Perché la rivolta delle donne contro gli abusi sessuali del ‘Dopo Weinstein’ ha risparmiato Woody Allen? Se lo chiede Dylan Farrow, figlia adottiva del noto regista e dell’attrice Mia Farrow, scrivendo un duro intervento contro il padre sul Los Angeles Times. L’articolo, firmato in calce dalla trentenne, dal titolo “Perché la rivoluzione #metoo ha risparmiato Woody Allen?” è un perentorio j’accuse  che ripercorre lo scandalo ‘sessuale’ che ha visto convolto il noto regista nel 2014. Lo scandalo, sollevato da uno dei fratelli della ragazza, Ronan Farrow, si accese dopo un articolo pubblicato sul New Yorker e dopo una lettera-editoriale che Dyalan Farrow indirizzò alla redazione del New York Times.

Nonostante la vicenda avesse suscitato polemiche e grande clamore, Allen allora non venne condannato dalla giustizia ordinaria; non mancarono però i così detti ‘verdetti popolari’ che tra articoli, editoriali, e social network istituirono una gogna mediatica dall’enorme risonanza. L’intenzione della Farrow dunque, sembra quella di voler sfruttare la scia dello scandalo molestie che ha colpito per primo il produttore Harvey Weinstein – dando poi vita alla campagna #metoo – per riaprire il caso del padre e trovare la giustizia cercata in passato.

All’indomani delle migliaia di articoli dedicati alla copertina del celebre settimanale Time, che ha scelta come ‘man of the year’ le donne che hanno subito e denunciato molestie sessuali dando vita a quella che può essere a buon titolo considerata una ‘rivoluzione’ contro gli abusi sessuali, questa denuncia rilanciata dalla figlia del regista in pieno ‘tsunami Weinstein’ potrebbe riaccender i riflettori sul ‘caso Allen’, e colpire duramente la carriera del pluripremiato regista.

«Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione» afferma della righe degli editoriali del Los Angeles Times Dylan Farrow «Dalle accuse contro capi di ” studios” e giornalisti, alle cameriere degli alberghi che raccontano abusi sul lavoro, le donne stanno rivelando la verità e gli uomini perdono i propri posti. Ma la rivoluzione è stata selettiva. Ho sempre sostenuto che quando avevo 7 anni Woody Allen mi portò in un attico, lontano dalle babysitter che erano state istruite di non lasciarmi mai solo con lui. Ho detto allora la verità alle autorità e l’ ho raccontata, inalterata, per più di venti anni. Perché Harvey Weinstein e altre celebrità accusate sono state scacciate da Hollywood, mentre Allen ha recentemente ottenuto un accordo di distribuzione multimilionario con Amazon?». La Farrow entra nei ‘dettagli’ della presunta molestia subita quando era bambina e denunciata dalla madre, la celebre attrice Mia Farrow, denunciando quelle ‘forze’ che hanno sempre protetto uomini come il padre adottivo e il produttore della Miramax Weinstein : ossia soldi e potere. 

Nel 2014 Woody Allen rispose alle accuse mosse nei suoi confronti dalla figlia con una lunga lettera pubblicata dal New York Times terminando con queste parole «Ventuno anni fa, quando venni a sapere per la prima volta che Mia Farrow mi aveva accusato di molestie sessuali su una bambina, trovai l’idea talmente ridicola che non ci pensai fino in fondo».

Allen venne accusato per la prima volta di presunte molestie nel 1992: appena pochi mesi dopo la separazione con l’attrice Mia Farrow per amore di un’altra donna, l’attuale moglie Son Yi. Secondo la sua linea di difesa la figlia – allora bambina – venne in qualche modo ‘condizionata’ dalla madre che, secondo le parole del fratello Moses – unico figlio a parteggiare per il padre – avrebbe fatto « il lavaggio del cervello ai figli » per infangare la reputazione regista. La vicenda Weinstein e la sua implacabile scia, cui Ronan Farrow (altro figlio della coppia) ha preso attivamente parte come autore di una lunga inchiesta sul New Yorker  svelando alcuni dei segreti oscuri Hollywood, rischia adesso di travolgere nuovamente il regista che come molti altri uomini toccati dalla vicenda, dopo più di 25 anni dai fatti presunti, non avrebbe alcun modo di difendersi se non attraverso la sua sola parola.

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