L’annuncio che il mondo intero stava aspettando è arrivato: esiste un vaccino contro il coronavirus efficace nel 90% dei casi. Stiamo parlando del farmaco realizzato da Pfizer e Biontech, per il quale bisognerà attendere soltanto l’esito degli ultimi test e il via libera delle varie autorità regolatorie dei singoli Paesi. A detta di molti esperti, inoltre, nel giro dei prossimi mesi, potrebbero essere disponibili più vaccini contemporaneamente. In lizza troviamo l’antidoto a cui stanno lavorando l’università di Oxford e AstraZeneca, quello di Moderna, lo Sputnik V russo, del quale Israele ha già acquistato 1,5 milioni di dosi, e altri prodotti cinesi.
Certo, i vaccini, una volta disponibili, dovranno essere somministrati prima alle categorie di persone maggiormente a rischio, come gli anziani e gli operatori sanitari. Insomma, servirà ancora un po’ di pazienza. Ma tutto sommato la strada sembrerebbe in discesa. Attenzione però, perché se è vero che i vaccini sono quasi pronti, è altrettanto vero che sul tavolo troviamo almeno tre nodi spinosi da sciogliere al più presto. Dei primi due abbiamo già avuto modo di parlare: servirà un sistema logistico tale da poter distribuire i medicinali in maniera efficace e una strumentazione necessaria ad accogliere le ingenti dosi del siero (magazzini, frigoriferi e via dicendo).
Il problema della sicurezza
All’orizzonte c’è tuttavia un terzo problema sul quale non sono stati ancora accesi gli adeguati riflettori: si tratta del tema della sicurezza. Il vaccino contro il coronavirus, infatti, è un prodotto ambito che potrebbe risolvere la piaga del secolo, ha un valore economico intrinseco e, quasi sicuramente, accanto ai canali ufficiali sarà richiestissimo anche sul mercato nero. È per questo motivo che organizzazioni criminali e trafficanti di ogni genere hanno già drizzato le antenne in attesa della commercializzazione dell’arma anti Covid.
Il loro sogno? Mettere le mani sul vaccino, magari in anticipo rispetto alla distribuzione, per poi rivenderlo a prezzi gonfiati. Anche perché c’è un altro aspetto da considerare: almeno nella prima fase, non tutta la popolazione riuscirà ad accedere al farmaco. Riuscire a rubare migliaia di dosi da rivendere sul mercato nero potrebbe quindi diventare il nuovo business dei criminali. L’allarme arriva direttamente dalla Germania, dove Detlef Trefzger, Ceo della Kuehne + Nagel, colosso dei trasporti e della logistica, ha spiegato al quotidiano Die Welt quello che potrebbe succedere. “Il vaccino è un bene molto ambito, il che rende i suoi carghi a rischio rapina”, ha affermato Trefzger, riferendosi al rischio di ipotetici assalti da parte dei criminali ai cargo carichi di medicinali.
Criminali e mercato nero
Detto altrimenti, i governi dovranno essere in grado di allestire un adeguato sistema di sicurezza che sia capace di scongiurare le eventuali rapine durante i trasporti del vaccino. I criminali potrebbero rivendere il prezioso siero a peso d’oro alle persone che non hanno alcuna intenzione di attendere il proprio turno. Nel caso di Kuehne + Nagel, l’azienda sta pensando di gestire tutti i trasporti via Gps, così da rendere visibile, in modo chiaro e in tempo reale, dove si trovano i veicoli, dove si fermano e quando viene aperto uno sportello.
Il Ceo Trefzger non esclude inoltre il ricorso ad apposite scorte di forze di polizia per coprire tragitti in aree particolari. La situazione potrebbe essere ancora più complessa in alcuni Paesi del mondo, soprattutto in quelli più poveri, nei quali è alto il rischio che possa scatenarsi il caos durante la distribuzione dei vaccini. Allarme rosso anche per il cosiddetto “ultimo miglio”, ovvero il tratto di strada verso gli ospedali e il breve percorso battuto dai medici chiamati a somministrare il siero. Tornando alla Germania, ha scritto la Bild, Berlino, prima della distribuzione, depositerà le dosi di vaccino nelle caserme della Bundeswehr, cioè delle forze armate tedesche. Basterà a evitare il peggio?