I numeri parlano chiaro. È l’Italia il Paese europeo con il più alto numero di persone infettate dal nuovo coronavirus. I dati, in continuo aggiornamento, evidenziano come i due focolai individuati nel Lodigiano e nel Padovano abbiano fin qui provocato oltre 200 contagi. Se non è un record poco ci manca, visto che davanti all’Italia, nella classifica delle nazioni che hanno registrato più casi, ci sono soltanto Cina e Corea del Sud.

Pechino, che deve fare i conti con l’epicentro di Wuhan, ha quasi 80mila pazienti malati da gestire mentre la Corea del Sud si avvicina a mille, e probabilmente avrà pure superato questa soglia mentre state leggendo l’articolo. Al terzo posto troviamo l’Italia, che ha superato Giappone, Singapore e Hong Kong, Paesi asiatici a due passi dalla Cina che, almeno in linea teorica, dovrebbero essere più esposti di noi.

Invece no. Lassù, sul gradino più basso del podio, c’è il Belpaese. E il resto dell’Europa? Com’è la situazione in Francia, Germania, Svizzera, Polonia e via dicendo? Il Paese europeo con più contagiati, a esclusione dell’Italia, è la Germania: 16 casi. Tralasciando la Brexit, il Regno Unito segue con 13, quindi è la volta della Francia con 12 episodi e un morto (un turista cinese).

Che cosa ha fatto Parigi

A questo punto è lecito domandarsi come abbiano fatto gli altri Stati europei a evitare l’emergenza sanitaria. Molti, tra l’altro, non hanno neppure imposto blocchi aerei, al contrario l’Italia (siamo stati i primi a farlo). Prendiamo a titolo esemplificativo la Francia. Come sottolinea il quotidiano La Verità, senza fermare i voli, Parigi è riuscita ad arginare il contagio e limitare i danni al minimo. Oltralpe la parola d’ordine è una: prevenire. E così è stato. Al momento il meccanismo francese ha funzionato alla perfezione.

Partiamo dall’inizio. Intuendo che la situazione italiana si sarebbe aggravata sempre di più, il primo ministro Edouard Philippe ha tenuto un vertice con il ministro dell’Interno Christophe Castaner, quello della Difesa, Florence Parly, e quello della Salute, Olivier Véran. In quell’occasione è stata perfezionata la strategia da attuare per combattere, o per lo meno contenere, il coronavirus.

Risultato dell’incontro fiume: Véran ha detto spiegato chiaramente che “tutti i dipartimenti della Francia metropolitana (cioè le province francesi), disporranno di almeno un centro ospedaliero capace di accogliere i malati e di prenderli in carico dall’inizio alla fine”.

Il modus operandi di Macron

Se è vero che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, a differenza del premier italiano Giuseppe Conte, questa volta Emmanuel Macron non ha sbagliato un colpo. Sia chiaro: il presidente francese non ha poteri sovrannaturali e non è in grado di fare miracoli. La Francia ha semplicemente attuato, subito, un approccio che ha ripagato con frutti dolcissimi.

Parigi ha imposto la quarantena per tutte le persone rientrate dall’ex Impero di Mezzo. I voli da e per la Cina, ripetiamolo, non sono stati bloccati. Roma si è invece fermata a metà del guado: voli bloccati ma completa noncuranza dei passeggeri che, pur arrivando dalla zona di origine del coronavirus, sono rientrati in Italia attraverso altre rotte.

Scendendo nel dettaglio, il governo francese è stato capace di circoscrivere i contagi in edifici o villaggi vacanze. Per quanto riguarda gli arrivi pianificati da zone a rischio, 200 persone sono state “chiuse” proprio in un villaggio vacanze di Carry-Le-Rouet, vicino Marsiglia; altre 60, rientrate da Wuhan, sono state isolate a Branville, in Normandia, in una struttura vacanza. Per il resto, il virus è rimasto a Contamine-Montjoie, in una località sciistica dove un turista britannico proveniente da Singapore aveva contratto il Covid-19.

Rientri pianificati e quarantena: sono queste le due ricette messe a punto dalla Francia. Non mancano tuttavia altre precauzioni: il governo ha invitato i genitori che sono stati in vacanza nel Nord Italia, in Cina o in altre zone colpite dal virus a tenere a casa i propri figli per 14 giorni.