L’allarme è arrivato poco dopo la mezzanotte. La polizia si è subito precipitata nel centro di Birmingham, in Inghilterra, dove era da poco andato in scena un accoltellamento. Niente di cui preoccuparsi, avranno pensato gli agenti del posto, abituati a fare i conti con episodi simili. D’altronde, nella seconda città per popolazione del Regno Unito – da qui il soprannome Second City – risse, botte e coltelli sono all’ordine del giorno (e della notte).
Questa volta però le forze dell’ordine si sono ritrovati davanti a qualcosa che non avevano mai visto. Un primo accoltellamento, seguito nel giro di pochi minuti da altri nella stessa zona, ha spinto la West Midlands Police a parlare di “grave episodio” e di un “certo numero di persone ferite ma non possiamo dire quante”. Quando le autorità usano termini del genere significa che il rischio per la pubblica sicurezza è elevato.
Varie zone della città attorno a Hurst Street, molto frequentato per la movida, e Bromsgrove Street sono state isolate. La popolazione è stata invitata a mantenere la calma e a tenersi alla larga dalla zona degli incidenti. Le indagini sono ancora in fase di svolgimento, anche se le prime testimonianze lasciano intendere che possa essersi trattato di una maxi rissa tra bande locali. Un regolamento di conti tra baby gang, che in un primo momento aveva fatto pensare a un atto terroristico con armi bianche, tra l’altro non dissimile ad altri episodi andati in scena nei mesi scorsi a Londra e dintorni.
I testimoni: “Rissa tra bande”
Con il passare delle ore sono arrivate le prime testimonianze. Sarebbe stata una gigantesca rissa tra bande giovanili la causa degli accoltellamenti avvenuti a Birmingham. Lo ha riferito una testimone, Cara Curran, che ha spiegato alla Bbc di aver visto affrontarsi con i coltelli “un gruppo di ragazzi contro un altro” e di aver anche udito “insulti razzisti”. Cara, una Pr in un locale dell’Arcadian Centre, ha dichiarato che a mezzanotte e mezza aveva appena smesso di lavorare quando “ha sentito uno scoppio e ha visto un gran parapiglia” in strada.
“C’erano tante persone che si prendevano a pugni e la gente usciva dai pub e dai locali a vedere cosa succedeva”. “Lavoro da due anni in un locale e di risse ne ho viste tante ma mai come stanotte, l’atteggiamento era diverso”, ha raccontato, “nel giro di tre ore ho sentito che sono successe tante cose, accoltellamenti, incidenti d’auto e altro, è tutto così sconvolgente per me”.
Altri testimoni citati dal tabloid The Mirror hanno affermato di aver visto scene angoscianti, tra cui una donna con ferite gravi e un paio di persone pugnalate al collo. La polizia ha rilasciato una dichiarazione in cui ha sottolineato come non fosse appropriato “speculare sulle cause dell’incidente” in questa fase iniziale. “I servizi di emergenza hanno piani ben collaudati per affrontare gli incidenti gravi. La nostra risposta è in corso nel centro di Birmingham e lo sarà per un po ‘di tempo. I cordoni sono in atto e ci sono alcune chiusure stradali”, hanno aggiunto gli agenti.
La “città dei coltelli”
In attesa di capire cosa possa aver scatenato la furia che ha devastato il centro di Birminghan, è interessante analizzare un paio di dati. Numeri alla mano, questa città ha una pessima nomea in quanto ad accoltellamenti e risse tra bande giovanili. Un anno fa la situazione era già a livelli critici, tanto che la Second City veniva spesso definita la capitale dei crimini con coltello di tutto il Regno Unito.
Leggendo i dati ufficiali del 2019 scopriamo come 690 ragazzi di età inferiore ai 16 anni siano state vittime di minacce o aggressione con coltello nella regione del West Midlands, che comprende tre città (Birmingham, Coventry e Wolverhampton) e quattro distretti metropolitani. Addirittura 13 di loro avevano una decina di anni appena. Rispetto al 2012 le cifre erano pressoché raddoppiate, così come si erano gonfiate le statistiche dei baby bulli (alcuni di 10 o 11 anni) fermati in possesso di armi bianche.
Le radici della violenza
In generale il fenomeno della violenza giovanile è diffuso in tutto il Regno Unito. Basti pensare che Londra, amministrata dal sindaco Sadiq Khan, è soprannominata dai media americani “Stub-City”, ovvero la città delle pugnalate. Secondo quanto riferito da La Stampa, nel 2019 si contavano in tutta l’Inghilterra la bellezza di 27mila ragazzi tra i 10 e i 17 anni affiliati a una delle tante gang diffuse sul territorio.
Uno dei più grandi epicentri della violenza è situato proprio a Birmingham, dove locali notturni e college hanno perfino installato metal detector agli ingressi nel tentativo di intercettare le lame insanguinate. Non solo: per cercare di tamponare l’emergenza la polizia ha il potere di esercitare il cosiddetto “stop and search”. Ovvero: fermare e perquisire i cittadini anche in assenza di fondati motivi. Se non è un Far West, poco ci manca.
Difficile risolvere un problema ormai endemico. Più facile individuare alcune cause che hanno portato la situazione fuori controllo. Intanto la società inglese è attraversata da tensioni etniche piuttosto rilevanti, che si aggiungono a questioni economiche non certo secondarie, con il gap tra centro e periferia in continuo aumento. Dopo di che dobbiamo considerare le politiche di austerità e la diminuzione, da anni, degli agenti di polizia. Prendiamo le West Midlands: qui, dal 2010 al 2019, il numero dei tutori dell’ordine è sceso di 2mila unità. Da pochi mesi, e in ritardo, le istituzioni stanno cercando di invertire la tendenza. Ma ormai, appunto, potrebbe essere troppo tardi. I fatti avvenuti nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 sono lì a dimostrarlo.