Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è volata in Cina per indagare sulla nascita del Sars-CoV-2, dalla Cambogia arrivano importanti novità proprio in merito alle sue origini. Un laboratorio cambogiano ha scoperto parenti strettissimi dell’agente patogeno che ha messo in ginocchio il mondo in alcuni campioni conservati da più di dieci anni all’interno di un congelatore. I virus trovati nei campioni erano stati prelevati nel 2010 nella Cambogia nord-orientale. La loro somiglianza con il Sars-CoV-2 è impressionante, pari al 92%, al punto da renderli i cugini più prossimi del nuovo coronavirus scoperti al di fuori della Cina.
Fino ad oggi, infatti, il parente più vicino al patogeno che causa il Covid-19 era un virus pipistrello riscontrato nella provincia cinese sud-occidentale dello Yunnan, con una somiglianza del 96,2%. La scoperta, ha sottolineato il South China Morning Post, si deve ai ricercatori dell’Istituto Pasteur di Phnom Penh e potrebbe aiutare moltissimo per capire come (e quando) il Covid abbia iniziato a diffondersi in giro per il mondo. Anche se il primo focolaio noto è stato rilevato nella città cinese di Wuhan lo scorso dicembre, è probabile – anzi. Quasi certo – che il patogeno stesse già viaggiando indisturbato da chissà quanto tempo. A un anno di distanza dallo scoppio dell’emergenza sanitaria globale, gli scienziati non sono ancora riusciti a ricostruire il mosaico.
I campioni sospetti
Dicevamo dei campioni rinvenuti nell’Istituto Pasteur in Cambogia. A detta di molti esperti, il virus potrebbe aver avuto origine nei pipistrelli, salvo poi effettuare una zoonosi – cioè un salto di specie – e passare agli esseri umani. In che modo? O direttamente oppure attraverso l’azione di un animale intermedio (pangolino? Zibetto?). In mezzo a mille dubbi, troviamo poi le propagande incrociate di Stati Uniti e Cina – tra colpi bassi e accuse reciproche sulle responsabilità dello scoppio della pandemia – a complicare le già difficili ricerche.
L’amministrazione Trump, ad esempio, ha più volte puntato il dito contro il laboratorio di Wuhan, mentre Pechino ha suggerito che il virus potesse provenire dall’estero. L’Oms sta ancora cercando di capire. E quanto emerso in Cambogia potrebbe (usiamo il condizionale) rappresentare una pista interessante. Perché sono emersi questi virus simili al Sars-CoV-2? A caccia di prove, numerosi laboratori hanno sottoposto a test retrospettivi i campioni animali conservati nelle rispettive strutture. Ebbene, nell’Istituto Pasteur di Phnom Penh sono stati rilevati patogeni assai simili al nuovo coronavirus.
Nuovi indizi
I suddetti risultati, in attesa di essere sottoposti a peer review, evidenziano, ancora una volta, come il sud-est asiatico rappresenti un’area chiave tanto nella ricerca in corso sulle origini del Sars-CoV-2, quanto nella sorveglianza per ipotetici e futuri virus. Tornando ai campioni cambogiani, questi sono stati raccolti oltre un decennio fa da alcuni esemplari di pipistrelli a ferro di cavallo di Shamel, come parte di un progetto sostenuto dall’Unesco. I ricercatori dovevano confrontare la diversità delle specie sulle due sponde del fiume Mekong, nel nord della Cambogia. Quei campioni erano stipati nell’Istituto Pasteur, conservati a – 80 C° assieme ad altri campioni.
Qual è il risultato di quanto emerso? Vista la corrispondenza genetica tra i virus del laboratorio cambogiano e il Sars-CoV-2, i patogeni correlati al nuovo coronavirus potrebbero avere una distribuzione geografica molto più ampia di quanto ipotizzato in un primo momento. A questo proposito Marion Koopmans, virologa dell’Erasmus University Medical Center nei Paesi Bassi, ha spiegato che i risultati cambogiani “si stanno aggiungendo alla nostra conoscenza sui virus SARS-Cov-2 nei pipistrelli nella regione”. Sarebbero necessari anche ulteriori dati da Laos, Vietnam, Myanmar per avere un quadro più chiaro. Anche se risalire alle origini esatte del Sars-CoV-2 è come trovare un ago in un pagliaio.