La Radical Gender Theory fa breccia nelle scuole statunitensi. Secondo questa “teoria” promossa da docenti liberal e organizzazioni ultra-progressiste e pro-Lgbtq, gli uomini bianchi europei hanno creato un sistema oppressivo basato sul capitalismo, la supremazia bianca e l'”eteronormatività”, cioè la promozione dell’eterosessualità, il concetto di maschio-femmina e le norme familiari “borghesi”. Le minoranze razziali e sessuali devono dunque unirsi sotto la bandiera dell'”intersezionalità” e smantellare i “sistemi di oppressione” promossi dal patriarcato. L’ultimo esempio di scuola statunitense contaminata dalla Radical gender Theory riguarda la Springfield Public Schools, il più grande distretto scolastico pubblico del Missouri, che ha adottato un programma di formazione radicale sulla teoria del genere che incoraggia gli insegnanti a credere che “il genere è un universo” e ad affermare che delle identità di genere “non binarie”. A renderlo è il City-Journal.

Il programma pro-gender in Missouri

Nel programma presentato a insegnanti e dipendenti del distretto scolastico del Missouri, viene spiegato che questi ultimi devono comprendere i loro “privilegi” e che che alcuni gruppi – cioè gli uomini eterosessuali, bianchi, cisgender – hanno “potere” e “privilegio” sugli altri in base alle categorie di “razza”, “genere”, “identità” e “orientamento sessuale”. Agli insegnanti viene quindi chiesto di classificarsi e rendere conto della loro razza, sesso, genere, orientamento sessuale e stato socioeconomico. Follie della politica dell’identità. I promotori del programma raccontano agli stessi insegnanti che alle persone viene assegnato un “sesso biologico assegnato alla nascita”, che spesso è in conflitto con “l’identità di genere” e “l’espressione di genere”. Pertanto, ai docenti viene chiesto di riconoscere le identità “non binarie”, di “genere non conforme”, e arricchire il loro vocabolario con le espressioni “drag queen”, “pansessuale” e “poliamoroso”.

Secondo questo programma di formazione, gli insegnanti dovrebbero anche utilizzare i “pronomi di genere preferiti” dei loro studenti. Nella presentazione, è incluso anche video con bambini “gender-queer” e “non binari”, intitolato “Perché i pronomi di genere contano”, in cui si afferma che “il genere è un universo”, che alcuni bambini “non hanno un genere” e che “indicare un genere sbagliato verso una persona trans è un atto di violenza”.”La mia identità, anche se non puoi vederla, deve comunque essere confermata”, dice uno dei bambini “non binari” nel video. Il programma è stato condiviso anche con altre scuole. Alla Parkview High School, la Springfield Public Schools ha inviato uno dei suoi “Equity Champions”, l’insegnante Ashley Blankinship, per spiegare ai suoi colleghi che devono “riconoscere i [loro] privilegi” e “prende atto del loro disagio” come parte del “Programma di formazione LGBTQ+ 101”. Blankinship ha fatto intendere agli insegnanti che devono studiare e riconoscere le identità sessuali come “queer”, “pansessuale” e “genere non conforme” e utilizzare i pronomi “loro/loro” per gli studenti “non binari”.

Chi promuove la Radical gender Theory

La principale organizzazione nazionale dietro questa campagna, la rete Gsa, è un’organizzazione no-profit che ha a disposizione un buddget annuale milionario, secondo quanto riportato da Fox News. Gsa Network, infatti, funge da organizzazione ombrello per oltre 4.000 associazioni pro-gender e pro-Lgbtq in 40 stati. “Gsa Network è un’organizzazione Lgbtq di nuova generazione per la giustizia razziale e di genere che autorizza e forma i leader giovani queer, trans a sostenere, organizzare e mobilitare un movimento intersezionale per scuole più sicure e comunità più sane” si legge sul sito web dell’organizzazione.

E ancora: “Gsa Network sta lavorando per rafforzare la capacità di costruzione del movimento dei giovani Lgbtq+ e la giustizia razziale e di genere nelle scuole e sviluppare la prossima generazione di leader Lgbtq+”, in particolare “i giovani a basso reddito e i giovani di colore in California e a livello nazionale”. Nel 2016, “abbiamo formalmente cambiato il nostro nome in Genders & Sexualities Alliance Network (ex Gay-Straight Alliance Network) dopo aver ascoltato innumerevoli leader giovanili che capiscono che i loro generi e sessualità sono unicamente loro e vanno oltre le etichette di gay e etero, e i limiti di un sistema binario di genere”. Dietro questo movimento pro-transgender ci sono, naturalmente, alcuni “filantropi” multimilionari e ricchi finanziatori. Nel 2013, secondo il Washington Times, il magnate liberal George Soros, fondatore dell’Open Society Foundations, ha donato all’organizzazione 100 mila dollari.