Il passaggio della pandemia di coronavirus e la crisi sanitaria che è stata generata in modo diffuso in tutto il mondo ha messo in evidenza come la medicina – nonostante gli enormi passi in avanti dell’ultimo secolo – abbia ancora incredibile margine di miglioramento. Molteplici sono i fattori che infatti hanno provocato una sostanziale impreparazione, almeno nei primi mesi, dell’umanità nei confronti del virus del Covid-19: anni di tagli ai sistemi sanitari, pochi investimenti nella ricerca e squilibrio nella copertura medica mondiale. E oltre a questo, anche una troppa e cieca fiducia nell’invincibilità dell’uomo nei confronti delle malattie, convinzione nata dalla lunga scia di successi ottenuti dal dopoguerra sino al giorno d’oggi.

La realtà dei fatti è però ben differente e questa visione deriva principalmente dal nostro vivere all’interno del mondo industrializzato, all’interno del quale le malattie ad alta trasmissibilità sono sempre state sconfitte, o quantomeno tenute a bada. In alcune parti del mondo (come in Africa, America equatoriale e nelle regioni più povere dell’Asia) lo scenario è ben differente, con alcune malattie che da anni vessano la popolazione senza che mai sia stato scoperta una cura efficace o un vaccino utile alla prevenzione. Ma sotto questo aspetto, forse, la pandemia di coronavirus e le conseguenze che una nuova malattia può arrecare alla comunità mondiale ha spinto l’Oms a concentrare la propria attenzione anche verso le malattie “dimenticate”, come nel caso delle malattie tropicali trascurate.

Malattie tropicali trascurate: un pericolo per un miliardo di esseri umani

Come riportato dal comunicato stampa dell’istituzione internazionale con sede a Ginevra, la sfida del decennio 2021-2030 sarà proprio quella di sconfiggere le 20 più pericolose malattie tropicali trascurate (o neglette). Presenti in aree cui popolazione aggregata supera infatti il miliardo di unità, esse sono una delle piaghe più terribili del Terzo mondo, soprattutto a causa della mancanza di cure efficaci e dei pochi fondi stanziati negli anni per la ricerca. Echinoccoccosi, Dracunculiasi e Framboesia sono solo tre delle patologie più frequenti, le quali – sebbene abbiano tassi di mortalità molto basse – sono anche la causa dell’alto tasso di disabilità e di sindromi epilettiche che colpiscono la popolazione dei Paesi più poveri del mondo. E soprattutto, sono una delle cause che contribuiscono al peggioramento della vita nelle zone rurali del mondo e altresì la perdita di potenziale forza lavoro soprattutto nelle campagne.

Secondo le stime dell’Oms, attualmente sarebbero almeno un miliardo di persone quelle potenzialmente esposte al contagio delle 20 sindromi tropicali neglette e il loro numero sarebbe in costante aumento a causa dell’alta natalità delle regioni in questioni. In uno scenario che, senza movimentazione medica a riguardo, nell’arco di una ventina d’anni potrebbe divenire sostanzialmente incontrollabile.

L’importanza del Covid

Quando la nostra progenie studierà i difficili anni vissuti dall’umanità nella battaglia contro il coronavirus, probabilmente verrà messo in evidenza anche come per la prima volta nella storia il mondo si sia mosso – quasi – all’unisono nella ricerca di una cura e di un vaccino. E questa situazione, in fondo, ha dato anche un notevole impulso al potenziamento delle strutture sanitarie e dei laboratori di ricerca, favorendo quelli che saranno gli studi anche contro le altre malattie che vessano la popolazione mondiale.

Grazie al potenziamento delle strutture, dunque, anche la lotta contro le malattie che al giorno d’oggi sono state più trascurate verrà svolta con maggiore efficacia. E in questo scenario, l’indirizzo dato dall’Oms nella lotta contro le malattie tropicali trascurate non è che un segnale di come le sindromi fino a questo momento considerate di “serie b” potranno ottenere maggiore attenzione dalla comunità scientifica.

Quando usciremo dalla crisi sanitaria, dunque, non dovremo vedere a quanto vissuto come una semplice finestra negativa della nostra esistenza. Essa infatti ci ha messo di fronte alla necessità di affrontare anche quelle sfide che consideravamo forse vinte con troppo anticipo, come la battaglia contro le malattie epidemiche. E sotto questo aspetto, dunque, forse ci ha fornito la spinta propositiva necessaria per arrivare davvero, un giorno, a considerarci completamente al sicuro dalle malattie che affliggono l’intera umanità.

 





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