L’Europa occidentale è preda della variante Omicron, più contagiosa dei ceppi virali che l’hanno preceduta ma anche meno grave. I contagi giornalieri in Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Svizzera e Spagna ed in altre nazioni del Vecchio Continente sono schizzati alle stelle. Molto alto è anche il tasso di incidenza settimanale dei nuovi casi mentre il tasso di occupazione degli ospedali è gestibile. In Europa orientale, invece, la situazione è molto diversa. La curva dei contagi è ai minimi dopo la pesante ondata di ottobre-novembre e la variante Delta è ancora predominante. Si tratta di un quadro solo apparentemente rassicurante. Il tasso di vaccinazione dell’Europa Orientale è tra i più bassi al mondo, quasi nessuno ha ricevuto la terza dose booster (vitale contro la Omicron) e gli ospedali vivono in uno stato di eterna precarietà. La variante Omicron diventerà egemone anche qui nel giro di poche settimane e potrebbe portare al collasso i sistemi sanitari locali a causa dell’enorme aumento dei contagi e dell’assenza di una copertura vaccinale diffusa in grado di smorzarne la pericolosità. Ecco cosa potrebbe succedere.
Romania e Bulgaria: campagna vaccinale al rallentatore
Adriana Pistol, direttore del Centro Nazionale della Romania per la Sorveglianza ed il Controllo delle Malattie Infettive, ha avvisato che Bucarest potrebbe raggiungere un picco di 25mila nuovi casi al giorno nel corso della prossima ondata. Il 60% degli over 65 romeni con almeno una patologia non è vaccinato e la Pistol ha commentato questo dato, come riportato dalla Abc, affermando che “il sistema sanitario verrà sovraccaricato anche se il ceppo omicron non è particolarmente virulento e raggiungerà i livelli di occupazione record registrati lo scorso mese di ottobre”. Solamente il 40% della popolazione è vaccinata contro il Covid-19 e la dose booster, necessaria a garantire la protezione contro la omicron, è stata ricevuta da appena un quarto degli immunizzati. I grandi spostamenti del periodo natalizio, quando molti romeni sono tornati a casa dall’Occidente per passare le ferie con le famiglie, rischiano di complicare la situazione ed il sistema sanitario pubblico, che soffre di una cronica mancanza di fondi, suscita preoccupazione. La vicina Bulgaria, che con il 32% degli adulti vaccinati è la nazione meno immunizzata dell’Unione Europea, versa in condizioni altrettanto precarie. Qui sono stati somministrati appena 255mila booster su una popolazione di circa 7 milioni di abitanti.
Gli ospedali sotto pressione in Polonia
Il ministro della Salute polacco Adam Niedzielski ha dichiarato che la Polonia sta affrontando “uno scenario catastrofico” dato che la quarta ondata della pandemia si sta rapidamente trasformando nella quinta, con le infezioni che sono tornate a crescere. Il sistema sanitario, teme Niedzielski, potrebbe faticare per tentare di far fronte ad un’impennata di casi, prevista per la fine di gennaio, dato che le ospedalizzazioni sono già alte. Il ministro della Salute, le cui parole sono state riportate da Notes from Poland, ritiene che il trend “sia molto preoccupante” anche perché gli effetti delle persone che si mescolano e viaggiano durante il periodo di Natale e Capodanno non sono ancora pienamente rispecchiati nei dati. Artur Zaczyński, un consigliere sanitario del Primo Ministro, ha avvertito che gli ospedali “sono al limite delle loro capacità” per far fronte alla situazione dei pazienti Covid e non Covid ed ulteriori infezioni potrebbero vedere “il sistema sanitario paralizzato”. C’è un “50%” di possibilità che le scuole saranno chiuse per un periodo di tempo più lungo rispetto a quanto inizialmente preventivato dal governo e non è escluso che vengano implementate nuove restrizioni che potrebbero riguardare, a titolo di esempio, i centri commerciali.
Repubblica Ceca alla prova di Omicron
Nel giro di dieci giorni Omicron sarà la variante dominante del coronavirus in Repubblica Ceca. La previsione fatta dagli esperti dell’Istituto statale di sanità pubblica stima che l’ondata Omicron potrebbe portare con sé fino a 50mila nuovi casi al giorno e 7 mila pazienti Covid negli ospedali mettendo la Delta, che al 4 gennaio era responsabile dell’85% dei casi, in un angolo. Il governo si è dimostrato pronto a reagire e per tenere sotto controllo l’epidemia ha ordinato a tutti gli impiegati delle aziende private e delle istituzioni pubbliche, vaccinati o meno, di sottoporsi ad un tampone. Il ministro della Salute Vlastimil Válek ha descritto a Radio Prague International la tregua in corso come “la quiete prima della tempesta” e non ha nascosto un certo timore per quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane, in particolare modo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Il governo sta spingendo al massimo sulle vaccinazioni, considerate l’unica forma di protezione contro l’ospedalizzazione.