Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno più volte sostenuto che l’origine del Sars-CoV-2 fosse da localizzare nel laboratorio di massima sicurezza biologica BSL-4 di Wuhan. Non ci sono ancora prove schiaccianti che possano scientificamente dimostrare l’assunto ripetuto anche dal presidente americano, ossia che il “virus cinese” sia in qualche modo fuoriuscito da un istituto di virologia della Repubblica popolare.

Eppure, la tesi secondo cui il nuovo coronavirus proverrebbe da un centro di ricerca cinese ha presto fatto il giro del mondo. E ha pure alterato ulteriormente le già tesissime relazioni geopolitiche tra America e Cina. A rafforzare la tesi del laboratorio, poche settimane fa, si è aggiunta pure la voce di Li Meng Yan, virologa cinese fuggita da Hong Kong, città nella quale poteva contare su un posto di lavoro presso la prestigiosa Hong Kong School of Public Healt, un laboratorio d’eccellenza usato come punto di riferimento dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Recentemente Miss Li è apparsa sulla televisione britannica dichiarando di avere le prove che tutto il mondo scientifico (e non solo) stava cercando da mesi. La dottoressa ha infatti affermato di conoscere la reale origine del virus. Origine da ricollegare al laboratorio di Wuhan.

La smentita

Chi invece non crede affatto a un’ipotesi del genere è Plinio Innocenzi, professore ordinario presso l’Università di Sassari, già addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino. Innocenzi, l’unico italiano ad aver messo piede nel laboratorio di virologia di Wuhan, ha scritto un lungo contributo per Business Insider nel quale ha sostanzialmente smontato le accuse di Miss Li. Alcune delle news diffuse sul web, talvolta riprese anche da presidenti, politici e organi di informazione, non sarebbero altro che speculazioni e si baserebbero su notizie indirette, volte ad alimentare la propaganda a favore di interessi specifici.

Dire che il BSL-4 di Wuhan sia un “laboratorio segreto dove si svolgono esperimenti per la guerra batteriologica” o che il Sars-CoV-2 sarebbe “il risultato di una manipolazione genetica andata fuori controllo e uscita dal laboratorio”, a detta di Innocenzi equivarrebbe ad alimentare teorie del complotto che niente avrebbero a che fare con la realtà. Innanzitutto che cos’è il laboratorio di Wuhan? Un centro molto noto, inserito, tra l’altro, in una “rete di collaborazioni scientifiche internazionali” e dedicato allo studio dei virus. È stato costruito proprio in quell’area, con tecnologie francesi, proprio perché quell’area è “potenzialmente a rischio per lo scoppio di epidemie virali”.

Aspetto importantissimo: il laboratorio “è dotato delle tecnologie più avanzate in grado di rispettare i massimi standard di sicurezza“. Assurdo, quindi, pensare a una fuga del virus. Anche se “paradossalmente l’idea che il virus SARS-CoV-2 sia fuoriuscito da un laboratorio sarebbe più rassicurante rispetto all’ipotesi di un’origine naturale”. In quel caso, infatti, basterebbe tenere a bada gli addetti del laboratorio per scoprire informazioni sull’agente patogeno in questione.

L’accusa

Il professor Innocenzi ha citato due studi apparsi su altrettante pubblicazioni scientifiche di fama mondiale. Il primo è stato pubblicato su Nature per verificare se il nuovo coronavirus fosse, per caso, l’eventuale risultato di una manipolazione. Verdetto: “altamente improbabile”. Il secondo studio, invece, riguarda Lancet. Qui 27 scienziati hanno scritto una lettera per respingere la disinformazione “con la quale viene riportata l’origine del virus riferendola al laboratorio di Wuhan”.

Da dov’è nato quindi il Sars-CoV-2? Gli scienziati devono continuare a cercare, tenendo d’occhio i pipistrelli, veri e propri serbatoi di virus. Decisamente di diverso avviso è la citata dottoressa Li. In un documento di 26 pagine che ha pubblicato, la virologa cinese sottolinea come Sars-CoV-2 mostrasse caratteristiche biologiche assolutamente incoerenti “con un virus zoonotico presente in natura”. Le prove schiaccianti che contraddirebbero l’origine naturale del virus? Tre: genomiche, mediche e strutturali. La stessa Li sostiene che il virus sarebbe stato creato in laboratorio impiegando alcuni coronavirus presenti nei pipistrelli, ZC45 o forse ZXC21. Nelle prossime settimane Miss Li potrebbe portare alla luce nuove prove.