La narcotrafficante guatemalteca Marllory Chacon Rossell, meglio nota come “Reina del Sur”, è stata scarcerata lo scorso 27 febbraio dopo che un magistrato di Miami le aveva ridotto la pena da dodici anni a cinque. Il 28 febbraio è poi stato scarcerato anche Hayron Borrayo Lasmibat, anch’egli cittadino guatemalteca e da anni in affari con la Chacon.

Nel 2015 il tribunale federale di Miami aveva condannato la “Reina del Sur” a ben 12 anni di carcere con le accuse di narcotraffico internazionale e riciclaggio di denaro ma la “narco-lady” in cella c’è rimasta soltanto quattro anni e mezzo grazie alla collaborazione avviata con la Dea e con lo Us Attorney’s Office della Florida. Una misura presa anche nei confronti di Borrayo, anch’egli condannato nel 2015 a otto anni di reclusione, ma rilasciato in anticipo.

La collaborazione dei “pentiti” si è rivelata fondamentale per riuscire a sgominare un’organizzazione internazionale che trasportava cocaina dalla Colombia all’America centrale, con basi in Guatemala e Honduras e con destinazione finale ai cartelli messicani, in particolare agli Zetas e al cartello di Sinaloa che si occupavano poi di far entrare la merce negli Stati Uniti.

Il dominio della “regina del sud”

Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha descritto la Chacon come “uno dei più prolifici narcotrafficanti dell’America Centrale”. L’organizzazione della “Reina del Sur” faceva base in Guatemala e non si occupava soltanto di far arrivare la cocaina colombiana in Messico e Stati Uniti, ma anche di riciclaggio di denaro per decine di milioni di dollari.

La Dea aveva iniziato a seguire la Chacon nel novembre del 2008, in seguito a una serie di segnalazioni da parte di informatori e da lì il cerchio si era poi allargato ai soci della donna in Guatemala, Honduras, Venezuela, Colombia e Messico. Principale socio della Chacon e del marito Jorge Carbajal è risultato essere Hayron Borrayo Lasmibat, anch’egli guatemalteca, ex importatore di auto usate dagli Usa e unitosi alla rete di narcos nel 2006 quando acquisì la Bingoton Millionario, attraverso la quale riciclò milioni di dollari fino al 2011, anno di cessata attività.

Nel luglio del 2011 il Tribunale del Distretto Sud della Florida accusò Borrayo e il suo socio Cesar Barrera “Nigua”, uomo di fiducia dei carrelli colombiani, di traffico di cocaina verso gli Stati Uniti. El “Nigua” operava assieme alla Chacon e a Borrayo in Guatemala e si assicurava che i carichi di cocaina, partiti dalla Colombia e dal Venezuela, transitassero senza inghippi in Honduras per poi arrivare agli Zetas in Messico.

Nel 2009, però, in seguito a una spedizione “problematica”, gli Zetas tentarono di eliminare “Nigua” che si rifugiò in Colombia e sparì dalla circolazione. Nel giugno del del 2012 el “Nigua” iniziava però a collaborare con le autorità statunitensi e tre mesi dopo in Venezuela veniva arrestato Daniel “el Loco” Barrera, un pezzo grosso del narcotraffico colombiano che operava al confine tra Colombia e Venezuela dove manteneva contatti con le Farc, anch’egli in affari con la Chacon.

Nello stesso periodo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti accusava la Chacon di narcotraffico e in particolare di fornire cocaina agli Zetas, al punto che nell’ottobre del 2012 la “Reina del Sur” si affidava a un legale negli Stati Uniti e rendeva noto di volersi consegnare alle autorità.

Tra l’aprile del 2013 e il febbraio del 2014 venivano registrati diversi viaggi della Chacon in El Salvador, Honduras e Panama per poi consegnarsi alle autorità statunitensi nel settembre del 2014 e dichiararsi colpevole di narcotraffico. Nello stesso periodo cadeva in trappola anche Hayron Borrayo in seguito a un invito “romantico” a Parigi da parte della Chacon, per la quale aveva un debole e veniva arrestato appena sceso dall’aereo.  Entrambi i narcos iniziavano dunque a collaborare con le autorità della Florida in cambio di una cospicua riduzione della pena.

Gli affari con i fratelli Barrero

Alla fine del 2010 un informatore legato alla rete di Marllory Chacon iniziava a collaborare con le autorità statunitensi e riferiva di un incontro, segretamente filmato, tra la “Reina del Sur” e il narcotrafficante colombiano Orlando Fernandez Barrero in una delle residenze della donna in Guatemala.

Durante la riunione la Chacon, su richiesta di Barrero, coordinava l’arrivo di un rifornimento di cocaina impartendo istruzioni sulle piste di atterraggio da utilizzare, sul carburante necessario per il volo e dicendo di aver acquistato un Cessna Caravan in grado di trasportare fino a 2 tonnellate di cocaina. La Chacon aveva poi discusso con l’informatore i chili che avrebbe ricevuto coordinando poi il trasporto dall’Honduras al Guatemala, come riportato a suo tempo dal sito InsightCrime.

Orlando Fernandez Barrero e suo fratello Javier, noti anche come “los Gorditos”, si consegnavano alle autorità statunitensi a fine 2010 e nel luglio del 2012 venivano condannati rispettivamente a 11 e 13 anni di reclusione.

Gli agganci politici in Guatemala

Le indagini sull’organizzazione della “Reina del Sur” hanno portato alla luce anche rapporti con personaggi politici di alto livello, primo fra tutti l’ex capo della Polizia Civile ed ex Ministro dell’Interno, Mauricio Lopez Bonilla, che arrivò a fornire alla Chacon una scorta armata e un veicolo blindato col quale spostarsi. Bonilla veniva accusato da un tribunale statunitense di aver fatto scortare e proteggere da agenti di polizia carichi di cocaina in cambio di denaro.

Non a caso nel 2012 la Procura Generale del Guatemala e la Polizia Civile Nazionale avevano dichiarato agli Stati Uniti che la Chacon non era sotto indagine e che non vi erano prove contro di lei; versione che cambiava però drasticamente nel momento in cui la donna si dichiarava colpevole, una volta consegnatasi alle autorità statunitensi. Nel 2015 infatti Lopez Bonilla affermava che effettivamente c’erano casi relativi al narcotraffico aperti contro la Chacon, senza fornire però ulteriori dettagli.

Nel giugno del 2016 Lopez Bonilla veniva arrestato, assieme ad altri due ex ministri di governo vicini all’ex presidente Otto Perez Molina, tutti accusati di corruzione (in particolare in relazione a un metodo denominato “la Cooperacha”) e lo scorso settembre Bonilla veniva condannato da un tribunale guatemalteca ad otto anni e sei mesi di carcere.

Un altro esponente politico di spicco accusato di essere legato alla rete della “Reina del Sur” è l’ex vicepresidente del Guatemala ed ex membro del Congresso, Roxana Baldetti, indicata come molto vicina a Mirza Hernandez, moglie di Hayron Borrayo.

Il 24 febbraio 2017 un tribunale statunitense incriminava la Baldetti e Lopez Bonilla di traffico di cocaina verso gli Stati Uniti (accuse sempre negate dalla donna); nell’ottobre del 2018 una corte guatemalteca condannava poi la Baldetti a quindici anni e mezzo di reclusione per frode, corruzione e associazione illecita, in particolare in relazione a un progetto per la depurazione del lago Amatitlan.