I funzionari della città di New York hanno dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica martedì dopo quasi 300 casi di morbillo accertati in città, annunciando multe fino a mille dollari a chi disobbedirà all’ordine di vaccinazione obbligatorio.
“Questo è l’epicentro di un’epidemia di morbillo che è molto, molto preoccupante e deve essere affrontata immediatamente”, ha detto il sindaco Bill de Blasio, durante una conferenza stampa a Williamsburg, dove l’epidemia si sta diffondendo nelle comunità ebraiche ortodosse. L’ordine del sindaco di New York dice che chiunque viva, lavori o studi a Williamsburg e Brooklyn deve presentare la certificazione che è stato vaccinato o vaccinarsi immediatamente. In caso contrario, scatteranno le sanzioni.
Ciò che incredibilmente emerge da questa vicenda è però una pratica comune tra i “no-vax” degli Stati Uniti: i “Measles parties”, ovvero le feste del morbillo. Una vera e propria follia.
Cosa sono i “Maesles parties”
Come riporta Buzzfeed, le autorità sanitarie della Grande Mela e il sindaco De Blasio hanno denunciato la “campagna di disinformazione” dei no-vax e, soprattutto, i genitori di aver organizzato alcuni “Measles parties” (detti anche Pox Party) al fine di infettare volutamente i loro bambini con il morbillo e di “immunizzarli naturalmente”, evitando così la vaccinazione. Si tratta di una pratica comune tra i no-vax degli Stati Uniti dove i bambini sono deliberatamente esposti a una malattia infettiva, in questo caso al morbillo.
Oxiris Barbot, medico e commissario per la salute di New York, ha messo in guardia i genitori da queste feste infettive e molto pericolose. “Nel passato la gente organizzava feste per esporre i propri figli alla varicella”, ha detto Barbot. “Viviamo in un mondo diverso ora, ci sono gravi conseguenze per questo tipo di azioni”.
“Non è festa”, ha sottolineato Paul Offit, professore di pediatria e direttore del Vaccine Education Center presso il Children’s Hospital di Philadelphia, sottolineando che, prima della diffusione del vaccino, il morbillo uccideva cinque volte più persone rispetto alla varicella. “Il morbillo ti fa star male – perché lasceresti soffrire qualcuno sapendo che potenzialmente potrebbe anche morire?” ha spiegato.
Attualmente l’epidemia di morbillo si è concentrata nelle comunità ebraiche ortodosse di New York, in corrispondenza con la festività ebraica del Purim (lo scorso 20 marzo). Alla base dell’epidemia non ci sarebbero tuttavia motivi religiosi ma semplicemente una forte campagna di alcuni genitori ebrei “no-vax”.
I party al morbillo, una pratica diffusa negli Usa
Quella delle feste al morbillo non è certo una novità che riguarda solo New York. Nel 2015, a seguito di un’epidemia, i funzionari della sanità pubblica della California misero in guardia i genitori da questi sedicenti “party”, affermando che l’esposizione intenzionale di bambini non vaccinati potrebbe metterli in serio pericolo.
“Il morbillo è una malattia grave che può avere conseguenze significative”, affermò in una nota l’epidemiologo della California, Gil Chavez, sottolineando che il 30% delle persone che furono infettate in quell’epidemia finirono in ospedale.
Il “contagio naturale” tra i no-vax è diffuso, seppur in maniera decisamente inferiore, anche nel nostro Paese. Come racconta La Stampa, in un articolo pubblicato nel febbraio 2018, esisteva un gruppo Facebook che aveva l’obiettivo di “permettere incontri tra bimbi al fine di immunizzare in modo naturale e a vita il proprio figlio”. Una comunità di 400 iscritti che, dopo essere stata segnalata alla polizia postale dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza delle Marche, non è più attiva sul social network. L’articolo 368 del Codice penale, infatti, prevede l’ergastolo per chiunque cagiona un’epidemia.