi di euro.

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