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L’Egitto resta il paradiso degli archeologi. Non sono più i tempi di Indiana Jones ma gli scavi, oggi su basi scientifiche, riservano ancora scoperte sorprendenti. Come l’ultima a Luxor, un tempo capitale dei faraoni, a 700 chilometri a Sud del Cairo. Nella necropoli di Draa Abul-Naga, vicino la Valle dei Re, dove sono sepolti nobili e alti dignitari, è stata rinvenuta la tomba intatta di un orafo di corte del regno della 18esima dinastia, circa 3500 anni fa.

Anche se non ha lo sfarzo di quella di Tutankhamon, la sepoltura rivela un quadro della vita quotidiana dell’antico Egitto, nei minimi dettagli. La tomba, in “buone condizioni” secondo il ministro delle antichità egiziano, Khaled el-Anany, contiene la statua dell’orafo e della moglie, che indossa un lungo vestito e una parrucca. Una statua più piccola, tra la coppia, raffigura uno dei loro figli. Sono stati ritrovati anche una preziosa maschera funeraria, mummie, bare, pettini funerari, statuette e gioielli.

Il governo egiziano è entusiasta del ritrovamento, in quanto potrà essere utile per il rilancio del turismo che ha visto un brusco calo delle sue entrate in questo settore, dopo la rivoluzione che ha rovesciato l’ex presidente Hosni Mubarak nel 2011, la presa del potere da parte del generale Abdel Fatah al-Sisi nel 2013, e dei frequenti attacchi terroristici dell’Isis. “Vogliamo che i giornali parlino dell’Egitto e inducano la gente a venire qui. È una buona notizia per il mercato, questo è ciò di cui ha esattamente bisogno il nostro paese”, ha detto il ministro.

L’orafo di cui è stata rinvenuta la tomba si chiamava “Amenemhat”, ed esercitava la sua arte per il dio Amon, la divinità più potente del periodo. Nel loculo sono state trovate anche mummie risalenti alla XX e XXI dinastia. La scoperta è stata fatta da una missione archeologica tedesca e i lavori di scavo compiuti da una egiziana. La consorte di Amenemhat si chiamava probabilmente Amenhotep, che di solito, però, è un nome da uomo, ma ci sono diversi elementi che lasciano pensare che qui sia stato utilizzato per indicare una donna. La tomba si conserva in buono stato, mantenendo i colori e la sua bellezza originaria.

Già in aprile gli archeologi hanno scoperto diverse mummie, 10 sarcofagi di legno colorati e più di mille statue funerarie, sempre vicino alla città di Luxor. Sono le Ushabti, piccole figurine intagliate, blu, bianche o nere che venivano poste con i defunti nelle tombe antiche egiziane per aiutarli nell’aldilà. La tomba principale a forma di T nel ritrovamento di aprile apparteneva invece a un giudice di nome Userhat.

Il 2017 è stato un anno fausto per gli archeologi. Parti di una statua gigantesca di 3mila anni, ritenuta alta circa dieci metri, sono stati trovati al Cairo nel mese di marzo. Gli archeologi hanno scoperto i resti in una fossa in un quartiere povero di periferia, Matareya. Nel mese di maggio invece hanno scoperto 17 mummie a Minya, nell’Egitto centrale. Archeologi svedesi hanno ritrovato anche 12 cimiteri nei pressi della città meridionale di Assuan datata quasi 3.500 anni fa.

Il capo della missione egiziana e direttore generale delle antichità di Luxor, Moustafa Waziri, ha sottolineato che fra i motivi di interesse di queste sepolture ci sono la statua di un commerciante del tempio di Thotmes III, un faraone della XVIII dinastia egizia, i resti di quattro sarcofagi in legno decorato con geroglifici e 150 statue con nomi particolari. Alcuni sarcofagi sono di cedro e hanno forma rettangolare: uno contiene la mummia di una donna sulla cinquantina che soffriva di malattie delle ossa e un secondo le mummie di due bambini, in buone condizioni.

Gli archeologi ritengono che ci saranno ulteriori scoperte nella necropoli di Draa Abul Gaga. “Il lavoro non è ancora finito”, ha dichiarato El-Anani. Anche Waziri è dello stesso avviso: “Questa non è la fine, è solo l’inizio, e porterà molte scoperte in futuro”. Ma i ricavi dal turismo dell’Egitto sono saliti del 170 per cento nei primi sette mesi di quest’anno, a 3,5 miliardi di dollari, secondo le autorità, in quanto sono state fatte nuove scoperte. I guadagni sono aumentati nonostante un continuo divieto di voli dalla Russia, tradizionalmente una fonte importante di turisti per il paese, dopo che un aereo russo si è schiantato nella penisola del Sinai nel 2015, uccidendo tutte le 224 persone a bordo.