Un pasticcio, un clamoroso autogol, una gaffe o più semplicemente un disguido in buona fede. Chiamatelo come volete, ma quello commesso da Ursula von der Leyen, e quindi di riflesso dall’Europa, è un errore madornale. Intanto perché c’entrano i vaccini anti Covid-19, poi perché riguarda la vita dei quasi 500 milioni di abitanti dell’Unione europea. L’accusa è pesantissima. Nel momento in cui serviva la massima prontezza, quando cioè era consigliabile trattare in anticipo con le case farmaceutiche per fare scorta di vaccini in attesa della loro approvazione, la Commissione guidata dalla signora von der Leyen avrebbe anteposto le logiche commerciali al benessere dei cittadini.
Riavvolgiamo il nastro per spiegare il bel guaio in cui sarebbe caduta von der Leyen. Nei mesi scorsi Bruxelles ha stretto accordi con varie aziende farmaceutiche per accaparrarsi il vaccino contro il coronavirus. La strategia: diversificare quanto più possibile l’offerta, accordandosi con i cinque più promettenti player del settore. Gli stessi, per intenderci, che promettevano risultati migliori nel breve periodo. E così ecco le fumate bianche per incamerare centinaia di milioni di dosi dei vaccini realizzati da varie aziende (in attesa di nuovi accordi): AstraZeneca, Johnson & Johnson, BioNTech/Pfizer, Moderna e Sanofi-GSK. Attenzione però, perché, stando a quanto svelato da un’inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel, qualcosa sarebbe andato storto.
Il pasticcio di von der Leyen
Secondo la ricostruzione offerta dallo Spiegel, la Commissione europea si sarebbe rifiutata di acquistare ben 340 milioni di dosi dei due vaccini migliori e in fase più avanzata. Quali? Il siero targato BioNTech-Pfizer e quello di Moderna. Per intenderci, stiamo parlando degli stessi vaccini dei quali Donald Trump ha pensato bene di fare incetta e che, grazie alla decisione del tycoon, stanno iniziando a essere inoculati ai cittadini americani. L’Europa, invece, è rimasta ad aspettare. O meglio: avrebbe preferito seguire le logiche commerciali che non il buonsenso.
La Commissione, infatti, avrebbe pensato soltanto a suddividere le fette della torta dei vaccini in modo tale da garantire adeguate quote dell’affare a tutte le case farmaceutiche in corsa. I francesi di Sano hanno tuttavia avuto dei problemi e, una settimana fa, sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. Il loro vaccino non riceverà alcuna approvazione fino, almeno, al quarto trimestre del 2021. Il punto è che Sano, nelle logiche di Bruxelles, doveva aver garantite le stesse quote di BioNTech-Pfizer. Complice l’inghippo dei francesi, è accaduto quello che non sarebbe dovuto succedere: per rispettare una regola prettamente commerciale l’Europa ha scelto di non comprare un bel po’ di vaccini promettenti (ormai prelevati da altri). Sia chiaro: l’Ue si è comunque messa in tasca le dosi di Pfizer e Moderna. Solo che, se non avesse voluto aspettare Sano, avrebbe potuto stoccarne molte di più, così da velocizzare la vaccinazione degli europei.
Una decisione scellerata
L’erroraccio dell’Europa ricadrà, a cascata, su tutti i Paesi membri dell’Ue. Il rischio, è la denuncia che viene dal giornale tedesco, è che possano esserci più morti e che possa aumentare il costo economico del Covid. Bocche cucite in Commissione, da dove non sono usciti commenti ufficiali. È pur vero che alcuni portavoce anonimi hanno smentito l’ombra di qualunque aiuto nei confronti di Sano. L’accusa è però pesantissima, e la sensazione è che serviranno prove più concrete per far evaporare l’idea che qualcuno abbia messo a rischio la vita delle persone per garantire un vantaggio commerciale a una società francese.
In generale, sembrerebbe che l’Ue abbia acquistato, in ritardo, pochi vaccini dai produttori sbagliati, rifiutando allo stesso tempo centinaia di milioni di dosi dei sieri più promettenti. Calcolatrice alla mano, Bruxelles ha ordinato 1,3 miliardi di vaccini da sei differenti aziende; ciascun Paese membro riceverà una quantità di vaccini in proporzione ai suoi abitanti. L’Italia dovrebbe riceverne il 13,5% ma il totale è fuorviante, e per un motivo molto semplice. A contare sarebbero le dosi di cui sarebbe certa la consegna. Queste dosi, a oggi, sarebbero soltanto quelle del vaccino BioNTech-Pfizer e di Moderna.
Il fatto è che l’Ue ha acquistato soltanto 200 milioni di dosi dalla prima azienda (con opzione di altri 100 milioni). E poco importa se il consorzio sarebbe stato disposto a consegnarne 500milioni: la Commissione avrebbe gentilmente declinato l’offerta. Storia identica con Moderna: 80 milioni di dosi ordinate (con opzione per altre 80 milioni) e rifiuto di accaparrarsene 300 milioni. L’Europa aveva già ordinato 300 milioni di dosi dalla Sano; dunque, per una sorta di par condicio franco-tedesca, Bruxelles non aveva intenzione di acquistare più dosi da una società teutonica. Nessuno aveva però considerato possibili imprevisti.